Pochi secondi dopo lo vidi uscire con un asciugamano intorno alla vita, delle goccioline cadere sul suo fisico statuario e i capelli bagnati segno che si era fatto una doccia, volevo tanto farmela anche io ma non riuscivo a muovermi, avevo troppo dolore, continuai a guardarlo mentre si metteva un paio di boxer puliti e i pantaloni della tuta grigi poi si voltò verso di me, si avvicinò al letto e mi prese in braccio <Ti ho preparato un bagno caldo> disse immergendomi nella vasca con l'acqua calda, finalmente provai un po di sollievo, mi rilassai appoggiando la testa sul bordo della vasca, sentì Alexander passarmi una spugna su tutto il corpo <Sei perfetta> sussurrò <Perchè ti sei comportato così prima?! Non sembravi più tu> alzai la testa e lo guardai negli occhi <Hai evocato un brutto ricordo quando mi pregavi> io lo guardai aspettando che parlasse <Non sta sera bimba, perfavore> disse accarezzandomi la guancia <E allora quando? Devo saperlo Alexander prima di rimanere incinta e pentirmene> lui sgranò gli occhi, prese un bel respiro e poi parlò <Quando ero più giovane, verso i vent'anni ho avuto molte prostitute in camera mia, Kai lo sa bene perché ne vedeva entrare e uscire ogni sera una diversa, molte di loro erano per lo più more, non so bene perché le scegliessi di quel colore ma le preferivo, sapevano fare il loro lavoro, sapevano quali erano i limiti da non superare e uno di questi era di non innamorarsi mai del cliente ma una di loro trasgredì questa regola. L'avevo portata in camera tenendole la mano, l'avevo spogliata e poi gettata sul letto, mi avvetaì su di lei come un cacciatore fa con la sua preda, lei mi spogliò e poco dopo le ordinai di farmi un pompino, quando finì ero talmente eccitato da prenderla, sbatterla sul letto e entrare dentro di lei con tutta la forza che avevo, non riuscì a trattenermi ma lei mi pregava, continuava a chiedermi di fermarmi perché era troppo per lei, provava un dolore terribile, continuava a pregarmi come se fossi un Dio ma io non mi fermai mai. Quando ebbi finito e quando mi fui calmato lei mi confessò i suoi sentimenti per me ma io la rifiutai, il giorno dopo venni preso a calci e pugni dagli scagnozzi del gestore del nightclub, era accaduto tutto così...all'improvviso, da quel giorno non portai più nessuna donna nel mio letto, non perché avessi paura ma perché avevo capito che la maggior parte di loro non sapevano accettare un rifiuto, loro mi volevano ma io non volevo loro> mi accarezzò la guancia, io mi beai di quel gesto <E per questo che non ti ho più riconosciuto pochi secondi fa?!> gli chiesi <Esatto, mi dispiace bimba, doveva essere tutto molto più tranquillo e invece...> lo vidi serrare la mano in un pugno così gli toccai il braccio <Non importa, domani starò meglio vedrai...non succederà più Alexander...non ti pregherò più> dissi <No! Non fare di nuovo così Ally, perfavore non perdonarmi> io scossi la testa <E invece lo faccio, ti perdono perché nessuno di noi due ha avuto una vita semplice ne tanto meno abbiamo avuto un infanzia felice...quindi entrambi abbiamo bisogno di perdonarci a vicenda per tutto quello che ci è capitato> gli feci un debole sorriso, lui mi guardò per qualche secondo <L'acqua ormai è fredda> disse prendendomi poi in braccio e facendomi sedere sul ripiano del lavandino, <Tieni> mi diede un accappatoio, lo vidi scaricare l'acqua della vasca per poi uscire dalla camera, ero rimasta lì ferma con indosso un accappatoio molto morbido di colore bianco, mi guardai intorno, il bagno era grande e molto raffinato, un lavandino enorme, una doccia e una vasca, una piccola finestra per far passare il vapore, era molto confortevole pensai che aggiungendo qualche candela sarebbe stato perfetto, mi ripresi quando sentì la porta sbattere <Ecco, ti ho preso l'intimo, ero indeciso tra quello rosso e questo bianco> mi disse porgendomi le mutandine e il reggiseno in pizzo, <Grazie> lo presi e Alexander mi aiutò a chiudere i gancetti del reggiseno, mi asciugò i capelli e poi mi tolse l'accappatoio, <Ti voglio proprio così sotto le coperte> disse guardandomi, io arrossì e lui mi baciò perché sapeva quando ero in imbarazzo anche dopo averlo visto senza nulla addosso, mi prese in braccio e mi adagiò sul letto <Hai cambiato lenzuola?> domandai sentendo il profumo di pulito <Si ci sono abituato a cambiarle così spesso che sono diventato un fulmine> io risi per ciò che aveva detto, lo vidi sdraiarsi difianco a me, io appoggiai la testa sul suo petto, lui mi ricoprì con le coperte per non farmi prendere freddo e con le sue dolci carezze mi addormentai. Sentimmo la porta spalancarsi di colpo io alzai la testa e vidi Alexander afferrare la pistola che teneva sul comodino e puntarla verso l'intruso, mi girai e notai Kai con le mani in alto <Fermo sono io> disse a suo fratello che subito ripose l'arma, io nel mentre mi riappoggiai ad Alexander e chiusi gli occhi senza però dormire, lui mi coprì il più possibile in modo che suo fratello non mi guardasse <So che lo avete fatto, vi ho sentiti> disse Kai, <Che cosa vuoi?> domandò, in modo brusco, Alexander a suo fratello, <Artur è qui e vorrebbe parlarti, gli ho preparato un caffè è nel tuo ufficio> gli riferì Kai, <Va bene, cinque minuti e arrivo> sentì la porta chiudersi <Bimba, devo andare> mi sussurrò lasciandomi dolci carezze sui capelli, <Resta> dissi avvinghiandomi a lui, <Per quanto mi piacerebbe non posso farlo> mi posò un bacio sulla fronte e poi lo sentì alzarsi, io feci dei versi di disapprovazione <Tu dormi tranquilla> disse ricoprendomi con le coperte. Poche ore dopo mi alzai, mi misi una felpa di Alexander, era talmente grande che mi faceva da vestito, uscì dalla sua camera e andai nella mia, mi pettinai i capelli e mi risciaquai il viso, presi dei pantaloni lunghi e li indossai. Quando ebbi finito, andai nell'ufficio di Alexander, arrivai davanti alla sua porta e bussai <Avanti> disse, io aprì la porta e una volta dentro la richiusi, lo vidi lì seduto sulla sua scrivania con il capo chino su dei fogli, quando sentì la porta chiudersi alzò lo sguardo e subito sorrise <Non pensavo riuscissi a camminare> disse <Il dolore si è un po alleviato> mi avvicinai a lui, mi sedetti sulle sue gambe e gli diedi un bacio <Che cosa voleva Artur?> domandai giocando con i bottoni della sua camicia nera, <Affari, voleva sapere che fine aveva fatto la sua droga, quella che io gli ho promesso per ricompensare un favore che lui aveva fatto a me> mi spiegò <Mmmmhh e che fine ha fatto?> gli domandai mordendomi il labbro inferiore <Non lo so, doveva arrivare questa mattina presto al porto> prese una sigaretta ma non l'accese <Non l'accendi?> chiesi <Non voglio che i tuoi polmoni si rovinino come i miei> io sorrisi.
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My personal bodyguard
Chick-Lit⚠️Attenzione: storia con linguaggio e scene esplicite⚠️ Lei una ragazza di 18 anni, frequenta un'accademia di pittura, proviene da una famiglia benestante, suo padre grande stilista conosciuto nel mondo sua madre un'avvocato di successo. Lui un uom...