35 Lama

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Il fluido nero si addensò di nuovo riprendendo la forma dell'alchimista. Restò alcuni secondi inerme a testa bassa respirando a fondo. Stringeva la lama grondante sangue. Inghert era comparso davanti a un'arcata su un pianerottolo buio che precedeva un'altra scalinata stretta e ripida.

«Inghert, hai fatto presto!» esclamò una voce roca dietro di lui.

«Necron!» Si voltò, avanzando di un passo. «È qui?»

«Sì.» Aprì la grata traforata. «Ti aspetta ma non è da sola» continuò invitandolo a entrare.

Inghert lo superò fissando quegli occhi spettrali. Attraversò la grata e picchiò alla porta. Prima, però, aspettò il lasciapassare.

Viraha era seduta dietro la scrivania e conversava con una figura maschile incappucciata di cui lui vedeva solo le spalle.

«Vogliate scusarmi» disse allargando le braccia per mostrare il pugnale.

«Inghert, ti presento Arken.» Lo indicò mentre il cacciatore si calava il cappuccio voltandosi verso di lui. L'alchimista serrò le labbra mentre l'altro gli faceva un cenno con la testa.

«Vedo che hai portato l'Andros, mi auguro tu abbia altro per me» sottolineò restando seduta.

«Si è illuminato. Sono sicuro che abbia funzionato» rispose Inghert. Allungò il braccio ruotando la lama, sporcandosi le mani rugose del sangue di Alison.

Viraha annuì, poi si concentrò ancora un attimo sul cacciatore. Sulla scrivania aveva sette fotografie, ogni foto ritraeva uno dei sette Angeli in carica. Le raggruppò in fretta una sull'altra e consegnò il malloppo al cacciatore.

«Tieni» gli disse. «Ripeti ciò che ti ho spiegato e allena la memoria, così non ti sbaglierai» l'avvertì lasciando la sua postazione. Si avvicinò all'alchimista in attesa e afferrò il manico dorato. «È morta?»

«Se non la portano subito all'Orlo, presto lo sarà.»

«Proviamolo, non vorrei che tanta fatica venisse sprecata» suggerì voltandosi con la lama tra le mani, mentre la coda del vestito la seguiva in una giravolta.

«Sai come fare?» gli chiese l'alchimista mentre il cacciatore li fissava.

«Perfettamente» rispose avvicinandosi a una credenza di legno che supportava un pezzo di marmo verde scuro con all'interno un piccolo bacino pieno di liquido bianco.

Viraha ci poggiò la lama dentro aspettando con estrema calma che affondasse. Tirò su con garbo le maniche del vestito di entrambe le braccia, riaffondò la mano destra nella tinozza mentre il sangue scolorava mescolandosi al liquido bianco. Tirò fuori la lama bagnata, l'avvicinò al polso sinistro e la strisciò sulla pelle, provocandosi un taglio netto orizzontale sotto il palmo. Arken si alzò dalla sedia, sorpreso da quel gesto, ma si bloccò quando vide che nessuno dei due era preoccupato. Il sangue fuoriusciva a fiotti dalla ferita mentre l'Andros si illuminava di un bagliore dorato. Quella luce venne risucchiata, passando in un lampo dalla lama alla pelle, attraversandole il sangue. La ferita si rimarginò subito dopo senza lasciare segni.

«E adesso che succede?» chiese il cacciatore.

Viraha non rispose. Si voltò portando con sé l'arma. La poggiò sul tavolo davanti a lui e alzò lo sguardo verso l'alchimista ancora scosso che non le aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno per un istante. «Adesso facciamo una prova» dichiarò lei sorridendo.

«Come funziona?» chiese Arken fissando la lama.

«Siediti» gli ordinò. «Inghert, a te l'onore» mormorò lasciandosi la scrivania alle spalle.

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