Hope si sentiva spezzata in due. La ferita più grave che si fosse mai procurata in vita sua era un taglietto al ginocchio da bambina, quando era caduta dallo scivolo al Carl Larsen Park. Quando riprese conoscenza si vide imbalsamata dai rimedi delle Lumĭnar. Letteralmente.
Come si aspettava, Ronny era lì a tenerle la mano e con lei c'era anche Amy. Era convinta che tutte le altre stessero bene fin quando a malincuore le compagne dovettero deluderla aggiornandola sugli ultimi avvenimenti. Quando Martine le raggiunse in infermeria, aveva le mandibole serrate e il collo teso, le guance rosse e gli occhi gonfi.
«Ho deciso di andare alla centrale elettrica» affermò seduta alla punta del letto vuoto accanto a quello di Hope.
«Martine, lo so che sei preoccupata, ma non sai che puoi trovare lì. Non è sicuro» l'avvertì Ronny.
«E poi siete rimaste solo in tre ad avere l'energia» asserì Hope.
«Non mi interessa. Non vi sto chiedendo il permesso» affermò guardando la punta dei suoi piedi.
«Martine, per favore, ragiona» insistette Hope. Lei non rispose.
«Ha ragione lei» esordì Amy guardando Hope. «Se fossi tornata prima a casa mia, nonna a quest'ora sarebbe viva, e il mio ragazzo non sarebbe scomparso.»
«Amy, noi troveremo Harrison. E troveremo anche Nicole» si oppose Ronny stringendole una mano.
Martine si alzò in piedi. «Nicole è stata ferita come voi. Potrebbe essere già morta, non aspetterò altri cinque minuti.»
«Ok, allora ti accompagno io. Non puoi andare da sola» protestò Ronny tirandola per la manica.
«Lasciami!» le ringhiò.
«Ehi!» esclamò Hope. «Non c'è bisogno di fare così. Siamo tutte preoccupate.»
«Se le succede qualcosa io non potrò mai perdonarmelo, Hope. Lo capisci? Non importa cosa troverò. Devo salvarla.»
«È quello che faremo.»
Denise era entrata di soppiatto. Non indossava i suoi vestiti. Portava pantaloni scuri a zampa di elefante abbinati a una camicia bianca coperta dalla stoffa della giacca nera, dal collo alto e rovesciato, mentre la lunga chioma era poggiata sulla spalla destra. Le punte dei capelli erano umide.
Tutte si voltarono verso di lei.
«Scusate, la porta era aperta» sussurrò entrando.
«Sei diventata un investigatore privato?» domandò Ronny.
«Beh, in realtà dopo la palude mi hanno permesso di ripulirmi, ma i miei vestiti sono bruciati. Mi sono dovuta accontentare» spiegò aprendo la giacca e mostrando l'abbinamento.
«Non è così male» commentò Hope facendole l'occhiolino.
«Come ti senti?» le chiese Denise.
Hope si strinse nelle spalle.
«Quindi verrai con me?» intervenne Martine incrociando le braccia. Dondolava impaziente in cerca di una risposta.
«Sì. Penso che dovremmo trovare il transfert che ha usato il cacciatore. Sono già stata lì una volta quando l'ho inseguito, l'istinto mi dice che dall'altra parte troveremo Nicole.»
«Tu non c'eri alla riunione, Denise. Viraha usa dei varchi illegali che non durano molto. Non è detto che troverete il varco attivo» commentò Ronny.
«Il Primo Kimon mi ha già spiegato. Avendo rafforzato le misure di sicurezza qui tu sei al sicuro, mentre Martine resta l'unica indifesa. Prima o poi il cacciatore verrà a cercarla» spiegò Denise.
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Empowerment, Blank Slate Saga
FantasíaIl mondo così come lo conosciamo, è frutto dello sviluppo della razza umana. L'universo della Saga, racconta di un mondo apparentemente identico, ma allo stesso tempo, dodici dimensioni alternative, frutto di una grande opera realizzata a protezione...