Quella sera, dopo essere scappata dalla centrale elettrica, Denise si fiondò nell'unico posto dove ancora si sentiva libera di essere se stessa. Era sporca, sudicia, emanava un cattivo odore e si era accorta anche di avere un graffio sulla spalla destra. La doccia di casa sua le sembrò il posto migliore per lasciarsi andare a un pianto liberatorio. Mentre si spogliava, si guardò intorno: il suo profumo, la sua spazzola e i suoi cosmetici sulla mensola davanti allo specchio le ricordarono quanto amasse essere normale, quanto le piccole cose quotidiane la facessero sentire se stessa.
Il mondo che le era stato rivelato stava cominciando a prendere forma e sembrava inarrestabile. Quando uscì dalla doccia non poté fare a meno di notare ancora quello strano simbolo che continuava a riproporsi, questa volta disegnato tra il vapore dell'intera superficie dello specchio. Restò alcuni minuti a fissarlo mentre pettinava i lunghissimi capelli castani. Si domandò se fosse una semplice coincidenza e vi passò una mano sopra, cancellandolo. Poco dopo uscì da tutto quel vapore ed entrando nella sua stanza iniziò a sentire l'aria intorno a lei più fredda del solito. I peli sul corpo si rizzarono. Si guardò subito intorno ma tutto aveva il solito aspetto, fin quando non scrutò con attenzione un angolo buio della stanza dove teneva una vecchia poltrona.
«Anche questo fa parte delle tue capacità: percepire una presenza, un'aura. Un'abilità che potrebbe tornarti utile» spiegò Norma.
«Cosa ci fai in camera mia? Non amo che qualcuno si sieda su quella poltrona.»
«Così astiosa non lo eri mai stata con me.» La donna uscì dall'ombra.
«Sono stanca, e anche molto confusa» confessò sedendosi sul letto.
Norma si avvicinò a lei con passi lenti e leggeri, sfiorò il suo viso con una mano soffermandosi all'altezza delle tempie: «Non ho avuto scelta».
Denise si scostò. «Che cosa fai?»
«Oggi hai incontrato quei falsi Angeli di cui ti ho parlato e li hai aiutati. Perché?»
«Sei venuta fin qui solo per questo? Forse ti sbagliavi» obiettò, strofinandosi i capelli con il cappuccio dell'accappatoio.
«Mi sembrava di essere stata molto chiara: devi combatterle, non unirti a loro. Rischi di farti ammazzare!»
«Norma, a volte non ti riconosco!» Si avvicinò alla scrivania in cerca di qualcosa tra una pila di vestiti.
«E io ti ho già detto che prima ti sbarazzerai di loro, prima risolverai il problema» le ribadì stringendole un braccio.
«Ma perché non lo fai tu, eh?» Afferrò un reggiseno grigio dalla pila e si allontanò verso il guardaroba.
«Se potessi lo avrei già fatto. Questo è il tuo compito, non il mio.»
Denise si voltò dandole le spalle e lasciò cadere l'accappatoio. Si infilò veloce il reggiseno abbinato allo slip che già indossava.
«Che cosa hai fatto alla spalla?» domandò l'altra, avvicinandosi preoccupata. La sfiorò e Denise si voltò verso di lei sbuffando.
«Ah adesso ti preoccupi per me?»
«Certo che mi preoccupo per te, cosa ti salta in mente?»
Denise sbuffò ancora e si andò a sedere sulla poltrona in penombra. Mise le gambe di lato e appoggiò la testa sul bracciolo, mentre i lunghi capelli toccavano il pavimento.
«Quella parola che usi... sbarazzarsi... Io non sono questa. Non potrò mai fare una cosa del genere. Non potrei far del male a una mosca, Norma, insomma, tu mi conosci...» spiegò sconfortata mentre alzava il capo e cercava di sistemarsi la frangia bagnata.
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Empowerment, Blank Slate Saga
FantasiaIl mondo così come lo conosciamo, è frutto dello sviluppo della razza umana. L'universo della Saga, racconta di un mondo apparentemente identico, ma allo stesso tempo, dodici dimensioni alternative, frutto di una grande opera realizzata a protezione...