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Non ho avuto altra scelta che prendere un nuovo completo.
Ho preferito prenderne uno semplice. Nero, abbinato ad una camicia bianca e la cravatta color argento.
Quest'ultima è perché ho voluto osare un po'.
Prima di scendere e andare da lui, prendo le mie pistole e le infilo dentro la giacca. Porto anche dei coltelli con me, perché non si sa mai dovesse succedere qualcosa.
Appena esco me lo ritrovo davanti ad aspettarmi con le mani dentro le tasche.
<<Siamo solo noi due?>> chiedo.
<<A quanto pare, si>>.
Questo mi fa pensare a quello che ho sentito al mercato.
Quando Kimber gli ha detto di portarmi alle corse.
Spero solo che si tratti di una mia impressione e che non mi debba preoccupare.
Come l'altra volta, entriamo dal retro.
Ad un certo punto, il signor Shelby mi dice all'orecchio <<Ora tocca a te>>.
Tocca a me, a fare cosa?
<<Dì alle guardie che sei Sir Christopher Duggan del Connemara. Ti sei perduto cercando il fantino del tuo cavallo, Dandy Flower. Se ti chiedono di me, sono prussiano e non parlo inglese>>.
<<Sei serio?>> chiedo.
Ci fermiamo.
L'uno davanti all'altro.
Mi afferra la cravatta e me la sistema.
L'odore di dopobarba e sigarette mi inonda le narici.
Vado avanti per prima, il signor Shelby rimane dietro di me.
Stranamente le guardie ci cascano.
Entriamo in un salone dove il nero e l'oro sono i colori principali. C'è musica, spettacolo e ballo.
Tutti si stanno divertendo.
A vederli mi viene voglia di ballare.
<<Preferisco il Garrison>> dice il signor Shelby.
Non ci sono paragoni fra questo posto e il Garrison.
<<Tu balli?>> mi chiede.
Si, so ballare. Ma non credo sia una buona idea farlo.
<<No>>.
Per un secondo ho pensato che me lo avesse chiesto per poter ballare insieme a lui. Poi mi sono ricordata di chi sono e di come mi sono conciata.
In basso noto Kimber e il suo contabile che, povero uomo, sta lavorando.
<<C'è Kimber>> faccio notare al mio capo.
Quest'ultimo abbassa la testa verso il punto da me indicato.
<<E allora non facciamolo aspettare>> dice.
Il signor Shelby si avvicina a una porta, da cui, ne esce suo fratello Arthur con dei borsoni.
Dal rumore deduco siano dei soldi.
<<Che succede?>> chiedo.
<<Ho deciso di fare carriera. Diventare un uomo d'affari in piena regola>> dice.
<<Dici sul serio?>> chiedo sbigottita.
<<Si>>.
Afferra i borsoni e andiamo verso Kimber.
<<Il vostro denaro, signor Kimber>> dice buttando i borsoni sul tavolo dove si trova Kimber.
<<Confiscato ai fratelli Lee e restituito a voi con preghiera d'ascolto>>.
Si siede difronte a Kimber.
<<La vostra protezione fa acqua, signor Kimber. I vostri uomini si prendono una parte. Vorrei suggerirvi di affidare, d'ora in poi, il vostro servizio di sicurezza sulle piste ai Peaky Blinders. Vi faremo risparmiare molto denaro. Moltissimo. In cambio, voi ci darete il 5% dell'incasso. E tre posti per le scommesse, legali, a ogni corsa a nord del fiume Severn, che diventeranno sei dopo un anno, se tutti saremo soddisfatti del servizio>>.
Kimber guarda il suo contabile.
<<Cosa ne dite, signor Kimber?>>.
<<Dico che ne dovete parlare con il mio contabile. Io ho voglia di divertirmi>>.
Kimber si alza da tavolo e viene verso di me.
"Non era tanto una sensazione la mia, allora".
<<Il tuo capo mi ha dato il permesso di diventirmi un po' con te. Balliamo? >> mi chiede.
O quest'uomo è pazzo, oppure è semplicemente idiota.
<<Mi spiace, ma non so ballare. E poi non credo che sia appropriato per due uomini ballare insieme>> dissi.
Avrei detto e fatto di tutto per togliere dai piedi questo verme.
Al primo passo falso, gli pianto una pallottola sulla testa.
<<Non mi è mai importato dei pettegolezzi. E poi avete un viso così carino. A nessuno importerà>> disse.
Declino ancora una volta l'offerta.
<<Come ho già detto, non so ballare>>.
<<Va bene. Allora un drink?>>.
Questa volta ho dovuto accettare. Anche perché il signor Shelby mi ha lanciato uno sguardo di rimprovero.
Kimber si allontana un minuto, ritornando al suo tavolo. Dopo un po' mi affianca il signor Shelby. Sembra un po' pallido.
<<Senti, andiamo a cena a casa di Kimber. Vive a circa tre chilometri da qui. Io devo parlare d'affari col suo ragioniere, perciò...>>.
Ho capito dove vuole arrivare.
<<In poche parole mi stai mandando nella fossa dei leoni>> dissi.
Rimaniamo in silenzio per qualche secondo.
<<Non sarei dovuto venire fin qui. Di preciso, cosa sono io per lei? Una specie di troia? Un sacco dell'immondizia?>>.
Distoglie lo sguardo dalla mia figura.
<<Ma stia tranquillo, non ce l'ho con lei. Ce l'ho con me stesso, perché nonostante ciò che ho sentito al mercato, sono venuto ugualmente>>.
Gira di scatto la testa verso di me.
<<Eri lì? Cosa hai sentito di preciso?>> chiede.
<<Ho sentito Kimber dirvi di portarmi, e voi avete detto che mi ci avreste portato nonostante il mio iniziale rifiuto. Mi maledico di essere venuto a Small Heath! Mi maledico di essere entrato a far parte dei Peaky Blinders! E soprattutto, mi maledico di avervi conosciuto, Thomas Shelby!>>.
Detto questo mi allontano, lasciando Thomas Shelby alquanto sconcertato e quel porco bastardo con lo sguardo contrariato.

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