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Beltran

Non mi aspettavo questa visita.

L'agente Nolan apre la porta blindata, lanciandomi occhiatacce piene di disappunto e rancore. Annuso l'aria, sentendo il profumo inconfondibile della signorina Hole. Mandorle e fiori di loto, ecco di cosa sa quella donna. Alzo il mento, scricchiolando il collo sia a destra che a sinistra. Ovviamente ho ascoltato l'intera conversazione avvenuta tra lui e la psicologa, devo ammettere che è stato divertente sentirli litigare. «Agente, non credevo potesse essere così crudele» decanto, con voce impastata. Il mio "ospite" voleva uscire a giocare ieri pomeriggio, peccato che questo bastardo mi abbia sedato proprio nel momento meno opportuno. Non riuscirò a controllare l'altro "me" ancora per molto: vuole conoscerla, vuole assaporare la dolce psicologa e non so come calmarlo.

Semplice, lasciamela uccidere.

Trattengo un sorrisetto, sapendo benissimo che il mio ospite non si limiterebbe solo a maciullarla.

«Non lo sono affatto» ribatte l'agente, catturando la mia attenzione. «Se le permettessi di entrare, la uccideresti in un battito di ciglia» incrocia le braccia al petto, tentando di risultare minaccioso. Ai miei occhi, sembra solo un topolino innocuo e privo di coda. Mi lecco il labbro inferiore, scuotendo il capo. «Mi dispiace deluderla ma, uccidere la signorina Hole non è nei miei piani al momento.» L'agente alza un sopracciglio, chiedendomi quali sarebbero le mie intenzioni allora.

Schiocco le labbra, sogghignando: «Mi fa così stupido?» domando con sufficienza mentre lui compie un passo in avanti. «Qualsiasi cosa tu stia architettando, sappi che non sarà così facile metterla in atto Buscema.»

«Se lo dice lei» rispondo annoiato.

Lo ucciderò per primo.

Ignoro il mio ospite, cambiando argomento. «Quando cesserà l'effetto del sedativo?» chiedo, piuttosto seccato da questa fiacchezza che sento. L'agente compie un passo indietro, poi un altro e si guarda intorno per la cella. «Entro stanotte dovresti espellerlo totalmente» dice, gettando un'occhiata di sbieco al cesso di lato al portone.

«Le offrirei un tè, ma come vede...» accenno alle manette. «Ho le mani legate. Piuttosto, perché non me le toglie?» domando, parecchio seccato da questo peso.

«Questioni di sicurezza» dichiara, fissandomi.

Sbuffo, restando seduto sulla sedia al centro della cella mentre quell'uomo ancora non se ne va. Qualcosa mi dice che non ha finito di minacciarmi. «Le chiavi della tua cella le ho prese io» mi informa, mentre io assottiglio gli occhi. «Ho chiesto alla signorina Hole di restituirmele, perciò scordati visite improvvise da parte sua d'ora in poi: non la lascerò avvicinarsi a te, Beltran» mi assicura. Trattengo un sorrisetto compiaciuto, guardandolo dalla testa ai piedi con superficialità. «Dimentica che la signorina Hole non vuole essere protetta. Ho ascoltato la vostra conversazione e mi pare di capire che non conta poi così tanto per lei, anzi, la definisce più una rottura di scatole» scandisco. Mi pare abbastanza evidente che quella ragazza abbia un debole per il sottoscritto.

«Non ha importanza, la proteggerò lo stesso» ribatte, distogliendo lo sguardo. Stringe i pugni e combatte contro sé stesso pur di non mostrarmi quanto in realtà tenga alla biondina – peccato non riesca a essere impassibile. L'agente si dirige verso la porta, dandomi le spalle.

«Deve essere dura per lei, insomma, desiderare una donna che in realtà è attratta da un altro – un mostro come me» schiocco le labbra, sfottendolo. «Scommetto che nella sua testa già la vedrebbe a casa sua, tra i fornelli, ad accudire i piccoli» scuoto il capo. «Povero illuso» faccio una smorfia disgustata, vedendolo voltarsi e camminare d'improvviso in mia direzione. Stritola la mia maglietta, guardandomi dall'alto con rabbia amara.

Avanti, dammi un motivo per alzarmi da questa sedia.

Lo voglio morto.

Anche io, ma è ancora presto.

«Smettila di parlare, non sai un cazzo e non puoi erogarti il diritto di manipolarmi come hai fatto con le altre vittime. Ricordati che quello rotto e sbagliato sei tu, non io, Buscema. E con questo abbiamo chiuso.» Mi molla di colpo, senza innescarmi quella voglia matta di commettere un omicidio. Quando guardo quest'uomo, vedo solo desolazione. L'agente se ne va via, richiudendo la porta della cella con un tonfo. Rimango solo tra le quattro mura, aspetto qualche minuto prima di alzarmi. Inizio a camminare in tondo, finché non sporgo il capo verso la piccola finestra sbarrata sopra il letto. Annuso l'aria, ma percepisco solo il profumo della signorina Hole.

Jackie.

Fin dalla prima volta che ho sentito la sua voce ho provato una sorta di calore. La sua voce morbida ma suadente mi aveva colpito, nonostante indossassi la maschera e il tono mi arrivava attutito all'orecchio per via della porta blindata. Il mio ospite non sembrava particolarmente interessato all'inizio, ma al nostro primo incontro, appena i miei occhi hanno incontrato i suoi verde chiaro, l'altro "me" si è risvegliato e ha iniziato a ridere per il desiderio macabro appena partorito. Jackie Hole non sa che ha innescato in me un desiderio sessuale, come non sa che ha spinto l'altro me a ipotizzare la sua morte. Sogghigno, sedendomi sul letto per poi prendere da sotto la branda il libro che mi ha prestato.

"Piccoli suicidi tra amici".

Voglio incontrarla.

Assaggiarla.

Obbligo il mio ospite a darsi una calmata, poiché per adesso non ho intenzione di porre fine alla vita della psicologa: ho altri progetti per quella donna. Voglio il suo corpo, la sua devozione e spegnerla come un cazzo di interruttore. Mi lecco il labbro inferiore, sentendo il mio membro indurirsi dentro i pantaloni della tuta. Non posso neanche farmi una fottuta sega con queste manette. Impreco a denti stretti, stringendomi il cazzo da sopra i pantaloni così forte da farmi male. Chiudo gli occhi, immaginando soltanto le labbra carnose di Jackie su di me, i suoi ansimi e il suo ultimo, delizioso, respiro. Trattengo un sorrisetto, perché tanto so che quella ragazza troverà il modo di rivedermi molto presto e, quando accadrà, le metterò le mani addosso.



Angolo autrice:

Buongiorno a tutti, spero che la storia vi stia piacendo.

Fatemi sapere nei commenti se avete mai letto storie di questo genere, un po' dark ecco. Al giorno d'oggi li chiamano i Dark Romance, proprio perché i personaggi non sono solo cattivi ragazzi ma sono molto peggio, più che altro assassini o fuori di testa. Pubblicherò altri sei capitoli domenica prossima, spero di pubblicarne anche uno in più ma poiché da lunedì lavoro quasi tutto il giorno la vedo un po' dura. 

Mi farò sentire, in un modo o nell'altro.

Seguitemi alla pagina Instagram Car_mine01 per restare aggiornati.

Un bacio.

Il Male In TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora