18

290 11 0
                                    

Quella stessa sera me ne ritorno a casa bagnata dalla testa ai piedi.
È stato una serata movimentata e l'unica cosa di cui ho bisogno è un bagno caldo.
Appena entro in casa mi spoglio.
Non voglio perdere tempo.
Preparo l'acqua, aggiungo i sali e mi immergo.
Piano piano sento le mie ansie scivolare via.
Come la volta scorsa, mi metto a cantare.
<<There's a saying old, says that love is blind. Still we're often told "seek and ye shall find". So I'm going to seek a certain lad I've had in mind. Looking everywhere, haven't found him yet. He's the big affair I cannot forget. Only man I ever think of with regret>>.
Quando sento le forze abbandonarmi, esco e vado a dormire.
È un sonno senza sogni.
Il giorno successivo lo passo fra il pub, Polly e Ada.
Ada mi ha fatto vedere il suo bambino, Karl.
Sinceramente? È adorabile.
Il che è strano detto da me che non voglio avere a che fare con i bambini.
Quando l'ho preso in braccio, Ada mi ha detto che un giorno sarei stata sicuramente una brava madre.
Io?
Una madre?
Un giorno, forse.
Ora non mi sembra proprio il caso.
Per quanto riguarda Thomas, non l'ho visto.
Ne al pub, ne da sua zia, o a casa sua in generale.
È sparito.
Mi chiedo dove possa essere.
È sera.
Sto uscendo per andare al Garrison, nella speranza di trovarlo lì.
Ammetto di essere in pensiero per lui.
<<Jasper>> mi chiama una voce alle mie spalle.
È Thomas.
<<Thomas. Che ci fai qui?>> gli chiedo.
<<Vieni, andiamo a fare due passi>>.
Dalla voce sembra arrabbiato.
Mi chiedo cosa sia successo. O che cosa io abbia fatto, tralasciando il fatto della sera prima ma credo che quello sia storia vecchia.
<<Dove?>>.
<<Vieni>> mi dice.
Mi porta fino in chiesa.
"Perché proprio qui?" mi chiedo.
Lui chiude la porta alle sue spalle.
Gli chiedo il perché mi abbia portata qui.
<<Sei cattolico, Jasper?>> mi chiede di punto in bianco.
In verità, no. Ma meno sa di me, meglio è.
Per cui gli dico di sì.
<<Allora sai che la gente viene qui per confessarsi>>.
Mi fa cenno di sedermi.
Mi siedo su una delle panche e lui si mette accanto a me.
<<Ecco qua, Jasper. Te lo confesso. La prima volta che ti ho conosciuto non mi sei piaciuto. Ammetto che volevo tagliarti la gola. Sei salvo solo perché mi ha fermato John. Poi, mano a mano che ci conoscevamo, ho cominciato a cambiare opinione nei tuoi confronti>>.
<<Ammetto che neanche tu mi sei piaciuto all'inizio. La prima volta che mi hai rivolto la parola volevo prenderti a pugni. Però mi sono trattenuto>>.
<<Abbiamo passato dei momenti epici>> dice.
<<Io li definirei da pazzi>> dissi ridendo.
<<Ma dall'ultimo incontro ho capito che sei un bugiardo>>.
Resto in silenzio.
<<Nessun cattolico entrerebbe in una chiesa senza farsi il Segno della Croce>>.
<<...sei molto perspicace...>>.
<<Hai mentito riguardo alla donna che era in casa tua. Non era un "nessuno". È un qualcuno di importante. Ora scopro che sei anche ateo>>.
<<È una cosa grave?>> gli chiedo.
<<No>> dice.
<<Mento per farmi accettare>>.
<<Spilli una pinta. Ma si vede che non lo hai mai fatto>>.
<<Questo non è un colloquio, è un interrogatorio>>.
Mi alzo.
<<Siediti>>.
Usa un tono minaccioso.
Mi siedo con la testa bassa.
Temo che possa aver scoperto qualcosa, e questa volta non ne uscirò viva.
Non riesco a guardarlo negli occhi.
<<Ieri sera, quando sei tornato a casa, ti ho raggiunto. Avevi lasciato la porta aperta>>.
Il cuore mi batte a mille.
<<Ho sentito una voce. La stessa di quel giorno. E cantava. Era una canzone diversa, ma era la sua. L'altra volta c'era il paravento e quindi non ho potuto vedere un granché. Questa volta, però...>>.
"Mi ha scoperto!"
<<Qual è il tuo vero nome?>> mi chiede.
Alzo lo sguardo, ma non verso di lui.
<<Isabella. Isabella Young>>.
<<Perché ti sei travestita da uomo?>>.
<<Perché il mondo di cui faccio parte è ingiusto. Volevo solo riappropriarmi della mia vita. Scappare da un matrimonio combinato e lasciarmi tutto alle spalle>>.
<<Quanto di quello che mi hai detto fino ad oggi è vero?>>.
<<Ho mentito solo sul mio nome e sul fatto di essere un uomo>>.
Le lacrime cominciano a uscire dagli occhi.
È qui che morirò.
Almeno, per un po', ho vissuto.
<<Se vuoi uccidermi. Fallo adesso>>.
Chiudo gli occhi, pronta a ricevere il colpo finale.
Ma l'unica cosa che sento sono le sue dita che tolgono via le lacrime dal mio viso.
Lentamente sposto lo sguardo verso di lui.
<<Non voglio ucciderti. Non potrei mai>>.
Le sue parole mi colgono di sorpresa.
Sorrisi.
Almeno non sarei morta giovane.
Almeno credo.
Mi accarezza la guancia.
Le sue mani sono fredde.
<<E adesso cosa succederà? Mi vuoi ancora fra i Peaky Blinders?>>.
La sua mano non si stacca dal mio viso.
<<Dovresti sapere un'altra cosa. Un dettaglio importante sulle mie ragioni per farti rimanere>>.
<<Quale sarebbe?>>.
Non arriva nessuna risposta.
Odio quando fa così.
Si avvicina piano al mio viso e mi bacia.
Il dopobarba e le sigarette.
Questo mix di aromi mi mandano in pappa il cervello.
Il bacio è dolce, delicato, gentile.
Non mi sembra il tipo che fa cose del genere.
Mi sorprende.
Un bacio casto che dura, a malincuore, poco.
<<Vuoi rinunciare?>> mi chiede.
<<...no>> dico con un sorriso. <<Ora la voglia di lavorare con te è aumentata>>.

Come FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora