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Il mattino arrivo al pub con mille pensieri in testa.
Scivolano via quando vedo un clima allegro e delle donne ballare.
Rimango sconvolta.
Una mano mi si posa sulla spalla.
È Arthur Shelby.
<<Allora, non vuoi dirci chi è?>> chiede.
La domanda mi lascia alquanto confusa.
<<Chi è, chi?>>.
<<La donna che era a casa tua ieri sera. Tommy ci ha detto che si trovava nella tua vasca da bagno>>.
Come faceva a sapere che ero nella vasca?
<<Nessuno di importante>> dico.
<<Una puttana, allora>> disse John che, nel frattempo si è unito alla conversazione.
Entrambi mi trascinano nella saletta.
<<Chi l'avrebbe mai detto? Il piccolo Jasper va a puttane!>> urla Arthur con una nota di entusiasmo.
<<Non era una puttana>> disse il signor Shelby con la sigaretta in bocca.
<<Se lo fosse stata, mi avrebbe chiesto di entrare nella vasca, e invece...mi ha risposto per le rime>>.
Vedo che Arthur tiene ancora la mano sulla mia spalla.
Gli indico con lo sguardo la mano, e lui la toglie.
<<Torno a lavoro. Volete del whisky?>> chiedo ai tre.
<<No. Solo birra>> risponde il signor Shelby.
<<Perché niente whisky, Tommy? Stai aspettando guai?>> chiede Arthur.
Non risponde.
Torno al bancone a prendere le birre.
Quando sto per entrare nella saletta, sento John parlare con il signor Shelby.
<<Gesù, Tommy, perché diavolo li lasci cantare? È come se stessero strangolando dei gatti>> risero tutti e tre alla battuta di John.
In effetti, non ha tutti i torti.
Sono abbastanza stonati. Ma che importanza ha se poi, alla fine, si divertono?
<<Che cosa ti ha fatto cambiare idea, Tommy?>> chiede Arthur.
<<Ho capito. È passato molto tempo>> disse John.
<<Da quando?>> chiede il signor Shelby.
<<Da quando non tocchi una donna>> rispose John.
Alla parola "donna", mi tremano le mani e di conseguenza il vassoio.
<<Tu pensa a buttare giù le carte>> rispose.
<<Eddai. Hai visto quante donne ci sono? Buttati! Che aspetti?>>.
Mi calmo.
Si riferiva solo alle donne in generale.
<<Rimani così, Tommy. Ricordi cosa diceva papà? Donne veloci e cavalli lenti...>>.
<<...ti rovineranno la vita>> finiscono la frase insieme.
Entro dentro con il vassoio e le birre.
Ritorno al bancone.
La porta d'ingresso di apre, rivelando due uomini armati.
Harry, vicino a me, sembra terrorizzato.
<<Cazzo. C'è Billy Kimber>> dice.
<<Chi?>> gli chiedo. Ma non ottengo alcuna risposta.
Entra un uomo con i baffoni e, a parere mio, dalla faccia da pesce lesso.
<<C'è qualcuno di nome Shelby, qui dentro?>> chiede.
Nessuno risponde.
Spara un colpo sul tetto, spaventando tutti.
<<Ho detto: c'è qualcuno di nome Shelby, qui dentro?>>.
La porta della saletta si apre.
Il primo ad uscire è Thomas Shelby.
<<Jasper, dai da bere a questi signori. Tutti gli altri, a casa!>> urla al resto della clientela.
Si siedono tutti al tavolo al centro della stanza. Porto il vassoio con il whisky e i bicchieri e me ne ritorno al mio posto. Sento dei brividi lungo la schiena. Appena ritorno al mio posto vicino a Harry, vedo Billy Kimber fissarmi.
<<Avete detto che volete qualcuno di nome Shelby. Qui ce ne sono tre>>.
<<Non avevo mai sentito parlare di voi. Poi mi vengono a parlare di una gang di zingari. Ma mi sono detto: "E allora?". Ma poi mi avete fregato. E adesso avete tutta la mia attenzione>>.
Li fissa uno ad uno.
<<E comunque, con chi sto parlando? Chi di voi è il capo?>> chiede.
A parlare è Arthur.
<<Io sono il più anziano>>.
<<Questo lo vedo>>.
<<State ridendo di mio fratello?>> chiede con tono minaccioso John.
<<Se lui è il più vecchio, tu sei il più grosso. Mi hanno detto che il capo si chiama Tommy, e immagino siate voi, perché mi guardate dall'alto in basso come se fossi una troia del cazzo>>.
<<Voglio sapere cosa volete>> disse il signor Shelby, confermando così la sua teoria.
<<Ci sono stati giri di scommesse sospetti a Kempton Park. Un cavallo chiamato Monaghan Boy. Ha vinto due volte, e poi è finito ultimo, con 3.000 sterline scommesse su di lui>>, disse l'uomo accanto a Billy Kimber.
<<E con chi sto parlando, io? Chi di voi è il capo?>> chiede il signor Shelby guardando i due.
<<Io sono il consigliere e contabile del signor Kimber>> disse l'uomo con gli occhiali.
<<E io sono il cazzo di capo. Ok, va bene, fine della discussione. Voi avete truccato una corsa senza il mio permesso. Voi maledetti, schifosi vagabondi. Vivete con la pensione di guerra di quelle povere vedove di Garrison Lane! Questo è il vostro livello! Io sono Billy Kimber, io comando le corse! Voi ne avete truccata una, perciò vi farò il culo!>>.
Questo signor Kimber, oltre ad avere la faccia da coglione, è un vero e proprio bambino.
Mi sono dovuta conficcare le unghie nella mano per evitare di ridere.
<<Signor Kimber>> lo chiama il signor Shelby.
Uno degli uomini di Kimber tira fuori la pistola e la punta contro il signor Shelby.
Io ho la mia nella mano sinistra, pronta ad essere usata, se è necessario.
Il signor Shelby lancia un piccolo oggetto, che viene preso al volo da Kimber.
Ad occhio e croce sembra un proiettile.
<<C'è il mio nome sopra. È della famiglia Lee. Anche voi siete in guerra con i Lee, signor Kimber, ho ragione? I Lee attaccano i vostri allibratori e si prendono i vostri soldi. Non potete controllarli. Vi serve aiuto>>.
A prendere parola è il contabile di Kimber.
<<Forse dovremmo ascoltare quello che il signor Shelby ha da dire. Prima di prendere la nostra decisione>>.
<<Non esiste fiera dove la famiglia Lee si sia infiltrata. Hanno parenti ovunque. Dicono che le corse sono soldi facili, perché la polizia è impegnata con gli scioperi. Noi abbiamo dei collegamenti. Sappiamo come lavorano. Voi siete forti. Insieme, possiamo batterli. Divisi, forse no>> termina il signor Shelby.
<<Signor Kimber, forse dovremmo prenderci del tempo per riflettere, e forse accordarci per un nuovo incontro>> parla il contabile.
A vedere i due, il contabile è l'unico che si comporta come un vero capo.
<<Io vi ammiro, signor Kimber. Avete iniziato con niente, e vi siete costruito un'attività legale. Sarebbe un onore lavorare con voi, signor Kimber>>.
"Che gran leccaculo" dico mentalmente.
<<Nessuno lavora con me. La gente lavora per me>>.
Kimber lancia una moneta ai piedi del signor Shelby.
<<Raccoglilo, accattone>>.
Entrambi si lanciano uno sguardo di sfida. Mentre il signor Shelby si muove per raccoglierlo, mi muovo anche io.
<<Resta dove sei>> mi dice puntandomi il dito contro.
Il signor Shelby lo raccoglie e guarda di nuovo Kimber
Quest'ultimo ci dice che è per il soffitto e se ne va.
<<Saremo a Cheltenham>> ci informa il contabile.
<<Anch'io>>.
Nel pub cala un silenzio tombale. Si sente che il signor Shelby è incavolato nero.
<<Tu hai iniziato di proposito una guerra con i Lee. Tommy, non possiamo fare casino con quel cazzo di Billy Kimber>> dice Arthur.
<<Tu pensa a farti tagliare i capelli. Andiamo alle corse>>.
Un'altra corsa?

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