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Jackie

La morte di Jesse è stata un duro colpo inaspettato. Avere un infarto a ventisette anni è qualcosa di assurdo, troppo irrealistico anche per pensarci più di due minuti. Scuoto il capo, salendo i gradini del penitenziario per poi venire aperta da Simonette. Mi sorride e io la guardo da capo a piedi: è abbronzata, ha i capelli grigi legati come al solito in uno chignon e sembra incredibilmente rilassata. «Ma guardati, stai benissimo» la squadro, le vacanze devono averle fatto molto bene. Mi ringrazia, ricambiando l'abbraccio breve che le ho appena dato. «Ci sono le ciambelle cara, ne vuoi una?» domanda, appena entro nell'edificio. Nego con il capo, dicendole che ho già fatto colazione stamattina. «Come hai passato questi giorni liberi?» le domando curiosa.

«Molto bene, la Spagna ha tutto un altro clima» sorride. Si mostra anche dispiaciuta per la morte di Nolan, mi dice che appena l'ha scoperto è crollata a piangere tra le braccia del figlio e io non posso fare altro che sorridere con colpevolezza. «I suoi genitori erano distrutti, anche Rachel e Nito. La sua morte è stata davvero orribile, purtroppo» la informo mentre lei si tocca le perle della sua collana. Sta per ribattere quando a un tratto sentiamo una terza voce aggiungersi al coro. «Buongiorno, lei è Simonette giusto?» parla un uomo, mettendosi al mio fianco. Deve essere nuovo, non credo di averlo mai visto da queste parti. Lo osservo, notando i suoi lineamenti duri e i capelli scuri.

È attraente.

«Deve firmare questo documento» parla con Simonette in modo professionale, che intanto fruga nel cassetto per prendere una penna. L'uomo di lato a me si volta a guardarmi, mi squadra da capo a piedi e io sento un leggero brivido sulla schiena, uno piacevole. «Salve, sono la psicologa del penitenziario» gli porgo la mano, sorridendo. Annuisce, stringendola con la giusta forza.

«Scott» si presenta, guardandomi dritto in viso.

«Non l'ho mai visto qui.»

«Sono nuovo, ho preso il posto del vostro precedente agente» afferma, mentre io alzo le sopracciglia. È il sostituto di Nolan, quindi. Simonette firma il foglio, mentre tra me e Scott avviene un intenso scambio di sguardi che Simonette interrompe con una tosse. «Molto bene, ora credo di dover ritornare al lavoro» mi schiarisco il tono, imbarazzata. Scott annuisce, guardandomi brevemente mentre lo supero e mi dirigo alle scale centrali per andare in ufficio. Sento i suoi occhi addosso, ma presto non li percepisco più. La mattina vola, mi occupo di alcuni detenuti e chiacchiero con loro dei libri che gli ho prestato e delle loro considerazioni. Dopo pranzo, ritorno in ufficio insieme a Rachel e Simonette. «Il nuovo agente è sexy» parlotta Rachel mentre io alzo gli occhi al cielo. Mi manca un po' la presenza di Megan, è un peccato che l'abbiano spostata. «Non credo sia impegnato, sembra un tipo anti-relazione» fa le virgolette con le dita Rachel.

«Purtroppo è troppo giovane per me» sospira Simonette mentre io ridacchio. Entrambe mi guardano ma io nego con il capo. «No, non pensateci nemmeno» mi rifiuto di dar loro manforte su questo discorso.

«Stamattina si tagliava con il coltello la vostra tensione sessuale» mormora Simonette, mentre Rachel vuole saperne di più e mi pizzica il braccio mentre salgo i gradini. «Non è successo niente, mi sono solo presentata.»

«Credo che tu gli interessi» risponde Simonette.

«No, è troppo presto per dirlo» nego con le mani, entrando in edificio con loro. Nito è ancora con gli altri agenti, quindi oggi siamo andate a pranzare solo noi tre. Dopo averle salutate, ritorno in ufficio e faccio il giro della scrivania. Mi siedo sulla poltrona, sento bussare al mio ufficio dopo pochi secondi e invito chiunque sia dall'altro lato a entrare. Scott apre la porta, mostrandosi a mento alto sotto l'uscio. Indossa la camicia nera e i pantaloni a sigaretta aderiscono perfettamente alle sue gambe muscolose. Odio ammetterlo a me stessa, ma è davvero succulento. Brava, buttati su qualcun altro per non pensare a chi vuoi davvero. Ignoro i miei commenti interni, chiedendogli se abbia bisogno di qualcosa. «Non credo di essermi presentato a dovere, vedi non sono solo il sostituto dell'agente Nolan ma sono anche venuto per indagare sulla sua morte» spiega, diligentemente. «Si sospetta che quell'uomo, Buscema, fosse aiutato dall'interno o che avesse delle informazioni su come muoversi» dice. «Sono qui per scoprire qualcosa di più e io avrei bisogno che tu mi aiutassi.»

Ha chiesto proprio alla persona sbagliata allora.

«Spero che tu mi possa aiutare Jackie» pronuncia il mio nome, sono abbastanza sicura che glielo abbia detto Rachel. «Ecco, io non saprei come aiutarla» boccheggio.

«Onestà, questo è tutto quello che chiedo.»

La serietà nel suo tono di voce mi mette a disagio.

Sembra scrutarmi, studiarmi come se già sapesse dei danni che ho combinato. «D'accordo, cercherò di esserle utile» faccio spallucce mentre lui annuisce, e compie un passo indietro. Prima di aprire la porta, si volta in mia direzione e mi guarda intensamente. «Ho un'ultima cosa da chiederti» dichiara, incredibilmente serio e sexy.

«Cosa?» domando.

«Io e te, a cena, domani sera alle otto.»

Però, sa cosa vuole e non si fa scrupoli per ottenerlo. Mi scappa un sorriso divertito e questo ammorbidisce i suoi lineamenti. «Lo prenderò per un sì» ammicca.

«Buon lavoro» lo saluto molto compiaciuta, mentre esce dal mio ufficio con fare comandante. Sto davvero facendo la scelta giusta a uscire con lui? Beltran sembra essersi volatilizzato via, io sto comunque andando avanti e ho bisogno di distrarmi per non pensare a quante scemenze ho combinato. Il cuore prende a battere più veloce appena ricordo i suoi occhi ghiaccio e il suo tocco ruvido sulla mia coscia. Stringo le gambe, schiarendomi il tono e leccandomi il labbro inferiore secco. «Meglio se mi rimetto a lavoro...» sospiro, aprendo il portatile per tentare di distrarmi da due uomini che sembrano essere piombati nella mia vita come la pioggia d'estate, d'improvviso.


Il Male In TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora