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È arrivato il giorno delle corse. Sono agitata.
Non ho più rivisto il signor Shelby da quando mi ha dato quei soldi che, per la cronaca, non ho speso.
L'auto del signor Shelby si ferma davanti a me.
<<Non male. Mi piace>> disse appena vede la mia figura.
Salgo in auto.
<<Hai visto? Avevi bisogno di quei soldi>>.
<<In verità...>> lo interruppi. Presi i soldi dalla tasca interna della giacca e glieli passo.
<<Non ne ho avuto bisogno>>.
Il signor Shelby prima guarda la mazzetta e poi me.
<<Tu sei tutto matto. Chiunque avrebbe usato quei soldi>> disse.
<<Già. Ma io non sono "chiunque">>.
È un sorriso quello che vedo sulla sua faccia?
Il viaggio in macchina lo passiamo in totale silenzio.
Mentre osservo il panorama fuori dal finestrino, sento gli occhi del signor Shelby addosso.
"Dovrebbe guardare la strada, non me". Avrei voluto dirgli queste parole, ma il mio sesto senso mi dice di non farlo.
Gli ho già risposto male varie volte ed è un miracolo che sia ancora viva.
Arrivati, il signor Shelby mi conduce dietro le quinte.
<<Perché non entriamo dall'ingresso principale come gli altri?>> gli chiedo.
<<Perché ci sono molte facce conosciute e fra queste facce c'è qualcuno che mi è nemico>>.
Non sarebbe Thomas Shelby, se non avesse qualche nemico. Giusto?
Ad un certo punto ci ritroviamo davanti alla pista.
Il signor Shelby mi fa cenno di seguirlo.
I nostri posti sono un po' più in alto. Almeno possiamo vedere la corsa in modo adeguato.
<<Allora? Che ne pensi?>> mi chiede.
<<Che c'è troppa gente per i miei gusti>> rispondo.
Il signor Shelby prende una sigaretta fra le labbra. Me ne porge una, che rifiuto.
<<Non bevi e non fumi. Tu vivi la vita nella più totale noia>>.
<<Come fa a dire che io non bevo?>>.
<<Perché ti ho visto. Per tutta la serata non hai fatto altro che buttare la birra nei vasi delle piante. Astemio?>>.
<<No. Astemio è una persona che non beve. Io bevo, signor Shelby, ma non in modo esagerato come lei e i suoi fratelli>>.
Sembra non ascoltare, infatti è troppo occupato a fumarsi la sigaretta e a guardarsi in giro.
Mi metto anche io ad osservare la gente.
Non lo avessi mai fatto.
Intravedo il signor Lucas a poca distanza da noi.
Entro nel panico e credo che il signor Shelby se ne sia accorto.
<<Mi scusi ho bisogno di...prendere un po' d'aria>> dico la prima cosa che mi viene in mente.
Scendo correndo la scalinata e, nel farlo, passo accanto al signor Lucas.
Vado dritto sotto le tribune e prendo un grosso respiro.
Sento un rumore di passi alle mie spalle.
<<È tutto a posto, signor Shelby. Ora vi raggiungo>>.
<<Credo che mi abbiate scambiato per qualcun altro>>.
Proprio lui mi doveva capitare.
<<State bene, ragazzo? Volete che chiami un medico?>>.
<<Sto bene. Vada a godersi la corsa>>.
Spero che questo lo faccia allontanare. Ma, ahimè, mi sono sbagliata.
<<Ma stai male. Se senti dolori da qualche parte, dimmelo. Che chiamo un dottore>>.
<<Vi ho detto che non è nulla>>.
<<Questo spetta a me deciderlo>>.
<<E dove ci sta scritto che spetterebbe a voi questa decisione?>> domando con tono ironico.
<<Da quando gli adulti comandano sui ragazzini. E guardami in faccia. Sto parlando con te!>>.
Mi strattona per un braccio. I nostri occhi si incontrano. Nei suoi leggo stupore.
<<Ma voi siete...>> si ferma. Mi guarda dalla testa ai piedi e poi sbatte gli occhi come se si fosse ripreso da uno stato di trance.
<<Peronami, giovanotto. Vi ho scambiato per qualcuno che conoscevo>>.
La sua presa si allenta, ma non molla il mio braccio.
<<Ma lo sapete...che siete davvero carino? Come vi chiamate?>>.
Ed ecco che rispunta il suo lato disgustoso.
<<Il mio nome non è affar vostro. E ora lasciatemi>>.
<<Perché? Non stiamo facendo nulla di male. Stiamo facendo amicizia>>.
Porta la sua mano destra sul mio viso, che sposto come scottata da quel lurido tocco.
<<Di solito non sono per i ragazzi. Ma credo che questa volta potrei fare un eccezione per te>>.
<<Toglietemi le mani di dosso!>> sto per portare la mano sulla mia pistola, ma lui mi afferra il braccio. Intuendo le mie azioni.
<<Un bambino non dovrebbe giocare con delle cose così pericolose>>.
Sentiamo un "click" alle sue spalle.
Il signor Shelby sta puntando una pistola alla testa del signor Lucas.
<<Lascia stare il ragazzo. Adesso!>>.
Appena il signor Lucas molla la presa sul mio braccio, ne approfitto per afferrare la pistola e dargli un colpo sulla testa, facendolo cadere a terra privo di sensi.
<<Ho interrotto qualcosa?>> mi chiede.
<<Certo che no>>.
Il signor Shelby mi afferra per il polso e mi porta dritto in macchina.
<<Ma come? E la corsa?>> chiedo.
<<Tanto vincerà il mio cavallo>>.
Mette in moto l'auto e partiamo.
Per i primi tratti del viaggio non diciamo una parola. Poi è lui a porre fine a quel silenzio imbarazzante.
<<Allora...ti piace quel genere di persone?>>.
<<Quale genere?>> chiedo confusa.
<<Lo sai...gli uomini>>.
Realizzo a cosa si riferisce il signor Shelby.
<<Signor Shelby, solo perché gli uomini mi si attaccano come delle cozze non vuol dire che a me piacciono!>> dico.
<<Non sono interessato ad avere un rapporto romantico con qualcuno, figuriamoci con...un uomo>>.
<<Io non stavo parlando di un rapporto d'amore. Io parlavo di sesso>>.
Arrossisco come un pomodoro.
Sapevo cosa fosse il sesso, ma non lo avevo mai sperimentato.
<<Ne l'uno e ne l'altro, signore. Anche perché io...>> inizia a tremarmi la voce.
<<Tu cosa?>> chiede.
<<Io non ho...>>.
Il signor Shelby ferma improvvisamente l'auto.
<<Perché ci siamo fermati?>> chiedo.
<<Tu non hai mai avuto un rapporto? Mai?>> chiede scioccato.
Abbasso il capo e poi gli faccio cenno che no, non ho mai avuto alcun tipo di rapporto.
<<Hai ventidue anni e non hai mai...>>.
<<L'età è irrilevante, signore. Non mi sento pronto per quello>>.
Il signor Shelby continua a fissarmi.
<<Sono le classiche parole che direbbe una donna. O, per meglio dire, una santarellina>>.
Ora comincio ad avere paura. Ho paura che adesso possa scoprire la mia vera identità.
<<Questo spiega il perché gli uomini ti stanno col fiato sul collo. Il tuo viso, i tuoi modi di fare e di pensare. Alle volte sembri proprio una donna>>.
Alzo lo sguardo verso di lui. Non smette di fissarmi.
Solo ora noto quanto i suoi occhi siano così azzurri e ricchi di tristezza e...paura.
"Quali sono le sue paure signor Shelby?"

Come FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora