Capitolo 24

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Quando Kai aprì la porta davanti a me si presentò un enorme atrio, a destra una porta anch'essa in legno e a sinistra un enorme vetrata, c'erano due piani, sopra di noi si trovava un corridoio con una ringhiera nera, vidi spuntare degli uomini armati che si posozionavano lungo il metallo nero, capì che si trattavano di cecchini, Kai mi fece inginocchiare proprio al centro in modo che tutti gli uomini potessero avere una visuale su di me, avevo paura ma non lo diedi a vedere. Pochi minuti dopo sentì la porta alle mie spalle aprirsi, <Buongiorno capo, la ragazza che cercava è qui> sentì la voce di Kai, non mi voltai perché avevo paura che se avessi anche fatto un solo movimento uno dei cecchini non avrebbe esistato ad aprire il fuoco, difronte a me vidi passarmi un ombra nera, si posizionò davanti a me e io allora alzai lo sguardo, rimasi stupita da chi avevo difronte <Ciao Allyson ci rivediamo> disse sorridendomi, io non parlai e subito Kai mi prese il viso e lo girò verso il suo <Devi parlare!> mi urlò dandomi poi uno schiaffo, <Lasciala Kai> disse l'uomo difronte a me <Ma capo-> tentò di giustificarsi lui ma venne interrotto <Allyson è sempre stata così, non è vero?> mi domandò, guardai Kai e poi la figura davanti a me <Non sono più quella che conoscevi papà> lui sorrise mentre Kai rimase a bocca aperta, <Lo vedo quell'uomo ti ha cambiata> <Anche se fosse a te cosa importa?> gli domandai <Ti ha rovinata> disse alzando la voce <No non è stato lui a rovinarmi ma tu> un altro schiaffo ma questa volta da parte di mio padre, <Dove ha messo la collana?> mi chiese subito dopo <Non te lo dirò mai> gli sputai sulle scarpe e lui mi diede un' altro schiaffo, abbassai la testa per prendere fiato <Non piangere Allyson, abbiamo appena iniziato> io sorrisi e alzai la testa diomstrandogli che ero veramente cambiata e che non stavo piangendo mi stavo solo preparando alla guerra, <Come puoi vedere non sto piangendo padre, dalla tua faccia posso intuire che sei sorpreso, bhe ora sai cosa ho provato io quella notte> vidi il volto di mio padre riempirsi di rabbia, <Portala via> ordinò <Ma capo-> Kai tentò di dire qualcosa ma fu interrotto <Portala via di qui!> gli urlò mio padre così Kai mi sollevò e mi portò via, prima di uscire guardai mio padre e gli rivolsi uno dei miei sorrisi più soddisfatti, soddisfazione è quello che stavo provando ora perché in diciotto anni ero riuscita a non avere più paura di quell'uomo e per la prima volta ero riuscita nel mio intento, volevo fargli capire cosa avessi provato io quella sera, volevo che capisse quanto meschino e crudele fosse e così è stato, Kai mi riportò nella stanza in cui mi teneva legata, io mi sedetti e portai le braccia in avanti in modo che lui mi togliesse quelle manette ma non lo fece <D'ora in poi potrai stare così, ordini del capo> rimasi molto sorpresa ma conoscendo mio padre un trucco sotto c'era e dovevo tenere gli occhi ben aperti, <Senti Allyson> parlò Kai rompendo quel momento di silenzio formatosi da ore, <Non sapevo che il mio capo fosse tuo padre> disse guardandomi negli occhi <E io non sapevo che Alexander fosse tuo fratello siamo pari Kai> dissi con un sorrisetto <Cos'è successo alla ragazza di prima, quella indifesa che aveva paura del mondo?> mi domandò avvicinandosi <È morta> risposi <Cos'è successo "quella notte"?> mi chiese mimando le virgolette, io sorrisi <Io e tuo fratello avevamo scoperto dove si trovava la collana di vostra madre e quando stavamo per prenderla è entrato mio padre con una pistola, ho scoperto solo in quel momento che io per lui non valevo nulla preferiva quella collana a me, così io la rubai e scappai prima che arrivasse la polizia, tuo fratello mi ha raggiunto dopo qualche ora e così ho ridato la collana al legittimo proprietario> <Ed è per questo che lo odi?> mi chiese guardandomi negli occhi <No ce ne sono di motivi per odiarlo, questo è solo uno dei tanti Kai> dissi ripensado a tutto ciò che era successo, <Non portargli rancore Allyson è la cosa peggiore che tu possa fare> mi disse lui con una voce talmente tanto calma da farmi venire paura, per la prima volta Kai non mi stava urlando ma stava parlando così naturalmente con me come se ci conoscessimo da anni, <Non dovrei portagli rancore? E perché? Tanto mi ha dimostrato più volte che non ero alla sua altezza, che non gli importava nulla di me, mi ha trattato così male che mi vergogno a portare il DNA di quell'uomo> dissi quasi urlando, <Ti posso capire Allyson ma tutto questo non farà altro che torturarti per il resto della tua vita, non farti rovinare dall'odio che provi per lui> <È troppo tardi Kai> lui sospirò e poi se ne andò chiudendo la porta in ferro. Ero rimasta sola e così pensai ad un modo per evadere da qui, non era facile anche perché non sapevo dove fosse l'uscita di questo edificio ma la finestra alle mie spalle seppur non molto grande, poteva far passare facilmente una persona bassa e magra come me, avrei però dovuto rompere le sbarre in ferro per poter passare, così decisi di alzarmi, presi la sedia per arrivare alla finestra e guardare a che altezza ero, non ero poi così in alto, 'si vede che questa specie di cella in cui mi hanno rinchiusa sia nel piano più basso dell'edificio', pensai tra me e me, mi sedetti di nuovo e per tutta la notte studiai un piano per evadere. <Buongiorno principessa> entrò Kai con il suo solito sorriso, io non lo salutai lo guardai solamente posare il vassoio con la colazione per poi appoggiarsi al muro, <Mangia pure, non ti disturberò> disse, lo guardai per poi iniziare a mangiare, <Allyson se ci dici dove si trova la collana noi ti lasceremo> parlò Kai mentre io finì la mia mela, <Mai, ma non ti importa? Insomma quella collana era di tua madre Kai> gli dissi voltandomi per guardarlo, lui abbassò gli occhi <È l'unica donna che vi ha amato> continuai <Come lo sai?> domandò lui tenendo lo sguardo basso <Alexander mi ha raccontato un po la vostra storia, ma non del tutto...ad esempio vostro padre che fine ha fatto?> gli domandai lui prese un bel respiro <È morto, è stato Alexander ad ucciderlo> <Avrà avuto i suoi buoni motivi non trovi?> gli domandai <Certo, nostro padre ci picchiava e la mamma faceva di tutto per impedirlo ma non sempre ci riusciva, io e mio fratello ci siamo fatti forza da soli dopo che la mamma è morta, Alexander era il più grande quindi nostro padre gli ha insegnato come si teneva una pistola e poi con il passare degli anni lo ha incluso nella mafia, io volevo essere come mio fratello ma mio padre trovava che io fossi debole, una nullità e così una volta raggiunti i diciotto anni me ne sono andato di casa e sono arrivato nel Bronx dove tuo padre mi ha offerto un lavoro, qualche anno più tardi ricevetti una chiamata da Alexander dove mi informava che aveva ucciso nostro padre, non so per quale motivo non so cosa avesse fatto per far arrivare a tanto mio fratello ma è meglio così> concluse il racconto guardandomi negli occhi, <È per questo che mi hai detto di non portare rancore verso mio padre?> gli chiesi <Esatto>.

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