Capitolo 8

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Mi svegliai con il suono snervante della sveglia del telefono, che avevo impostato la sera prima, mi alzai di malavoglia, mi feci una doccia veloce e poi mi cambiai, presi il mio libro e scesi di sotto <Buongiorno> salutai tutti entrando in sala da pranzo per fare colazione, <Buongiorno cara> mi salutò mia mamma con un sorriso <Giorno Ally> disse mio padre leggendo il giornale, <Alexander?> Chiesi non vedendolo <Ah è fuori a preparare l'auto> rispose mio padre, io finì la colazione salutai i miei e poi raggiunsi Alexander nel vialetto <Giorno Ally> mi salutò lui spuntando alle mie spalle <Giorno> dissi sperando di ricevere un bacio o anche solo una carezza e invece nulla, questa cosa mi fece rattristire un po ma non lo diedi a notare, quando tutto fu pronto Alexander mise in moto e partimmo. Per tutto il viaggio non abbiamo parlato lui guidava e io guardavo fuori dal finestrino, <Cosa c'è Ally?> mi domandò spezzando il silenzio <Nulla> risposi senza guardarlo, si fermò al semaforo rosso, mi prese il viso con una mano e lo girò dalla sua parte <Cosa c'è Allyson?> Domandò usando il mio nome per intero, segno che era veramente arrabbiato, <Nulla> dissi a denti stretti <Ti conviene dirmelo> mi guardò ero sicura di aver visto cambiare i suoi occhi che improvvisamente erano più scuri del solito, <Perchè questa mattina non mi hai dato un minimo di attenzione?> domandai, lui si girò per riprendere a guidare, sorrise e poi disse <Se era questo che ti preoccupava stai tranquilla che quando arriviamo avrai tutte le attenzioni che vuoi bimba> io arrossì di colpo e per il resto del viaggio pensai solo a cosa volesse intendere con quella frase. Quando arrivammo a destinazione erano le nove di sera, lungo la strada c'eravamo fermati a mangiare, decisi di salire le scale e andare in camera mia, misi il pigiama e mi sdraiai nel letto. <Ally che ci fai qui?> Domandò Alexander vicino alla porta, <Sto dando una festa non vedi?> risposi con sarcasmo <Non usare il sarcasmo con me bimba, non ti conviene, ma pensavo che volessi le tue amate e preziose attenzioni che tanto reclamavi questa mattina> si appoggiò allo stipite della porta con le braccia incrociate e lo sguardo su di me, <Si le voglio ancora> dissi alzando le braccia aspettando che lui venisse a darmi un abbraccio, ma quando si avvicinò mi prese in braccio e mi portò in camera sua, <Perchè sempre in camera tua?> gli domandai una volta sdraiata nel suo letto <Perchè camera mia è più grande> rispose lui mettendosi sopra di me, iniziò ad accarezzarmi la guancia mentre il suo sguardo era fisso sul mio, <Quando torneremo a casa? Io voglio riprendere le lezioni> <Non lo so quando potremmo ritornare ma se vuoi dipingere puoi dipingere me, magari puoi illustrarmi mentre scendo dall' olimpo proprio come un dio greco> sgranai gli occhi all'ultima frase <Come fai a sapere questo?> domandai <Parli nel sonno Ally, ti ho sentito dire il mio nome e poi definirmi un dio greco> <Che figura> dissi mettendo le mani sopra la mia faccia per nascondere l'imbarazzo, lui me le tolse <Non ti devi vergognare di niente, è bello sapere che mi consideri una divinità> sorrise lui, ad un tratto il suo telefono squillò, lo prese e si mise seduto difianco a me, <Pronto? Ah è lei signor Smith, no non mi sta dando alcun disturbo sua figlia anzi è molto brava> disse guardandomi e facendomi l'occhiolino io gli mimai un "che scemo che sei!" <Certo la informerò io domani mattina, buona serata signor Smith> disse chiudendo la chiamata <Cosa voleva?> Chiesi <Oh niente> disse lui rimettendosi sopra di me <Dai dimmelo> <Per un bacio> gli diedi un bacio sulla guancia <No non li bimba> soffiai, presi coraggio e gli diedi un bacio sulla bocca <Ah puoi fare di meglio> disse lui continuando a stuzzicarmi <Eddai il bacio te lo dato> replicai io <Si ma il problema è che io non riesco a farne a meno, è come una specie di droga bimba> continuai a guardarlo <Ma per ora mi accontento, tuo padre mi ha informato che dopo questa settimana potrai riprendere le lezioni> <Oh si finalmente> dissi sorridendo, lui continuò a coccolarmi mentre io pian piano chiudevo gli occhi. <Bimba alzati, ho in programma una bella gita per oggi> mi sussurrò all' orecchio, ormai era sabato e domani io e Alexander saremo dovuti partire per ritornare a casa, <Cinque minuti> dissi mettendomi più comoda sul suo letto, nei giorni precedenti non avevamo fatto molto anche perché la maggior parte delle volte pioveva, <No dai, su alzati Ally> disse togliendomi le coperte, io feci un verso di disapprovazione <Va bene mi alzo> sbuffai. Dopo essermi sistemata e aver fatto colazione andammo da Jhon per prendere Ares, io salì in groppa al mio cavallo mentre Alexander prese un cavallo nero, <Andiamo> disse, io e Ares lo seguimmo <Dove andiamo?> domandai <A fare un picnic> <Mi piace>. Arrivammo su un prato, difronte a noi un laghetto mentre dietro di noi si trovava un bosco, un immensa distesa di alberi con colori diversi, scendemmo dai cavalli e Alexander sistemò la coperta e il cibo <Dai vieni> disse distraendomi dal magnifico paesaggio che avevamo, iniziammo a mangiare e a fare qualche parola. Durante il pomeriggio io mi distesi sull'erba a leggere il libro che aveva scelto Alexander mentre quest ultimo era seduto vicino a me a guardarmi <Sei bellissima quando leggi> io feci un debole sorriso, non ero abituata a ricevere complimenti sopratutto da un uomo, quando il sole calò noi eravamo già sulla strada del ritorno, una volta arrivati da Jhon salutai Ares e poi andammo a casa. Mi feci una doccia calda e misi un pigiama comodo, mi sdraiai sul mio letto e riuscì subito ad addormentarmi. Mi svegliai con un braccio sulla vita, guardai il telefono che segnava le otto di mattina, mi girai piano e lo vidi, lui era lì davanti a me con gli occhi ancora chiusi, era bellissimo <So di essere bello Ally> disse lui spaventandomi <Oddio pensavo dormissi> lui rise e finalmente potei vedere quegli occhi scuri <No ero sveglio da un pezzo ma quando ti ho sentita girarti verso di me ho deciso di chiudere gli occhi> mi accarezzò una guancia <Vedo che per una volta hai accettato di dormire nella mia camera> <Si sai non volevo svegliarti> si avvicinò a me, prese il mio viso e mi baciò, <E comunque buongiorno> io gli sorrisi <Buongiorno anche a te>, dopo essere rimasti ancora un pò nel letto il mio stomaco richiedeva da mangiare così andammo a preparare la colazione <Felice di ritornare a casa?> mi domandò lui sorseggiando del caffè <Si ma questo posto mi mancherà> dissi guardando fuori dalla finestra <Perchè?> io lo guardai <Perchè è qui che l' ansia scompare e il cuore torna a vivere> lui mi sorrise e mi accarezzò una guancia <Magari un giorno ci tornerai> io lo guardai confusa <Magari volevi dire che ci torneremo> lui sorrise ma poco dopo quel sorriso scomparve <Alexander> lo richiamai notando che guardava un punto indefinito del salotto, lui spostò i suoi occhi su di me <Prepara la valigia tra un po partiamo> disse superandomi per salire in camera sua, mi stava nascondendo qualcosa lo avevo capito dal suo cambio d'espressione, magari centravo io, non voleva avermi più attorno ma non me lo voleva dire, o forse l' ho spaventato perché mi ci rivedevo in questa casa con lui, con questi pensieri uscì di casa e diedi la valigia ad Alexander, andai di corsa a salutare Jhon e Ares e poi partimmo.
Durante il tragitto Alexander non parlò mentre io canticchiavo qualche canzone alla radio quando ad un tratto riconobbi Diamonds di Rihanna iniziai a cantarla quando al ritornello guardai Alexander "Eye to eye, so alive We're beautiful like diamonds in the sky" lui notandomi mi guardò a sua volta, abbassò il volume e accostò in una piccola piazzola, mi guardò e mi baciò non era uno dei suoi soliti baci delicati, no questo bacio era più rude come se volesse esternare la sua rabbia, lui arrabbiato ma per cosa? Quando mi lasciò riprese la marcia <Perchè?> domandai io, <Mi andava> rispose semplicemente lui, <Dimmi la verità Alexander ti prego> lui mi diede un occhiata di sfuggita, sospirò <Ti ho spaventato quando ti ho detto che volevo ritornare in quella casa con te?> domandai di getto <Ne possiamo parlare a casa?> mi domandò <Certo>.

My personal bodyguardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora