Jackie
«Non credevo che il signor Buscema avesse una musa.» Volgo il capo alla mia destra, vedendo la donna che prima era in compagnia di Beltran. Eveline, una donna borghese, sensuale e assolutamente impegnata. Non mi è passato inosservato il modo in cui tentava di attirare l'attenzione su di sé: era palese che volesse invitare Beltran a casa sua per sedurlo. Rivolgo l'attenzione al quadro che Beltran ha dipinto: la mia pelle chiara è rappresentata alla perfezione e anche i tratti del mio volto sono eccelsi.
È davvero talentuoso.
«Non credo di esserlo» rispondo alla sua domanda.
Sorride in modo assolutamente falso, sfiorandosi le mani coperte dai lunghi guanti rossi. «Quell'uomo è abile con i pennelli, ma è ancora più bravo a dipingere ogni minimo dettaglio» specifica, guardando la tela che ha dipinto per me con aria studiosa. «C'è anche un'altra cosa in cui eccelle, ma non credo di potergliela rivelare» si morde il labbro inferiore, alludendo ad altro. Sbatto le ciglia, osservandola con impassibilità mentre si vanta di essere andata a letto con lui. Non credevo che si fossero spinti così in là, non ne avevo colto neanche il minimo segnale. Sapere che tra Beltran e questa donna sposata ci sia stato qualcosa mi irrita, mi fa sentire totalmente fuori posto. Eveline mi scocca una breve occhiatina vittoriosa, prima di spostare la coda rossa del suo abito per andarsene via.
Prendo un profondo respiro, chiedendomi mentalmente cosa diavolo ci faccia qui. Sto per voltarmi, quando a un tratto sbatto contro un petto solido e coperto da una camicia bianca. Alzo il capo, trovandomi a un soffio dalla maschera nera di Beltran. Sorride in modo impertinente, inclinando il volto di lato mentre io poggio una mano sul suo petto per allontanarlo. «Non sono dell'umore» lo avviso, più seria che mai. Alza un sopracciglio, leccandosi il labbro inferiore. «Che ti prende?» chiede, mentre io mi sento in difficoltà: è ovvio che non possa aprire bocca e dar sfogo ai miei sentimenti più reconditi. Non gli direi mai e poi mai che l'idea di lui con quella donna mi fa innervosire a dismisura. «Sono semplicemente stanca, ho voglia di tornarmene a casa» mento, deviando lo sguardo.
Mi studia, assottiglia gli occhi e sa che sto mentendo. «Mi sembravi stare bene prima, in compagnia del cameriere» getta una breve occhiata a Mathias.
«Stavamo solo chiacchierando» sbuffo.
«Non ne dubito» indurisce la mascella, fingendosi arrogante dietro quel suo mezzo ghigno.
«Se qui c'è qualcuno che si diverte a flirtare quella non sono io, ma tu. Eveline mi sembrava più che disposta a farsi fare un auto-ritratto da te o sbaglio?» ammicco.
«Si tratta di lavoro» fa spallucce incurante.
«Ora si chiama lavoro?» alzo un sopracciglio.
Schiude le labbra, osservandomi per qualche secondo con aria attenta. «Sei gelosa o sbaglio?»
«Ti sbagli» dico troppo velocemente, facendogli spuntare un sorrisetto da brividi e altro.
Lo odio, mi provoca continuamente e lo fa con gusto.
«Ti trovo semplicemente poco professionale, tutto qua.» Alza un sopracciglio, sembrando ancora più divertito di prima. Beltran schiocca le labbra, guardandosi intorno per la sala come se non volesse farsi vedere dagli altri invitati. «Insomma, è palese che quella donna straveda per te» scuoto il capo, leggermente infastidita.
«Sì, Eveline è una donna che sa quello che vuole» decanta con tono basso, alludendo sicuramente al mio comportamento lunatico.
Questa frecciatina poteva risparmiarsela.
Sa che ho messo da parte il mio orgoglio per seguirlo fino a Chicago, ho persino bloccato la mia frequentazione con Scott pur di approfondire questi sentimenti malsani che sento nei suoi confronti. Eppure, continua a non essere mai sazio delle mie dimostrazioni. Stringo la gonna del mio abito blu, indurendo la mascella sotto il suo sguardo prima divertito e poi attento al mio cambiamento d'umore. «Credo che me ne tornerò a casa adesso» ignoro il suo commento, ma è visibile il mio disagio.
«Non è ancora finita la serata» mi rimbecca.
«Non ha importanza» arriccio le labbra, pronta per dargli le spalle sotto la sua occhiataccia. Faccio dietro front, ma mi sembra di sentirlo pronunciare il mio nome a bassa voce. Non vengo rincorsa, ma me lo aspettavo da Beltran: è un uomo orgoglioso, d'un pezzo e non abbasserebbe il capo per nessuno. Sto per varcare la porta, quando mi accorgo di Eveline, se ne sta di lato a un'altra donna, entrambe bevono champagne e al mio passaggio trattengono dei sorrisetti smorfiosi degni di due stronze.
Non credo questo posto faccia per me.
Scuoto il capo, uscendo dalla sala con la testa che mi scoppia e i piedi che chiedono pietà. Durante il viaggio di ritorno, George sembra capire il mio stato d'animo e di tanto in tanto mi getta occhiatine preoccupate dallo specchietto centrale. Si schiarisce il tono: «Va tutto bene?»
«Potrebbe andare meglio» sospiro.
«Le mostre sono spesso piene di gente borghese, quest'ultimi non sono molto empatici» fa una smorfia.
«Me ne sono accorta» sorrido amareggiata.
George capisce che non sono in vena di chiacchiere, infatti alza il volume di una canzone che passa alla radio e lascia che le note di James Blunt mi avvolgano. Quando l'auto si ferma di fronte al vialetto di casa prendo un respiro profondo, George mi apre la portiera e io lo ringrazio. Ora che ci penso, Beltran non mi ha neanche fatto un complimento. Qualcosa nel mio sguardo deve aver insospettito George che, di colpo, mi sorride come un padre premuroso. «Tenti di non pensarci» mi consola.
Lo ringrazio, sorridendogli con affetto per poi salutarlo con una stretta di mano. «Spero di rivederla presto, George.» Annuisce con il capo e io gli getto un'ultima occhiata prima di spostarmi e augurargli buona serata. Quando richiudo il portone alle mie spalle tiro un sospiro di sollievo, i tacchi risuonano sul pavimento a ogni mio passo, stringo il corrimano delle scale in legno e mi dirigo in camera. Appena apro la porta, getto la maschera sul letto con frustrazione. A quest'ora Eveline starà facendo i salti di gioia per la mia dipartita, i due parleranno d'arte e di come dovranno incontrarsi di nascosto dal marito mentre io me ne sto qui, sola, ad attendere il suo rientro.
Angolo Autrice:
Buona domenica a tutti, ho caricato i nuovi capitoli come potete vedere. D'ora in poi sarò più libera, quindi anche attiva sui social. Pomeriggio caricherò nuovi post su Instagram, quindi mi raccomando seguitemi alla pagina Car_mine01 per restare aggiornate.
Cosa ve ne pare di Eveline?
Scrivete nei commenti le vostre considerazioni, un bacio.
Ora scappo perché vado a mare!
Alla prossima domenica.
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Il Male In Te
ChickLitIl penitenziario di Jacksonville appariva come un luogo austero, privo di vita. Dietro quelle sbarre di metallo si nascondevano uomini pericolosi, viziosi e condannati. Il direttore, ormai esausto e pronto alla pensione, cercava disperatamente una n...