Capitolo 02

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Melvin

Non appena l'attore uscì dalla sua macchina, l'udito di Melvin morì per mano, o meglio per voce, di tutte le ragazze che cominciarono a gridare come delle pazze, strillando il suo nome.

Le loro compagne di classe provarono persino a spingere Bailee lontano dalla finestra per prendere i loro posti, ma le bastò minacciarle di spaccargli il naso per farle retrocedere.

«Nessuno mi impedirà di vedere Noemi uscire da una di quelle macchine», ululò aggrappandosi al bordo della finestra e fissando in cagnesco le nostre compagne.

Melvin ridacchiò. Non l'aveva mai vista così agguerrita e per di più per una cosa del genere.

Poi tornò a guardare fuori, particolarmente annoiato da tutto quel rumore. E pensare che erano solamente le otto e mezza del mattino.

Ne avevano fiato da sprecare.

Capiva l'eccitazione, capiva il fatto di ritrovarsi davanti il proprio attore preferito, ma in quel modo perdevano la possibilità di chiedergli un autografo o una fotografia insieme perché passavano solamente come delle pazze isteriche.

Melvin lanciò un'occhiata torva alle sue compagne di classe che avevano appena iniziato a sventolare per aria dei poster di Felix.

Non volevano proprio saperne di darsi una calmata.

Che incubo!

«Si ma calmatevi, zio cane», borbottò a bassa voce, distogliendo lo sguardo da loro per riportarlo sul cortile dove Felix stava facendo la sua sfilata prima di entrare nell'edificio.

Lo osservò mentre salutava le sue fan con un accenno di sorriso sulle labbra. I capelli biondi che ondeggiavano con il leggero venticello di quella mattina. Chissà cosa stava pensando in realtà di tutte loro...

Si voltò nuovamente verso la classe di Melvin e per un attimo i loro sguardi si incrociarono, o almeno così gli sembrò.

I suoi occhi erano dello stesso colore del ghiaccio — o forse era solamente il sole a farglieli illuminare in quel modo.

Il suo sorriso si allargò e sventolò una mano nella sue direzione. Le ragazze in aula si sgolarono per gridare ancora più forte, eccitate perché credevano che Felix le avesse salutate.

Melvin era convinto avesse salutato lui però non sapeva proprio cosa pensare.

Sbuffò. «Io esco pazzo con tutte queste urla», sussurrò all'orecchio di Bailee poi rientrò e si sedette al suo banco sospirando pesantemente.

Perché quel Felix aveva salutato lui? Lo aveva già incontrato da qualche parte? Forse nel negozio di frutta e verdura della sua famiglia? Quasi tutti i pomeriggi lavorava lì per dare una mano ai suoi genitori perciò poteva averlo servito. Non ne aveva idea, ma dubitava fortemente che un attore famoso andasse in giro per negozietti di poco conto come quello della sua famiglia.

Quindi per quale diavolo di motivo lo aveva salutato e sorriso quando era l'unico a cui la sua presenza non faceva né caldo e né freddo? L'aveva fatto di proposito? Sì, ma perché? Non aveva senso...

Non sapeva cosa pensare. L'importante era però che le sue compagne di classe non lo avessero capito e avessero pensato che il saluto fosse per loro. Meglio per lui, sennò lo avrebbero scannato per saperne il motivo, quando nemmeno lui ne conosceva la motivazione.

Bailee si accasciò sulla sua sedia con una faccia da funerale, passandosi una mano nei capelli rosa e neri poi emise un finto piagnucolio, «Noemi non è ancora arrivata. Io volevo vederla».

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