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Pov Tommy

Ho mandato mio fratello Arthur a cercare Gilbert Palmer, responsabile della scomparsa di mia moglie.
Sono stato abbastanza chiaro a riguardo.

Usa ogni mezzo possibile.

Spero solo che stia bene, e che torni a casa sana e salva.

Pov Bella

La porta si spalanca.
Entra quel prete del cazzo.
Ammesso che sia un vero prete.
<<Come si sente, signora Shelby? Le ho portato da mangiare>>.
Non fiato.
Lo guardo soltanto.
È passato altre tre volte e per tre volte ho rifiutato il suo stupido cibo.
<<Dovrebbe mangiare. Se non mangia, il suo caro maritino non la vorrà più>>.
Resto ancora in silenzio.
<<Voi, signora Shelby...>>.
Mi guarda dall'alto in basso.
Quando mi hanno presa, hanno cercato di violentarmi.
Perciò, io sono rimasta senza giacca con i primi cinque bottoni della camicia sono saltati.
E loro senza denti.
Uno di loro gli ho asportato un orecchio a morsi.
<<...siete davvero molto bella>>.
Il tempo di avvicinarsi che gli tiro una testata sul naso.
Lui impreca ed io rido di gusto.
Oltre la porta sentiamo un rumore di passi.
Lui esce, lasciandomi da sola e dandomi il tempo di liberarmi dalla corda che mi tiene la gamba legata ai piedi del letto.
<<Cosa pensi di fare, ragazzo?>>, lo sento dire.
Click.
Chiunque egli sia, è armato.
<<Ti prego, non farlo. Non sparare, ti prego. Non farlo. Abbi pietà>>.
Rumore di botte e di lamenti.
<<Sei uno zingaro di merda!>>.
Altri lamenti e grida di dolore.
Poi un urlo di rabbia.
Anche se era un urlo, ho capito subito a chi apparteneva quella voce.
Michael.
Altri passi.
<<No! Questo bastardo è mio. Andate a chiamare Finn>>.
Finalmeno sono riuscita a liberarmi.
Il tempo di vedere il mio amico pugnare alla gola quel bastardo.
Mi avvicino mentre lui continua con il suo operato.
Continua a colpire, anche se è morto.
<<Michael>>, lo chiamo ma non mi sente.
<<Michael!>>, gli afferro le mani zuppe di sangue.
Trema.
Ha paura.
Anche il viso è sporco di sangue.
Lo stringo forte e lo cullo.
<<Basta piangere. È finita. È tutto finito>>.
Usciamo da quel posto infernale e prendiamo l'auto parcheggiata con dentro due uomini di Tommy.
Durante il tragitto capisco dove mi stanno portando.
<<Ragazzi, fermatevi un secondo>>, dice Michael ai due.
Si fermano in aperta campagna.
<<Uscite. Devo parlare in privato con lei>>.
I due eseguono.
Rimaniamo solo noi due nel veicolo.
<<Come ti senti?>>, gli chiedo. Dopotutto ha ucciso un uomo.
<<Male. In un solo giorno ho ucciso due uomini>>.
Andiamo proprio bene, eh.
<<Hai capito dove stiamo andando?>>, mi chiede.
<<Si>>.
Resta in silenzio per qualche secondo.
<<Se non ci vuoi tornare. Non sei obbligata a farlo>>.
<<Lo so. Ma dovrò affrontarlo, prima o poi. No?>>.
Improvvisamente mi afferra la mano sinistra fra le sue.
<<Non voglio che ci torni. Ti spezzerà il cuore, e questo tu lo sai. Lui non ti merita>>.
<<E che cosa dovrei fare, secondo te? >>.
<<Restare con me>>.
Lo guardo stupefatta.
<<Che hai detto?>>, chiedo.
<<Resta con me. Non andare da lui. Fuggiamo via insieme. Ci rifaremo una nuova vita>>.
<<Ma che stai dicendo?>>.
<<Ti amo>>.
Ammetto di aver sempre saputo dell'affetto che Michael prova nei miei confronti.
Ma credevo fosse quel tipo di affetto che un fratello prova per una sorella.
Sicuramente avrà preso il mio silenzio per un consenso, perché mi si avvicina per baciarmi.
Gli poggio la mano sulle labbra.
<<No, Michael. Non si può>>, dico.
<<Perché no?>>.
<<Perché io sono sposata e...>>.
<<E?>>.
<<E, nonostante tutto, io amo ancora Tommy>>.
Si allontana come scottato.
<<Che cosa hai detto?>>.
<<So che dovrei odiarlo. Sono molto furiosa con lui, e ti giuro che appena lo vedo gli mollerò tanti di quei ceffoni che neanche ti immagini. Ma io lo amo e non ci posso fare niente>>.
<<Ti rendi conto che ti tradiva!? Eh!?>>.
<<Si, lo so! Ma non ci posso fare nulla. Al cuor non si comanda>>.
<<Mentre tu eri segregata in quella stanza, lui era sottoterra a scavare una buca. Sono stato io a tirarti fuori da lì. Non lui. Io!>>.
<<Ed è stata una tua iniziativa, oppure è stato lui a dare l'ordine?>>.
<<Bhe...lui ha dato l'ordine, ma...>>.
<<Michael, scendi>>.
Non se lo fa ripetere due volte. Appena lui scende, gli altri due salgono nel veicolo dritti verso casa.
È ufficiale.
Ho perso il mio migliore amico.

Pov Tommy

È ufficiale.
Sono un coglione.
Ho chiesto scusa a tutti.
Ad Arthur, perché lui stesso mi aveva detto di non fare affari con i russi. Ho dubitato di sua moglie.
Ho chiesto scusa a Linda, dandole 3.000 sterline.
A John e, ancora una volta, ad Arthur, perché hanno delle vite innocenti sulla coscienza.
Avrei voluto dire che tutto stava procedendo per il meglio, ma mentirei.
La polizia è arrivata sotto casa e ha arrestato tutti.
Arthur, John, Michael e Polly.
Esco dall'ufficio.
C'era un gran casino nel corridoio, ma era come se non sentissi più nulla.
Silenzio assoluto.
A testa bassa, mi dirigo all'ingresso, aspettando che i poliziotti portassero via tutti.
Quando l'ultimo furgone lasciò il giardino, mi giro.
Ed eccola lì.
Con i pantaloni sporchi e la camicia sbottonata.
Mi avvicino lentamente.
Pochi centimetri ci dividevano.
La prima cosa che fa è quella di tirarmi uno schiaffo.
Me lo sono proprio meritato.
Vorrei dire qualcosa, ma la verità è che mi vergogno troppo.
Chiudo gli occhi, aspettando altri schiaffi.
Perché la conosco.
Ha un carattere tosto e ribelle, e so che brucia di rabbia.
Ma so anche che buona d'animo e che sa leggere perfettamente l'anima delle persone.
Soprattutto la mia.
Quindi non mi sorprendo quando poggia la mano sulla guancia e mi toglie via quella lacrima traditrice che mi solca il viso.
Poggio la testa sulla sua spalla e mi lascio stringere.
Perché, ora come ora, l'unica cosa che vorrei è inebriarmi del suo odore.


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