Capitolo 36: Non puoi dimenticare - ✓

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Alle 23:00 di Washington D.C., a Los Angeles erano le 20:00.

«Sì. Sì. Mamma. A Susan farebbe molto piacere rivedermi, ne sono convinto anche io.» parlò un ragazzo sui trentatré anni al telefono, mentre camminava per la stazione dei treni con fare stanco, ma entusiasta. Trasportava un borsone sulla spalla, nulla di troppo invadente; dopotutto il viaggio organizzato su due piedi non sarebbe durato chissà quante settimane, solo cinque giorni. «Gli allenamenti sono andati bene. Al gruppo mancava la mia presenza e ci siamo passati un'estate a suon di surf. Non ti nego che è passato tanto tempo da quando ho cavalcato le onde: ci voleva.» proseguì, grattandosi la nuca ramata e scompigliata con disinvoltura. «Oh? Sì! Hai visto quella foto con Myers? Non me lo sarei mai aspettato, eppure ci siamo incontrati e mi ha offerto da bere. Simpatico.»

Jake Grant stava passeggiando per i lunghi corridoi affollati della stazione di Los Angeles.
Avrebbe dovuto viaggiare per Oceanside, la sua città natia, ove la famiglia lo stava aspettando, ma gli era giunta la notizia che la sorella minore, Susan, era già andata via a Dallas, alla Southern Methodist University in Scienze Biologiche; purtroppo non aveva avuto il tempo di aspettare il suo rientro, che avevano anticipato l'assemblea di accoglienza e l'inizio delle lezioni. Dunque aveva deciso di farle una sorpresa; anziché aspettare il Natale per poter rivedere la sua sorellina appena ventenne, sarebbe andato lui direttamente da lei, senza dirle nulla.

D'altronde...non aveva nulla da fare. 

Viveva da solo a Los Angeles e aveva trovato un lavoro come addetto al California Science Center; doveva solo guidare i turisti per il centro, spiegando loro come funzionassero tutti quegli strumenti e la storia che aveva portato alla loro invenzione. Avendo una laurea in Chimica, ne sapeva molto di tutte quelle cianfrusaglie – imitazioni per impedire che le reali venissero danneggiate. Molte volte lo chiamavano per la manutenzione degli stessi, essendo l'unico ferrato in quei concetti che dei semplici addetti non potevano mai comprendere. Di sostanze chimiche ne sapeva eccome, soprattutto di come queste potevano essere miscelate per poter creare gli esplosivi più originali; ne poteva creare di molti tipi, dai più deleteri ai più contenuti, abbastanza per uccidere chi si trovava dentro una stanza senza correre il rischio di distruggere l'intero plesso dove questa sarebbe stata situata. Era avvezzo a situazioni come quelle.

Fin troppo avvezzo.

Sospirò, mentre ascoltava tutte le rassicurazioni che la madre gli stava rivolgendo, come se non sapesse che dall'altro lato della linea vi era un uomo di trentatré anni che aveva in precedenza indossato delle piastrine e aveva passato mesi e mesi in luoghi ostili e sconosciuti. Aveva optato per un treno, sebbene la lunga distanza. Preferiva di gran lunga viaggiare in treno che in aereo, dopo tutti gli anni prestati in servizio al Navy SEAL; ogni spedizione si poteva raggiungere solo in aereo. Di conseguenza, ogni volo intrapreso, anche solo per puro svago, lo riportava a quei momenti, momenti di conversazione con i suoi compagni con una bella birra, inconsapevole della guerra che lo attendeva. 

Al contrario, in treno avrebbe potuto assaporarsi ogni sprazzo di terra degli Stati Uniti, un panorama a tutte le ore del giorno; da Los Angeles a Dallas ci sarebbero volute precisamente ventiquattro ore, ma non gli importava. Aveva prenotato un vagone con cuccetta, cosicché da poter leggere un libro e godersi il dolce rumore delle rotaie. Pur volendo, non era il solo. Dopo aver fatto il biglietto, uscì dalla stazione per recarsi in un bar ristorante. Il treno sarebbe partito tra due ore, quindi c'era ancora tempo. Viaggi del genere erano organizzati di proposito la sera, cosicché la maggior parte del viaggio avanzasse mentre i passeggeri dormivano. Non vedeva l'ora di vedere la faccia impareggiabile di Susan di fronte a lui.

«Va bene mamma. Ti saluto adesso. Vorrei mangiare e non essere tartassato. Sto bene.» scherzò con un sorriso affettuoso, sedendosi a un tavolo all'angolo della sala per non dare nell'occhio.

MIND OF GLASS: OPERATION Y [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora