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Mi chiamo Thomas Shelby e oggi ucciderò un uomo.
Oggi è il giorno del derby. L'omicidio avverrà questo pomeriggio durante le corse di cavalli a Epsom.
Forse dopo riuscirò a fuggire.
Le probabilità sono contro di me, per questo scrivo questa lettera.
Gli agenti della Corona mi hanno costretto a perpetrare l'omicidio. Nell'eventualità della mia morte, voglio che si sappia quanto segue.
La mia famiglia è completamente estranea ai fatti.
Sebbene alcuni di loro possano avere altre colpe, io non ho rivelato i dettagli della missione a nessuno e non ho utilizzato risorse della compagnia.
Gli agenti della Corona e i Feniani in favore della tregua hanno pianificato l'omicidio insieme.
Credo che il governo intenda incolpare i membri dell'IRA contrari alla tregua.
Dunque, il proiettile che sparerò questo pomeriggio farà da miccia alla guerra civile in Irlanda.
L'uomo che devo uccidere è il feldmaresciallo Russell, un ex comandante dei Black and Tan responsabile di molte atrocità nella contea di Cork.
Non provo alcun rimorso per la sua morte imminente.
Tuttavia, la congiura dietro all'omicidio è causa di ansie internazionali.
L'importanza della missione è tale che, una volta servito il mio scopo, ritengo vogliano uccidermi.
Pertanto, in questa lettera intendo fare un nome in particolare.
L'agente che ha orchestrato il crimine è il maggiore Chester Campbell dei servizi segreti britannici.
Mi ha scelto per questo sporco affare come atto di vendetta motivato da un odio di lunga durata.
Nell'eventualità della mia morte, deve essere portato a giudizio.
Se state leggendo questa lettera, significa che sono morto.
Spero che, voi che vivete in un paese davvero libero, sarete in grado di rendere noti i fatti al mondo intero.
Distinti saluti,
Thomas Shelby.


Ada ha voluto darmi questa lettera.
Il fratello le ha ordinato di imbucarla e di non fare domande.
Dice che aveva un'aria cupa.
Più del solito.
Come se stesse per andare al patibolo.
Infatti, ha ragione.
<<Devo andare subito a Epsom!>>.
Prendo il treno e vado dritta verso Empsom, sperando di arrivare in tempo.
"Maledetto idiota! Vuoi proprio farti salvare da me".
Ci sono volute tre ore e sei minuti per arrivare, ma almeno le corse non sono iniziate. Significa che Thomas non ha ancora commesso quell'omicidio.
Come tempo fa, entro dal retro, senza dare nell'occhio.
Nessuno penserebbe che una donna sia in una missione di salvataggio per salvare un uomo da morte imminente.
In lontananza scorgo le figure di John e Arthur.
Ci sono molti soldati e credo di aver capito chi è questo Russell.
L'ho riconosciuto dalle medaglie.
Ecco Thomas entrare nella tenda.
Russell esce e Thomas lo segue fino alla scalinata.
Sono poco dietro di lui, quando spunta Grace e lo ferma.
Lei lo trascina verso un punto fuori da occhi indiscreti.
Mi nascondo dietro una colonna lì accanto e ascolto.
<<Di qualunque cosa si tratti, dovrà aspettare>> le dice.
<<Non può aspettare. Mio marito sa tutto>>.
<<Tutto cosa?>> chiede.
<<Che io ero con te quella sera. Non ha voluto dirmi nulla. Dice che ha i suoi contatti o roba simile>>.
<<Non vedo come questo possa essere un mio problema. Non è successo nulla tra noi>>.
Le parole di Tommy mi lasciano di stucco.
<<Come puoi dire che non è successo nulla? Tommy, io ti amo>>.
Resta in silenzio.
<<Tu? Tu mi ami?>> gli chiede.
<<...ammetto che c'è stato del feeling tra noi. Ma è successo molto tempo fa>>.
Grace gli molla uno schiaffo e se ne va via indignata.
Almeno sono sollevata del fatto che il marito non abbia detto nulla della telefonata.
Thomas riprende il lavoro e lo segue fino ad una saletta, dove viene raggiunto da una donna.
"Mi state prendendo in giro!? Un'altra? Spuntano come funghi queste donne".
Mi siedo al tavolo alle spalle di Thomas.
<<C'è un uomo qui che deve essere allontanato dalla folla e portato in un posto tranquillo>> lo sento dire.
<<In un posto tranquillo>> lo imita.
<<Lizzie, so cosa ho detto>>.
<<Si, lo sai. Mi avevi detto che non avrei più fatto quel lavoro>>.
"Una prostituta".
<<Ti ho chiesto solo di farlo allontanare>>.
<<Mi hai detto di non fare eccezioni>>.
"Poverina. Mi dispiace per lei".
<<Ho disegnato una mappa del posto in cui devi portarlo>>.
<<Per mesi non ho fatto eccezioni perché me l'avevi detto tu>>.
<<Lizzie, devi solo tenerlo occupato. Ho segnato il punto con una X, ti raggiungerò prima che accada qualcosa. Te lo prometto>>.
<<Se mi sbaffo il trucco, magari non apprezza>>.
<<Lizzie, solo per questa volta. Poi basta. Ti darò altre cinque...>>.
<<Non ti azzardare a parlarmi di soldi. Altrimenti, giuro che ti spacco questo bicchiere in faccia. Non è stato difficile non fare eccezioni. Vuoi sapere perché?>>.
Lui non ascolta le sue parole.
Detesto le donne che ci provano con Thomas, ma lei, poverina, mi fa una gran pena.
Thomas gli indica l'uomo e lei si segna qualcosa sul suolo della scarpa col gesso.
Thomas esce dalla sala. Aspetto cinque minuti e poi mi alzo anche io.
Lo trovo al bar, davanti al bancone. Poco distante da lui c'è Campbell.
Qualcuno dice che le corse stanno per iniziare.
Seguo la massa e poi mi fermo attaccata all'uscita, così posso ascoltare la loro conversazione.
<<Non avevi da fare?>> chiede Campbell.
<<Quando si programma tutto nel dettaglio, non c'è bisogno di avere fretta>>.
<<Sai una cosa? Mi fido di te. Non ti sembra che stiamo sviluppando una sorta di rispetto reciproco?>>.
"Alla prima occasione lo ammazzo questo stronzo".
<<Vecchi rivali arrivati ad ammirarsi a vicenda e ad apprezzare le capacità dell'altro. Personalmente, credo di no>>.
<<No. Neanch'io>>.
<<Pensate ancora di restare insieme per sempre? O magari lei potrebbe fare la puttana e prendere soldi dal marito. È questo il piano?>>.
Thomas non dice niente.
<<Mi sbagliavo su di lei>>.
<<Voi una volta mi avete detto che gli uomini come noi non possono essere amati. Avevate ragione. Perché colei che amo, non ricambia tale sentimento>>.
<<Bene. Almeno posso ritenermi soddisfatto, anche se è per una cosa così banale. Un'ultima cosa, prima che voi andiate a fare il vostro dovere. Davanti a voi c'è solo la dannazione eterna, ma io ho Dio dalla mia parte e mi attende la salvezza>>.
Thomas beve un lungo sorso dal suo whisky.
<<So cosa ha fatto a Polly. So cosa è successo a mio cugino in prigione. Oggi uno di noi due morirà, ma comunque vada, domani ci sveglieremo all'inferno>>.
Thomas se ne va, lasciando Campbell da solo.
"È il momento" mi dico, ma il rumore di uno sparo mi immobilizza.
Tommy ha compiuto la sua missione.
Sento delle voci avvicinarsi, segno che devo sloggiare.
Se non oggi, ucciderò Campbell domani.
Prendo l'uscita di emergenza e vedo Thomas tenuta per le braccia da due poliziotti.
Gli sequestrano cappello e pistola e dopo lo fanno salire nel furgone.
Partono verso una meta sconosciuta. Prendo un cavallo dalle scuderie e inseguo a debita distanza il furgone.
Si fermano in mezzo a un campo, a pochi chilometri da Epsom.
Senza farmi vedere raggiungo il furgone e mi nascondo dietro esso.
<<Qualcuno di voi è mai stato in Francia?>> dice Tommy guardando quella che sembra essere una buca o, per meglio dire, una tomba.
<<Mi andrebbe una sigaretta>>.
<<Sulla Somme. Con i Black Woods>> parla uno dei rapitori.
<<...sulla Somme, con i Bulls>> dice Thomas.
<<Potete fumare>> accorda l'uomo.
Tommy tira fuori dalla tasca del cappotto un pacco di sigarette. Ne prende una e se la mette fra le labbra.
<<C'ero quasi>>.
Inspira ed espira.
<<C'ero quasi, cazzo>>.
Inspira ancora ed espira.
<<C'è una donna. Già. Una donna...che amo. E a cui mi sono affezionato. Avevo quasi tutto, cazzo! Mi manca terribilmente la sua voce. I suoi modi di fare. Il modo in cui mi teneva testa. Se mi è concesso un ultimo desiderio...vorrei sentirla cantare ancora una volta>>.
Calde lacrime mi bagnano le guance. Ha finalmente ammesso di amarmi.
Thomas si inginocchia davanti ai tre.
"Adesso o mai più!"
<<Nel bel mezzo dell'inverno>>.
Sono queste le sue ultime parole.
Sto partire all'attacco, ma uno dei tre mi ha preceduta sparando ai suoi colleghi.
Non metto via le armi, visto che quell'uomo continua a puntare l'arma su Thomas.
<<Il signor Churchill vorrebbe parlare con lei un giorno. Vi vuole vivo...ma non ha specificato il "come">>.
Premo il grilletto e gli sparo prima alla mano e poi alla testa.
Mi avvicino lentamente alla buca, facendomi così vedere da Thomas dopo tanto tempo.
<<È mai possibile che ti cacci sempre nei casini?>> gli chiedo.
Thomas è scioccato, glielo leggo negli occhi.
Si arrampica per uscire.
Appena è fuori viene verso di me.
Non mi muovo.
Mi è mancato guardarlo negli occhi.
Mi afferra il viso con le mani, per vedere se fossi reale.
<<Sei davvero tu?>> chiede con un filo di voce.
<<Sono davvero io>>.
<<Bella>>.
Mi afferra le spalle e mi abbraccia forte.
Mi è mancato da morire il suo odore.
Si stacca dopo po'.
<<Da quanto sei tornata?>> mi chiede.
<<Dal funerale di Freddie Thorne>>.
<<E non sei venuta a trovarmi neanche una volta?>>.
<<Credevo non volessi vedermi o che mi odiassi>>.
Mi accarezza la guancia.
<<Odiarti? Perché mai dovrei?>>.
<<Forse perché me ne sono andata e ho ucciso Billy Kimber per farti un dispetto>>.
<<Ammetto che mi hai colto di sorpresa. Ma non ti odio>>.
<<Davvero?>>.
<<Non potrei mai odiarti>>.
<<Hai fatto intendere a Polly e a me che mi avevi dimenticata>>.
<<È ovvio. Ero arrabbiato>>.
"Non mi odia, però è arrabbiato il signorino".
<<Arrabbiato con me stesso per non essere riuscito ad arrivare in tempo alla stazione e chiederti di restare. Come potrò fare ammenda per una cosa simile?>>.
Gli bacio la fronte.
<<Non puoi e non devi>>.
Poggia la fronte sulla mia, inspirando a pieni polmoni.
<<Cazzo, quanto mi sei mancata>>.
Chiudo gli occhi e mi beo dell'odore del suo dopobarba e delle sigarette.
<<Prima ti ho sentito. Il tuo ultimo desiderio>>.
Mi risponde con un semplice "mh-mh".
<<Vuoi che lo esaudisca?>>.
Mi fa cenno di sì, col capo.
<<Va bene, ma solo se dopo esaudirai un mio desiderio>>.
Acconsente e parto.
<<What would I give to live where you are? What would I pay to stay here beside you? What would I do to see you smiling at me? Where would we walk? Where would we run? If we could stay all day in the sun. Just you and me, and I could be part of your world>>.
Il suo cuore batte fortissimo.
Il suo respiro si fa irregolare.
<<Ora posso esprimere il mio desiderio?>> chiedo.
<<Tutto quello che vuoi>>.
Poggio la mano sulla sua guancia e gliela accarezzo.
<<Baciami>>.
Non se lo lascia ripetere due volte.
Mi afferra per la vita e mi bacia.
È un bacio bisognoso.
Disperato.
Entrambi ne avevamo bisogno.

Ed eccoci qua, ultimo capitolo della seconda parte.
La terza è ancora in fase di sviluppo, ma credo di riuscire a finirla entro la fine della settimana.
Detto questo un bacione😘 e abbiate pazienza😂😂❤️



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