Ho passato tutta la sera a bere whisky e a starmene stesa sul letto ubriaca.
Devo aver dormito tanto perché quando mi sono svegliata, fuori dalla finestra, ho visto il tramonto.
Esco per farmi una passeggiata.
Una lunga passeggiata.
Ho accettato l'idea di essere la persona più odiata nella vita di Thomas Shelby e, ora come ora, voglio tornare a casa.
Ha iniziato a piovere, ma non mi importa.
Non mi importa se mi bagno i capelli oppure i vestiti.
Potrei prendere anche la febbre, tanto non avrebbe alcuna importanza per me.
Non mi importa neanche se sento qualcuno pestato a sangue nelle vicinanze.
<<Tommy Shelby>>.
Mi fermo di colpo.
C'è una piccola fabbrica abbandonata e l'ingresso è aperto.
Mi avvicino e quello che vedo mi fa gelare il sangue.
Stanno prestando a sangue Thomas.
"Chi sono?"
<<Sabini>>.
La sua voce è appena udibile.
Gli mette un coltello in bocca, poi gli strappano via il suo dente d'oro.
Appena Sabini dà l'ordine di ucciderlo, prendo la pistola e sparo alla mano di colui a cui era stato dato l'ordine.
Scappano via dal terrore.
Mi avvicino a lui preoccupata.
<<Thomas! Tommy!>> lo chiamo ma nulla.
Non apre gli occhi.
Poggio lo specchietto vicino al naso. Fortunatamente respira ancora.
Lo prendo sottobraccio e lo porto fino alla mia vecchia casa, sperando non sia occupata da qualche nuovo proprietario.
Stranamente è tutto come lo avevo lasciato, se non più pulito.
Ho pure trovato la porta chiusa a chiave e quindi ho dovuto sfondarla.
Porto Thomas fino in bagno. Gli tolgo tutti i vestiti e lo metto dentro la vasca, che riempio con acqua tiepida.
Mano a mano che passo la spugna sulla sua pelle, l'acqua diventa sempre più scarlatta.
Lo hanno conciato per le feste.
Ha un occhio gonfio, lo zigomo arrossato che a breve diventerà nero, il labbro spaccato, vari tagli su tutto il viso e il resto del corpo è ricoperte di macchie nere.
Gli accarezzo piano i capelli.
<<Detesto quello ti hanno fatto. La pagheranno. Te lo giuro>>.
Lo faccio uscire dalla vasca.
"Ora che ci penso, che gli metto? Di certo non può stare nudo tutto il giorno".
L'occhio mi casca sul suo fisico. Distolto subito lo sguardo imbarazzata.
Lo faccio stendere sul letto e cerco qualcosa nell'armadio.
L'interno è pieno di abiti maschili, questo vuol dire che la casa è abitata.
"Un secondo. Se davvero ci vivesse qualcuno, a quest'ora sarebbe a casa. A dormire. È notte fonda e nessuno si aggira per le strade a quest'ora di notte".
Prendo una camicia e gliela infilo, così come il resto.
Il suo viso è più rilassato, rispetto a prima.
Prendo una sedia e gli resto vicina.
Gli afferro la mano e, per la prima volta, prego che si risvegli.
Non ho voglia di dormire.
Mi faccio un giro per la casa.
I mobili sono quelli.
Le tende pure e anche il resto degli ornamenti.
Mi avvicino alla libreria. Afferro un libro.
Orgoglio e Pregiudizio.
Lo apro e trovo, fra le pagine, una piccola Margherita appassita.
"Questo è mio" mi dico.
Solo io uso i fiori come segnalibro.
Porto il libro in camera da letto e inizio a leggere.
Ricordo questa scena: il signor Darcy va a trovare Elizabeth nella casa della sua amica Charlotte per farle la proposta di matrimonio. Ma non ci riesce.
Mi rispecchio molto in Elizabeth. Ci siamo innamorate di uomini che, all'inizio, abbiamo odiato. La piccola differenza è che lei ha lottato per averlo e ha vinto. Io sto ancora combattendo, e credo che perderò.
Un sussulto alla mia sinistra mi fa scattare sull'attenti. Thomas si sta agitando nel sonno.
Inizia a sudare e a tremare.
<<Thomas! Shhh. È solo un sogno. Un brutto sogno>>.
Non si calma, anzi, peggiora. Mi stendo accanto a lui e lo cullo fra le mie braccia.
<<Shhhh. Va tutto bene>>.
Ha il battito accelerato e non respira bene.
Un attacco di panico.
Gli accarezzo i capelli dolcemente.
C'è solo una cosa che potrebbe calmarlo. Ma non so se funzionerà.
Lo bacio.
So che le persone, quando trattengono il respiro, si calmano.
Ecco, questo è un bacio per bloccarli la respirazione.
Mi stacco.
Si è calmato.
Ora che ci penso, pure lui mi aveva baciata, cogliendomi di sorpresa.
<<Adesso siamo a un bacio pari>> dissi.
La sonnolenza inizia a farsi sentire.
Guardo la sedia e mi sembra troppo scomoda e piccola per poterci dormire.
Non mi resta che dormire con lui.
Sullo stesso letto.
L'uno di fianco all'altra.
"Smettila, Bella! Vai a dormire!"
Mi stendo al suo fianco, portando una mia mano sulla sua e gliela stringo.
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Come Fuoco
FanfictionHa perso sua madre. Ha perso suo padre. Ha perso la sua fortuna e la sua casa. Isabella Young, detta Bella, è stata trattata dalla sua matrigna e dalla sua sorellastra come una serva. A ventidue anni le verrà data una notizia sconvolgente. Una notiz...