26 Orlo

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Due ore alla Nomina

Il sole era ormai calato da un pezzo, la luna era ben visibile e il quartiere Tenderlon era ricco di anime vive, uomini e donne arrivavano in loco per la cerimonia della Nomina degli Angeli. Un frenetico viavai di sconosciuti circondava l'ingresso del Phillip Burton. Sconosciuti che, non appena varcata la zona viola, sparivano in una bolla d'aria invisibile.

Alison, Hope e Ronny erano in un angolo appoggiate alle mura del palazzo. Amy si avvicinò.

«Ciao, ragazze! Ci siamo!» esclamò mantenendo lo sguardo basso.

«Eccoti. Tua nonna ha fatto progressi?» chiese Hope quasi impaziente.

«No, purtroppo no. Dobbiamo provare a interrompere la Nomina e parlare con il primo Ministro... non so perché, ma ha detto che lui ci ascolterà.»

«Tutto ok? Sembri pensierosa» asserì Hope, preoccupata.

«Sono solo emozionata...»

"... e spero che Harrison mi perdonerà per quello che ho fatto."

«Anche io non sto nella pelle» commentò Hope strofinandosi le mani.

«Non aspettavi altro, vero? Non mi stupisce» affermò Amy sorridendo.

«Piuttosto...» sibilò Ronny, «siamo sicure che vogliamo interrompere l'evento più importante della congregazione Alfa?»

«Senti, Ronny» la interruppe Hope, prendendole una mano. «Lo so che sto chiedendo troppo, a tutte. Ma io sono sicura che sotto c'è dell'altro, ne abbiamo già parlato.»

«Sì, ma dovrò essere io a fare quello che hai in mente» rispose poggiando una mano sulla sua, mentre Hope le faceva gli occhi dolci. «E va bene, hai vinto.»

«Credo che stiamo per fare la cosa giusta. Anche mia nonna ci appoggia.»

«Dite che lei ci sarà?» chiese Alison guardandosi intorno.

«Se non ha ricevuto il medaglione vuol dire che non è nell'elenco dei partecipanti» sostenne Ronny.

«Dobbiamo comunque tentare. Forse il suo medaglione si è perso» ipotizzò Hope.

«Certo, continua a sognare.»

«Stanno facendo entrare, guardate» irruppe Hope indicando l'ingresso.

Le ragazze si avvicinarono. Un uomo di colore, vestito in giacca e cravatta scura, era sull'uscio della grande porta a vetri che menava nell'atrio al piano terra. Dopo alcuni minuti di attesa arrivò il loro turno, Hope fu la prima ad andare; quando si avvicinò all'ingresso la fermò l'usciere.

«Ha con sé il medaglione?» chiese.

«Sì, eccolo» affermò mostrandolo.

«Grazie» rispose seccato. «Vada pure, l'ascensore l'aspetta.»

«Sì, ma come...?» domandò il giovane Angelo.

«Capirà quando arriverà all'ascensore; non c'è nulla da temere, prego.»

Hope fece una smorfia. «E adesso?» si chiese mentre si avvicinava al grande ascensore bianco. «Schiaccio questo pulsante... sarà questo?» ipotizzò mentre il bottone diventava blu ma il display segnava piano 0.

"Cosa vuol dire? Se è già qui, perché non si aprono queste dannate porte?"

Si dondolava sui fianchi, agitata. Non capiva, le porte restavano chiuse, si voltò verso l'ingresso per cercare lo sguardo dell'usciere quando sentì le porte aprirsi.

Era scossa, ma entrò. Lenta.

"E adesso cosa faccio?" domandò guardandosi intorno. Niente in quell'ascensore le faceva pensare al soprannaturale. I piani erano ventuno e lei non sapeva dove andare. All'improvviso comparve dal nulla un cerchio intagliato nella lamiera. "Adesso sì che si ragiona" commentò prendendo il suo medaglione dal giubbino di pelle nera. L'osservo per un attimo e poi lo inserì nel cerchio. Combaciavano perfettamente.

Empowerment, Blank Slate SagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora