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Tre mesi dopo
Pov Thomas

Sono passati tre masi dall'ultima volta che l'ho vista.
Di dove si trovi o che cosa stia facendo, non me ne importa un bel niente.
Ha fatto la sua scelta ed io la sto rispettando.
Ho fatto un casino, lo so.
Ma non posso obbligarla a stare con me.
<<Signor Shelby, ci sono i suoi fratelli>>, mi informa Mary. La nostra...mia governante.
<<E c'è anche una persona che si definisce "l'Ebreo errante">>.
Riprendo la sigaretta dal posacenere.
<<Fa accomodare il signore ebreo nel salone. Porta i miei fratelli in cucina e offri loro thè e rum>>.
L'Ebreo errante.
Menomale che sarei io quello vanesio.
Apro la porta del salone e mi ritrovo il famigerato Ebreo errante davanti alla finestra ad ammirare il panorama.
<<Buongiorno, signor Solomons>>, dissi.
<<Si, è un buon giorno. Che bel posticino hai qui, Thomas. Che cos'è? Un pignoramento di un debito di gioco di qualche povero giovane lord che hai imbottito di oppio in uno dei tuoi casinò? Oppure è solo un pettegolezzo?>>.
<<Un drink?>>, chiedo.
<<No, non tocco niente. La tua governante ha detto che non ti è permesso bere. Ha detto che hai talmente tante lesioni risalenti alla tua vita da sportivo, che la tua testa sembra un vaso rotto che è stato rimesso insieme da un cavallo>>.
Mi siedo su una delle sedie davanti la scrivania.
<<Dunque...a Londra si dice che te ne vai in giro per le strade di Birmingham completamente nudo, che getti via i soldi e che parli con i morti. Si dice anche che credi di essere così potente da invitare ebrei di una particolare levatura nella natura gentile in cui vivi, cosicché facciano le tue fottute offerte>>.
<<Eppure sei venuto lo stesso>>, dissi tirando dalla mia sigaretta.
<<Beh, sai, ero di passaggio>>.
<<Sai una cosa, Alfie? Stamani ho cercato di leggere il giornale e ho capito che l'unica conseguenza del mio terribile incidente è che ora mi servono gli occhiali>>.
<<Ah, va bene. Beh, conosco un uomo che può farti un paio di questi>>, mi mostra i suoi occhiali.
<<Quello che me li ha fatti è un vero mago. Ti posso assicurare che non solo potrai leggere il giornale, ma potrai anche prevedere il futuro. Questo lo so perché ha fatto questo paio per me. Quindi non devi preoccuparti di dirmi di cosa si tratta, perché l'ho già visto>>.
Rimette gli occhiali a posto.
<<Tu stai cazzeggiando con i russi, vero, stupido?>>.

Pov Bella

Io, Michael e Polly ci stiamo dirigendo verso casa di Ada per degli affari.
È da un pò che vedo Michael completamente sommerso nei suoi pensieri e con il viso più bianco di quello di un cadavere.
<<È questione di cinque minuti>>, si rivolge Polly ad Ada.
<<Ho portato Michael perché è capo contabile e Bella come testimone>>.
<<Ada, posso...usare il tuo telefono?>>, chiede lui.
<<Prima il dovere e poi il piacere>>, lo rimprovera la madre.
Nel mentre che sistemiamo tutto, Michael continua a fissare l'orologio.
<<Michael, smettila di guardare l'orologio>>.
<<Ada, mentre leggi questo, posso usare il tuo telefono?>>, chiede ancora una volta.
<<Chi è la fortunata?>>, chiede.
<<Si chiama Charlotte e il nostro Mickey non riesce a respirare se non parla con lei ogni due ore>>, disse Polly.
<<Ada, per favore>>.
<<Il telefono è all'entrata>>, gli disse.
Mentre Michael esce dalla stanza, Ada prende subito parola.
<<Pensaci, Pol. Insieme possiamo prendere il controllo. Insieme in società, possiamo sistemare le cose>>.
<<E la politica?>>, chiede.
<<Possiamo lottare insieme e vincere, questa è politica. È un nuovo tipo di politica. È così che vengo pagata e Karl può passare un bel Natale>>.
<<Benvenuta nella borghesia>>, disse.
Ada firma i fogli che Polly le ha passato.
<<Benvenuta nella Shelby Campany Limited>>.
<<Limitata e disarmata>>.
La porta si apre.
<<Michael, daresti il benvenuto ad Ada, nuova addetta a proprietà e acquisizioni?>>.
<<Congratulazioni. Dove devo firmare?>>.
Mentre Michael firma, quest'ultimo chiede ad Ada se ha del whisky.
<<Si, Tommy>>, risponde lei.
<<Ogni giorno che passa, diventa come lui>>, parla Polly.
<<A questo proposito. Tesoro, come ti senti>>, mi chiede Ada.
<<Non ne voglio parlare. Scusatemi>>, dissi alzandomi dalla sedia.
Strappo la bottiglia di whisky dalla mani del mio amico e lo poso in malo modo sul mobile.
<<Tu ora vieni con me>>, lo afferro per il polso e lo trascino di sopra in una stanza qualsiasi.
<<Che ti prende?>>, mi chiede.
<<Che prende a me? Che prende a te!? Non ti riconosco più. Stai con il muso lungo tutto il giorno, sei bianco come un lenzuolo e ora ti stai trasformando in Tommy. È chiaro che c'è qualcosa che non va. Quindi, o me lo dici con le buone o con le cattive. A te la scelta, Mickey>>.
È stato come se un peso gli si fosse stato tolto di dosso.
Michael cade a terra sulle sue ginocchia e butta fuori tutte le lacrime che ha in corpo.
Mi avvicino a lui e me lo cullo come farebbe una sorella che vede il proprio fratellino piangere perché qualcuno gli ha rubato il suo giocattolo preferito.
Fra le lacrime mi dice, <<Ho fatto un casino. Non volevo che accadesse. Non volevo>>.
<<Shhhh, va tutto bene. Che è successo.  Dimmi tutto>>.
<<Prometti che non ti arrabbierai e che non mi lascerai solo dopo che te lo avrò detto>>.
<<Mickey, io non ti abbandonerei mai. Tranquillo. E per il fatto che non mi arrabbierò, questo dipende da ciò che mi dirai>>.
Prende un profondo respiro.
<<Ho messo incinta Charlotte>>.

Pov Thomas

Io e Tatiana siamo andati al piano di sopra per starcene per i fatti nostri.
Mentre lei mi tiene per mano, io l'attiro verso di me e la bacio.
Appena si stacca per entrare in una delle stanze, afferro la sigaretta.
Faccio un tiro e poi bevo un lungo sorso dalla bottiglia.
Chiudo la porta alle mie spalle, vado verso di lei e la bacio di nuovo.
Le sue labbra sono così esperte. Chissà quanti uomini ha baciato o scopato, per poi portarli qui, in questa stanza.
<<L'ami ancora, non è vero?>>.
A sentire le sue parole, mi stacco come bruciato.
<<La vuoi?>>, chiede ancora.
<<Perché cazzo dici queste cose? Perché cazzo lo dici?>>, chiedo infuriato e strattonandola.
<<Tommy, tu la ami>>, continua.
<<Che cazzo stai dicendo?>>.
<<Vuoi lei?>>.
Mi afferra il viso con la mano, ma io gliela scanso in malo modo.
<<Vuoi lei? Si o no?>>.
Le afferro i capelli in una presa ferrea.
<<Chi cazzo sei tu? Che cazzo stai dicendo?>>, chiedo, questa volta, fra le lacrime.
<<Che cazzo...>>.
Cado insieme a lei sul pavimento.
Tatiana mi tiene fra le braccia. Mi passa la mano fra i capelli, come per consolarmi.
<<Vuoi lei...stanotte?>>, mi chiede.
La guardo come chiederle che cosa stesse dicendo.
<<Guarda>>.
Tatiana inizia a spogliarsi.
<<Nel palazzo di Tbilisi c'era un prete. Metteva qui le sue mani. Insieme allo strangolamento c'era anche l'estasi. Si chiama Khlysty. Una preghiera siberiana. Sei quasi sbronzo. Sei quasi morto. Ma in quel momento...le donne che avevano perso i loro uomini in guerra, si sdraiavano e si scopavano il fantasma. Tu vuoi lei. Tu vuoi lei, non è vero? Tu vuoi lei!>>.
Le matto la mano al collo e la allontano dal mio viso.
<<Si, è vero. Voglio lei, che è tutto tranne che un fantasma. Lei è carne. È sangue. È mia>>.
Mollo la presa sul suo collo e mi rialzo.
<<E farò di tutto per riprendermela>>, dico sbattendo la porta alle mie spalle.

Hello guys!
Come potete vedere ho pubblicato un nuovo capitolo finalmente. Questo è il mio regalo di Natale per voi♡
Auguri e Buon Natale a tutti♡♡♡♡

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