Capitolo 1

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Allyson Smith ecco chi sono una ragazza di 18 anni, una vita molto agita, mio padre grande stilista, mia madre un'avvocato di successo, io invece studio in un' accademia prestigiosa di pittura la mia più grande passione, adoro dipingere paesaggi e nel tempo libero mi diletto anche a leggere. Vivo a New York in un enorme villa, adoro questa città, non avendo nessun amico la visito spesso da sola, mi piace soffermarmi sulle vetrine delle librerie mentre sorseggio un cappuccino caldo.
Ormai è sera e io sono a tavola con i miei aspettando che ci venga servita la cena, <Ally so che sei grande ma dovrei parlarti di una cosa...> parlò mio padre prima che il campanello di casa lo interruppe, <Signore c'è un certo Alexander Lewis che la stà cercando> disse uno dei nostri maggiordomi <Fallo venire qui> il maggiordomo se nè andò <Che succede papà?> Chiesi impaurita, lui mi ignorò e poco dopo entrò un' uomo sui trent'anni, alto, moro con occhi scuri, vestito in nero, <Signor Lewis è un piacere conoscerla> disse mio padre alzandosi per stringere la mano all'uomo, <Vorrei presentarvi mia moglie e mia figlia> l'uomo guardó mia madre e le baciò poi la mano, quando fu il mio turno mi alzai di scatto dalla sedia <Non mi tocchi, che succede papà?!> Chiesi quasi urlando <Ally calmati perfavore, lui è Alexander Lewis sarà la tua guardia del corpo> <COSA!!!?> gridai <È così Ally, non posso permettere che ti succeda qualcosa, voglio sempre saperti al sicuro> parlò mio padre <Ma ho 18 anni, riesco a cavarmela da sola> <Niente obiezioni signorina, che ti piaccia o meno lui resterà sempre dietro di te, ti proteggerà! Sei la mia unica erede se ti succedesse qualcosa a chi lascerò tutto ciò?!> io sospirai <E va bene, non ho più fame scusate salgo in camera> salì le scale e quell'uomo era dietro di me, aprì la porta di camera mia e lui fece un passo in avanti per entrare prima di me, <Scusami è la mia stanza questa> <Lo so signorina ma devo assicurarmi che non ci sia nessun pericolo o persona non identificata> disse guardando sotto il letto per poi spostarsi vicino alle finestre <Cosa sei una specie di robot? "Persona non identificata"> dissi imitando la sua voce <Faccio solo il mio lavoro signorina> io sbuffai e mi appogiai alla porta, una volta che lui ebbe finito, uscì e si mise difronte a me <Tutto sicuro?> domandai <Certo signorina> lo sorpassai e chiusi la porta alle mie spalle. Aprì la finestra per far passare un po di aria, mi dedicai alla mia solita skincare e poi mi misi a letto. Mi svegliai per colpa della mia pancia che brontolava, guardai l'ora sul mio telefono, che era appoggiato sul comodino, segnava l'una di notte, sbuffai e decisi di scendere e andare in cucina per mettere qualcosa sotto i denti. Aprì la porta e difronte a me c'era una figura nera, urlai ma quella strana figura mise una mano sulla mia bocca <Sono io signorina Allyson> riconobbi la voce di Alexander, mi calmai e lui tolse la sua mano dalla mia bocca <Che ci fa sveglia?> <Ho fame> dissi sorpassandolo e dirigendomi in cucina. Arrivata davanti al frigo presi delle fragole e la panna montata, mi sedetti e iniziai a mangiare, la luce ad un tratto si accese e vidi l'imponente figura di Alexander appoggiarsi alla porta, <Puoi sederti,non ti mangio> dissi portandomi una fragola alla bocca, <Non posso signorina, non mi è consentito sedermi accanto a lei> <Perchè no?> Chiesi <Ordini di suo padre> rispose lui guardandomi negli occhi <Lui ora non è qui, puoi sederti> lui non si mosse <Alexander è un' ordine> dissi con voce ferma, lui si avvicinò e si sedette difianco a me <Tieni mangia, in tutta la sera non hai toccato cibo> dissi passandogli la ciotola con le fragole e il tubetto della panna montata, <Non ho fame> disse <Come vuoi> continuai a mangiare. Una volta sazia riposi tutto nel frigo e tornai di sopra, Alexander era dietro di me che faceva luce con una torcia, ad un tratto un bussare alla porta mi spaventò, mi girai subito verso di lui <Chi può essere?> domandai, <Non lo so signorina> il bussare continuava incessantemente, tanto da svegliare mio padre e mia madre <Che succede?! Che ci fate voi due qui?> Domandò mio padre vedendoci svegli <Avevo fame e così...> Non finì la frase che Alexander era andato ad aprire, in mano teneva una pistola. Quando aprì la porta un uomo pieno di sangue fece un passo in avanti e poi cadde a terra, Alexander si abbassò per sentire il battito <È morto> disse, io rimasi ferma dov'ero, "questa immagine orribile rimarrà impressa per sempre nella mia mente", pensai, senza accorgermene una lacrima scese dal mio occhio <Alexander porta via Ally perfavore> disse mio padre, <Venga signorina> andai con Alexander che mi teneva per un braccio, salimmo in camera, entrai e lasciai la porta socchiusa, mi misi sotto le coperte ma quando riuscì finalmente ad addormentarmi un serie di incubi mi fece svegliare e urlare, Alexander aprì la porta e si avvicinò a me <Che succede signorina?> <Non riesco a dormire, ho avuto degli incubi...quel signore...> Non riuscì a finire la frase che delle copiose lacrime solcarono il mio viso, Alexander inaspettatamente si sedette sul mio letto vicino a me e mi strinse in un abbraccio, <Ssshh va tutto bene> tentò di tranquillizzarmi, mi accarezzò la testa e io non smisi di piangere. Quando ebbi trovato un pò di forza, alzai la testa <Chi era quell' uomo?> Chiesi guardandolo negli occhi <Non lo so, signorina ma ho già avviato delle ricerche> io rimisi la testa sul suo petto e mi nascosi nelle sue forti braccia. Mi svegliai con il suono fastidioso della sveglia del mio telefono, la spensi e aprì gli occhi, ero distesa sul mio letto ma l'ultima cosa che mi ricordo era di essermi addormentata fra le braccia di Alexander, fermai i miei pensieri e misi la mia solita divisa di scuola. Scesi le scale e mi avviai in sala da pranzo per fare colazione, non trovai né mia madre né mio padre, mi sedetti e iniziai a spalmare la marmellata di pesche sulla fetta biscottata, <Buongiorno signorina> riconobbi quella voce, <Buongiorno> continuai a mangiare < Alexander sai dove sono i miei genitori?> domandai <Sono usciti di prima mattina, suo padre doveva parlare con un fornitore e sua madre aveva un' udienza in tribunale, mi hanno detto che saranno fuori tutto il giorno e che rientreranno a sera tardi> mi informò <Ah perfetto, andiamo sennò farò tardi>.

My personal bodyguardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora