Capitolo 26

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<La collana> disse solo Kai <Mai> ribadì Alexander <Kai non ti importa?> domandai sbucando da dietro la schiena di Alexander <Ally dove vai? Resta qui> mi disse quasi urlando Alexander <So quel che faccio Alexander> mi voltai verso Kai, <Era di vostra madre> dissi con tono dolce <Le hai detto che siamo fratelli?> Domandò Alexander alle mie spalle <Sarebbe venuta a saperlo comunque> disse Kai <Non è questo ora l'importante, ma Kai ascoltami vermante sei disposto a cedere l'ultimo ricordo di vostra madre a lui?> dissi indicando James, Kai guardò l'uomo e poi di nuovo me, <Non è mai stata mia, è sempre stata di Alexander> <Non è vero mamma la lasciata in eredità ad entrambi> disse Alexander tirando fuori dalla tasca una foglio <Cos'è?> Domandò Kai <La lettera di mamma> io la presi e iniziai a leggerla, <Cari ragazzi se state leggendo queste righe vuol dire che io non sono più con voi, siete sempre stati i miei tesori più grandi ma c'è un altra cosa di inestimabile valore che voglio lasciare ad entrambi, si tratta della mia collana, prendetevela voi due non voglio che finisca nelle mani sbagliate, di voi io mi fido e vi prego di tenerla al sicuro. Quando sarete più grandi potrete regalarla a una delle vostre amate, mi dispiace non esserci più per vedervi da adulti ma la mia malattia me lo ha impedito, rimanete sempre uniti ragazzi. Vi voglio bene, vostra mamma> guardai Alexander e poi Kai, <È anche tua Kai> dissi, lui abbassò la pistola <Non fare il mio stesso errore, fin da bambina io non ho mai avuto una vera famiglia ma tu ne hai una, almeno una parte, hai un fratello sangue del tuo sangue che sarebbe disposto  a perdere la vita per salvare la tua, ma questo lui non lo dirà mai perché il suo orgoglio glielo impedisce, credimi Kai lascia perdere> le mie parole ebbero effetto perché vidi il ragazzo lanciare la pistola il più lontano possibile per poi inginocchiarsi con la testa bassa, <Mi dispiace, pensavo che la collana fosse rimasta ad Alexander solo perché lui è il primogenito, tutti lo guardano e lo venerano come se fosse Dio, io sono solo la sua ombra> disse Kai, vidi alcune gocce cadere sul pavimento <Non è così Kai, è vero sono il maggiore ma tu non sei mai stato la mia ombra, ti ho sempre protetto anche quando eri tu a combinarle io mi prendevo le botte di papà al posto tuo, non te l' ho mai detto perché non volevo che tu soffrissi ulteriormente, volevo solo che uno dei due avesse un infanzia felice> disse Alexander, io mi avvicinai a Kai mi misi in ginocchio e lo abbracciai, mi scesero alcune lacrime ma aumentarono quando le braccia di Kai ricambiarono il gesto. <Mi dispiace> continuò a sussurrare e io continuai a ripeterli <Va tutto bene> <Dobbiamo andare ragazzi> ci disse Christian, io mi alzai <Alexander Kai verrà con noi vero?> domandai guardando il fratello maggiore <Se lui vorrà> disse solo, guardai Kai lui alzò la testa e io gli tesi la mia mano per aiutarlo ad alzarsi <Vieni Kai?> domandai <Ecco...io...non posso il mio posto è qui nel Bronx> disse lui <Il tuo posto non è mai stato nel Bronx fratello> parlò Alexander <Non posso> continuò Kai <E perchè?> gli domandai <Alexander non mi perdonerà mai> io guardai Alexander <Lo hai perdonato vero?> gli chiesi, lui sospirò <Per quanto odi ammetterlo si, l' ho perdonato nonostante tutti i casi in cui si caccia e le scelte sbagliate io lo perdono, lo farò sempre Kai> a quelle parole io sorrisi e sentì afferrarmi la mano, mi voltai e notai Kai alzarsi, <Ragazzi andiamo la polizia sta arrivando> ci informò Christian, iniziammo a correre Alexander mi teneva la mano mentre Kai era dietro di noi, usciti dall'edificio corremmo verso la bmw di Alexander e salimmo, lui era alla guida, Christian seduto difianco mentre io e Kai sui sedili posteriori, <Reggetivi> disse Alexander schiacciando giù per l'acceleratore. <Mio padre che fine farà?> domandai <Spero che la polizia lo prenda> disse Kai <Se non lo farà la polizia lo faremo noi> parlò suo fratello. Eravamo in una strada che non conoscevo <Dove andiamo?> chiesi <È una scorciatoia, servirà a non farci vedere troppo dalla polizia> disse Alexander, dietro di noi però sentì degli spari <Alexander abbiamo compagnia> disse Kai, <Chi sono?> chiesi mentre Alexander premette sull'acceleratore <Penso gli uomini di tuo padre> mi rispose Kai, <Abbassati Ally, non voglio che un proiettile ti colpisca> mi urlò Alexander, io mi abbassai e rimasi ferma mentre Christian e Kai tiravano giù i finestrini per sparare agli uomini dietro di noi. <Dovremmo averli seminati, puoi alzarti> mi informò Alexander, <Stai bene?> mi domandò Kai <Si, ma quando ci fermiamo io ho fame> sentì Alexander e Christian ridere <Tra poco bimba, usciamo dal Bronx e poi ti porto a mangiare> disse Alexander <Manca molto?> domandai <No, tranquilla>, una volta usciti dal Bronx percorremmo ancora qualche chilometro per poi fermarci in una tavola calda a mangiare e sgranchirci un po le gambe, appena Alexander parcheggiò scendemmo tutti dall'auto, <Oh finalmente> dissi stiracchiandomi, <Forza entriamo, Christian ti dispiace fare il pieno alla macchina?> domandò Alexander <No certo faccio subito> rispose Christian con le chiavi dell'auto in mano. Mentre Christian si occupava della macchina io, Kai e Alexander ci sedemmo, ordinammo patatine fritte e una bistecca, prima di iniziare a mangiare aspettai Christian che non tardò ad arrivare, mentre finivo le mie patatine guardai il locale, era molto piccolo ma accogliente le pareti gialline si abbinavano al pavimento bianco e nero, <Bimba> Alexander mi chiamò e io fui costretta a distogliere lo sguardo dall'ambiente che mi circondava, <Sono felice che tu sia viva> mi disse dandomi poi un bacio, mi erano mancate le sue labbra <Non volevo fare le cose che ti ho fatto Allyson> parlò Kai <Tranquillo è stata colpa di mio padre non tua, è così mio padre influenza facilmente le persone, le manipola, le fa diventare i suoi burattini e poi una volta che non servono più le fa fuori> a quelle parole Kai spalancò gli occhi <Avrebbe fatto lo stesso con me?> mi domandò <Probabilmente si, non sai quante persone importanti sono venute a casa mia per aiutare mio padre con i capi che creava e una volta che avevano finito il lavoro mio padre le licenziava, non gli importava chi fossero voleva solo usarli>. Un volta pagato il conto uscimmo e ci rimettemmo in viaggio.

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