Capitolo 23

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Mi girai nel letto ed allungai il braccio per avvolgere il corpo di Alexander ma il posto era vuoto così accesi la luce e guardai la sveglia, era mezzanotte, <Alexander> provai a chiamarlo ma nessuno rispose, decisi di vestirmi indossando dei pantaloni grigi e una felpa di Alexander, aprì la porta di camera e sentì subito dei rumori al piano di sotto così scesi le scale e notai che la luce della cucina era accesa, mi avvicinai e trovai tre uomini a terra e il loro sangue che correva sulle piastrelle bianche, <Alexander> urlai ma nessuno rispose decisi così di andare in salotto, feci per accendere la luce ma una mano mi tappò la bocca, iniziai così a dargli dei calci e pugni alla figura dietro di me che cadde a terra svenuto, subito dopo ne arrivarono altri due che riuscì a battere molto facilmente, gli allenamenti che avevo fatto mi stavano tornando utili, mentre accendevo la luce per vedere il viso dei tre uomini sentì un pizzico al collo, come se un ago si fosse fatto strada dentro la mia pelle e subito i miei occhi diventarono pesanti. Mi risvegliai in una stanza abbastanza piccola, ero legata ad una sedia e sopra la mia testa si trovava un lampadario piccolo che serviva a illuminare quel poco che bastava la stanza, davanti a me vidi una porta in ferro e dietro di me si trovava una piccola finestra con delle sbarre in ferro. Sentì la porta aprirsi <Alexander> dissi sperando fosse venuto a salvarmi <No riprova> all'udire quella voce il sangue mi si gelò nelle vene <Kai> il mio tono di voce divenne più sottile, <Ci rivediamo Allyson> <Dov è Alexander?> Chiesi preoccupata <È a casa sua, non gli è successo nulla, si sarà ormai accorto che tu non ci sei più e avrà mandato i suoi uomini a setacciare tutto il terreno> fece una risata <Dov era prima che io venissi rapita?> gli domandai <Al porto, gli ho teso una trappola> si avvicinò a me <Che cosa vuoi?> Chiesi tentando di riuscire a liberarmi <Il mio capo deve farti delle domande> <Non darò risposte né a lui né a te, potete anche uccidermi> lui rise di nuovo <Mi dispiace ma non funziona così, la morte non è un lusso che offro su un piatto d'argento> <Ti odio!!> gli urlai in faccia <Ed è solo l'inizio Allyson, tu ci darai le risposte che ci servono che ti piaccia o meno> sorrise lui, <Se Alexander fosse qui-> ad interrompermi fu la sua risata <Già Alexander peccato che lui non ci sia, sarebbe stata una bella riunione di famiglia> io lo guardai confusa <Cosa vorresti dire?> domandai più tranquilla e confusa di prima <Come? Non te lo ha detto? Quello che tu conosci come Alexander Lewis, il grande mafioso di New York è anche mio fratello> mi spiegò lui, ora i pezzi iniziavano a combaciare, ecco perché Kai assomigliava a qualcuno, come si muoveva, alcuni gesti che faceva erano uguali a quelli di suo fratello <Perchè Alexander non me lo ha detto?> gli chiesi <Non lo so, sorprende anche me questa cosa, di solito sono il suo argomento principale, scommetto che ha detto farsi come 'Stai attenta a Kai, non ti puoi fidare di lui' oppure 'Kai è un criminale stagli alla larga' è così?> mi domandò <Circa si> dissi io <Dove ci troviamo?> gli domandai poi <Nel Bronx> mi rispose, eravamo davvero lontani e la paura che Alexander non riuscisse a trovarmi era enorme, mentre ero immersa nei miei pensieri vidi Kai uscire per poi tornare con un vassoio con sopra del cibo, lo posò sul tavolo che si trovava nell'angolo della stanza vicino alla porta, lo trascinò vicino a me  e poi mi guardò <Non posso mangiare se ho le mani legate dietro la schiena> dissi guardandolo in quei occhi scuri così simili a quelli del fratello, <Lo so per questo ho portato queste> disse mostrandomi delle manette in metallo, le stesse che usavano nella polizia, vidi Kai spostarsi dietro di me, sentì la stretta della corda farsi più leggera e una volta che le mie braccia furono libere le portai davanti al mio viso notando i segni sui polsi lasciati da quella corda, non ebbi tempo di massaggiare i miei poveri polsi rossi che subito il metallo freddo delle manette si propagò sulla mia pelle, me le mise ad entrambi i polsi <Ora mangia e non fare storie> guardai il vassoio e poi di nuovo Kai <Alexander verrà qui, mi troverà> gli dissi e l'unica risposta che ricevetti fu una sua risata, quando ebbi finito di mangiare Kai mi legò di nuovo le mani dietro la schiena <Ora fai la brava ci rivediamo domani mattina, buona notte Allyson> disse accarezzandomi la testa come se fossi un cane. Non dormì molto anche perché era impossibile dormire su una sedia in legno scomodissima con la braccia e le gambe legate ad essa, ero sveglia quando la porta in ferro si aprì <Buongiorno principessa, dormito bene?!> chiese Kai con un sorriso beffardo <Stai zitto> dissi a denti stretti, lui si avvicinò e mise due dita sotto il mio mento per sollevarlo verso i suoi occhi <Ti ho portato la colazione, vedi di sbrigarti il mio capo è già qui e lui odia chi si fa aspettare> mi slegò le mani e le amanettò, mangiai qualcosina e subito dopo sentì la corda che stringeva le mie gambe sciogliersi, <Alzati> disse Kai prendendomi per un braccio e alzandomi dalla sedia. Uscimmo da quella stanza e iniziammo a camminare lungo un corridoio stretto e con qualche raggio di sole che passava dalle piccole finestre ai lati, svoltammo a sinistra e davanti a noi si presentò una porta scura in legno, Kai l'apri e mi fece entrare, mi spinse così forte che caddi in ginocchio, alzai lo sguardo e davanti a me vidi due finestre enormi che davano direttamente sulla città, a sinistra si trovava un muro e a destra una porta nera, dietro di me una libreria e un tavolino con due poltrone, <Alzati> disse Kai prendendomi con una presa così forte che dovetti trattenere un grido di dolore, ci dirigemmo verso la porta nera < Un consiglio, ti conviene parlare Allyson al capo non piacciono le ragazze taciturne come te> mi sussurrò Kai all'orecchio seguito da una sua risata.

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