Capitolo 21

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Mi svegliai con delle dolci carezze così decisi di aprire i miei occhi, alzai la testa e lo vidi con un sorriso sulle labbra <Buongiorno bimba> io gli sorrisi e rimisi la testa sul suo petto, <Mi dispiace di averti rovinato il Natale> disse continuando a coccolarmi <Tranquillo è sempre meglio di quello che passavo a casa mia> dissi stringendomi di più a lui notando questo gesto mi posò le mani sul viso sollevandolo in modo da guardarlo <Non lo hai mai festeggiato vero?> Domandò <Papà era sempre impegnato e mamma era spesso via> abbassai lo sguardo <Mi dispiace> disse lui, io scossi la testa <Non importa mi hai fatto il regalo più bello, mi hai portato via da quella casa e in più questa mattina posso usare la tazza di Ih-Oh per fare colazione> dissi sorridendo, <Hai fame?> mi domandò con un sorriso <Abbastanza> <Allora andiamo> si sollevò e poi mi prese in braccio, fece le scale e all'ultimo gradino la porta di casa si spalancò <Buongiorno capo, sono arrivate le copie dei progetti di Artur-> si fermò Christian quando ci vide <Non sapevo fossi impegnato> <Sono sempre impegnato Christian dovresti saperlo> disse Alexander portandomi in sala da pranzo e facendomi sedere sulla sedia, Christian appoggiò i fogli sul tavolo e Alexander gli prese, <Ah bene, bene, li porto in ufficio, Christian tieni d'occhio Ally> lo vidi salire le scale e così io iniziai a fare colazione con del latte nella mia tazza e un piatto di pancake davanti al naso, iniziai a bere e poi mangiai <Vuoi un pezzo?> Chiesi a Christian che era in piedi davanti a me, <No tranquilla mangia pure> si avvicinò e si sedette alla mia destra, <Avevi ragione alla fine si è calmato, mi dispiace per Maya che abbia dovuto pulire tutto questa mattina> dissi guardandolo, <Penso che ormai ci sia abituata> disse Christian <Ti posso chiedere una cosa?> gli domandai, lui annuì <Ho notato che Kai ha una certa somiglianza con qualcuno ma non so chi, tu hai qualche idea?> lui mi guardò <Ah non lo so Ally, è uno stronzo sai quanti ne vedo ogni giorno e tu pensi che io trovi una somiglianza con qualcuno? Sono tutti uguali ai miei occhi> io risi e nello stesso momento vidi Alexander scendere dalle scale <Cosa c'è di così divertente? Christian ti ha raccontato una delle sue pessime battute?> chiese sedendosi al suo posto, io e Christian ci guardammo <Si> dissi mentendo perché sapevo che se avessi anche solo nominato Kai Alexander non ci avrebbe più visto dalla rabbia, mentre uscivo dalla cucina un vetro della finestra della sala da pranzo si ruppe Christian si diresse verso di me e mi fece da scudo in modo tale che qualche vetro non mi colpisse mentre Alexander guardava fuori dalla finestra per capire chi aveva lanciato il mattone che aveva rotto il vetro <Tutto bene?> mi chiese Christian togliendosi da me <Si grazie, chi era?> domandai <Non lo so> disse Alexander <Guardate c'è un biglietto legato attorno al mattone> ci fece notare Christian, prese il biglietto e lo lesse insieme ad Alexander, si guardarono entrambi e poi guardarono me, <Cosa succede Alexander?> domandai preoccupata <Kai> disse solo lui, dalla paura di aver sentito ancora quel nome corsi verso Alexander e lo abbracciai stringendomi forte a lui <Cosa vuole?> domandai alzando la testa per guardarlo <Vuole te> disse Alexander guardando un punto indefinito della stanza <No ti prego Alexander non lasciarmi, perfavore> dissi con le lacrime agli occhi <Non lo permetterò bimba, non finirai sotto le grinfie di quel maledetto> mi strinse a sé <Christian penso sia giunta l'ora> disse rivolgendosi all' amico <Che ora?> domandai non capendo <L'ora che ti insegni a difenderti, vieni andiamo> salì le scale e io lo seguì, arrivammo davanti a una porta, lui l'aprì con una chiave e davanti a noi si presentarono delle scale a chioccia, <Dove portano?> Chiesi <Alla palestra che ho costruito, in realtà questa era la soffitta io l'ho rimodernata trasformandola in una palestra> lo seguì fino ad arrivare in una stanza non molto grande, alla mia destra c'erano degli specchi attaccati al muro mentre sulla sinistra c'erano delle grandi vetrate dalle quali si poteva osservare tutta New York, <Bene iniziamo, Christian puoi aiutarmi?> chiese Alexander al suo braccio destro, <Metti qui, tu Ally mettiti difronte a Christian> feci come aveva detto, <Bene ora insultala Christian> <Cosa?!> urlammo entrambi <Deve reagire sennò non ti colpirà mai, quindi il miglior metodo è quello di dirle qualcosa che la faccia arrabbiare > Christian ci pensò e poi parlò <La tua famiglia ti odia e non ne vuole più sapere di te> disse chiudendo gli occhi per paura di una mia reazione che però non arrivò,<Bhe?> chiese vedendomi li ferma <Dimmi qualcosa che non so Christian> dissi ridendo, <Sei una stronza> ci riprovò ma ancora nulla <Questo lo so già non sei il primo a dirmelo> gli sorrisi, <Ah sei un imbecille prova così> disse Alexander sussurandogli qualcosa all'orecchio, <Sei sicuro capo?> gli domandò Christian abbastanza preoccupato, Alexander fece cenno di sì con la testa, <Le storie che leggi sono per bambini, non ti porteranno da nessuna parte dovresti smetterla di spendere soldi in quei stupidi libri e investirli nel tuo futuro> a quella frase il sangue nelle vene iniziò a ribollirmi, nessuno doveva dire una cosa del genere sui miei libri penso che qualsiasi lettrice accanita come me avrebbe fatto ciò che feci quella volta, mi avvicinai a Christian gli tirai un calcio in mezzo alle gambe e lui si mise in ginocchio, lo presi per i capelli e feci alzare la sua testa <Non dire mai più una cosa del genere> e gli tirai un pugno in piena faccia, Christian cadde per terra mentre sentì applaudire alle mie spalle <Complimenti bimba non è male come inizio> Alexander si avvicinò a me <Dai alzati Christian> disse aiutandolo, quando si girò dalla mia parte notai il suo naso che colava sangue <Oddio scusami non volevo farti sanguinare> dissi prestandogli un fazzoletto che avevo in tasca, <Non devi scusarti, lui poteva essere stato il tuo rapitore, non ti devi mai scusare Ally, alle persone che ti faranno male poco importano le tue scuse loro vorranno solo ammazzarti o peggio, quindi tu devi essere più forte e furba di loro, dei prevedere le loro mosse se loro ti colpiscono tu devi essere pronta ad evitare qualsiasi colpo e sopratutto una volta che li vedrai stesi a terra pieni di sangue e senza più alcuna forza non dovrai mai dire mi dispiace perché ti rende debole e la debolezza è ciò di cui loro si cibano> disse Alexander guardandomi negli occhi <Ok capito> <Vai pure a pulirti Christian per oggi basta così> disse Alexander guardando Christian scendere le scale.

My personal bodyguardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora