46 Interrogatorio

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Nella sala delle udienze il codice rosso giaceva vivido al centro della stanza illuminando l'ambiente circostante di tonalità scure. Denise era stata portata all'aperto, nell'arena, incatenata in attesa dell'interrogatorio.

«Ma ha visto la sua faccia quando ha guardato quei giornali. Era il viso di chi è stato tradito» affermò Hope agitando le mani sotto il naso del Ministro Kimon.

«Avremmo dovuto aiutarla» intervenne Ronny girando attorno al bagliore.

«Stiamo soltanto peggiorando la sua confusione. Se Norma l'ha tradita e noi la trattiamo in questo modo di chi potrà mai fidarsi?» incalzò Martine preoccupata. Il suo viso era diventato paonazzo.

«È quello che cercavo di dire!» protestò Hope.

«Lo posso comprendere, ma io controllo l'Orlo, non tutto il Governo. Norma Gates è stata la regina per quasi sedici anni. La decisione è presa. Se lei non è coinvolta riuscirà a dimostrarlo» spiegò Frederick.

«Voglio andare nell'arena» richiese Ronny.

«Anch'io» commentò Amy.

«E va bene. Ma al primo segno di intromissione nell'interrogatorio sarò costretto a scortarvi fuori» le avvertì, mentre la sua coda rossa dava un colpetto leggero sulla spalla di Ronny richiamando la sua attenzione.

Nicole e Alison si guardarono quasi indispettite. Non erano così convinte dell'innocenza della loro compagna di avventure.

«Voi venite?» chiese Martine.

«Sì, ma non credere che ci faccia piacere condannarla» confessò Nicole.

«Infatti. Speriamo di sbagliarci» confessò Alison stringendosi nelle spalle.

«Seguitemi» richiese il Ministro scortandole nell'arena.

Non appena scesero le scale che precedevano la grande arena, gli Angeli videro il Ministro delle Arti Magiche, Damian Varnos, dialogare in lontananza con la loro compagna.

«Per questo tipo di interrogatorio, l'incarico viene dato quasi sempre a lui. I suoi metodi sono ritenuti infallibili» spiegò il Ministro mentre si fermavano poco oltre il cancello, a distanza dal centro dell'arena dove Denise era incatenata.

«Bene, signorina White» esordì il Ministro con un mezzo sorriso. Iniziò a muovere le mani in modo strano. «Dimmi come ti senti.»

Denise era troppo stordita per rispondere; sapeva di essere lì, ma la sua mente volava altrove. Sentiva la voce di Viraha nella testa e a tratti era come se fosse davanti ai suoi occhi.

«Ascoltami bene, White... Noi dobbiamo trovarla, mi hai capito? Collabora o dovrò andarci giù pesante.»

Denise non disse una parola, alzò la testa, vedeva il cielo scuro e tempestoso dove proiettava immagini di quando era bambina. Le sembrava di essere nella sua stanza, nel suo letto, e c'era una figura, nascosta nell'ombra, seduta nella poltrona davanti al suo letto. La stessa poltrona che l'aveva spaventata per anni.

Vhiraha era nella sua stanza e parlava con qualcuno seduto sulla poltrona.

«Che cosa ci fai qui?» chiedeva a quell'ombra che da bambina tanto la terrorizzava.

«La sto solo controllando» le rispose l'uomo senza uscire dall'ombra.

«Non puoi continuare a venire qui, avevamo un accordo» mormorò lei.

«Anche tu non dovresti» ritorse lui.

«Io ho l'amuleto che mi hai donato tu e anche lei.»

Empowerment, Blank Slate SagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora