Capitolo 11

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Melvin

Alla fine ieri, Melvin era stato costretto a raccontare qualcosa alla sua famiglia perché durante la cena non aveva fatto altro che riempirlo di domande su domande. Era sbottato con il fatto che si fosse divertito e che non era successo niente di così eclatante da doverlo far sapere al mondo intero e i suoi genitori lo avevano fissato dubbiosi.

Wilmer gli aveva persino chiesto se Felix si fosse comportato bene con lui e Melvin, dopo avergli tirato un calcio da sotto al tavolo, aveva risposto che era stato sempre gentilissimo con lui e che era una brava persona.

Libby gli aveva chiesto più e più volte di portarlo a casa per farglielo conoscere, ma Melvin si era rifiutato categoricamente, in quanto, come aveva detto a tutti loro, erano usciti una sola volta e non sapeva dire con certezze se fossero o meno amici.

George gli disse solo di usare le precauzioni giuste e quello bastò per far chiudere Melvin a riccio. La cena continuò con Wilmer che raccontava di come lui e il suo amico Yuta stavano pensando di aprirla insieme l'officina una volta conclusi gli studi (cosa che tutti già sapevano perché erano anni che lo diceva). I suoi genitori si contentrarono su quello e smisero di fare domande a Melvin che riuscì a finire di mangiare in santa pace.

«Sono felice che l'appuntamento con lui sia andato così bene», replicò Bailee dopo aver ascoltato in silenzio tutto ciò che gli aveva raccontato Melvin (quasi tutto perché emise il fatto che gli stava incominciando a piacere Felix) durante l'ora buca, in quanto mancava un professore. Purtroppo per Melvin, non era quel bastardo di Jones, ma un'insegnante di prima.

«Non era un appuntamento!», esclamò, cercando di tenere un tono basso così da non far sentire a tutta la classe i suoi fatti privati.

Bailee si divertì ad alzare e abbassare le sopracciglia e Melvin si ritrovò ancora una volta a piantarle due dita su di esse per fermargliele.

«Smettila di fare così o ti uccido. Abbiamo solo passato il pomeriggio insieme.»

«Solo?», strillò Bailee scioccata e mezza classe si voltò verso di loro, ma non appena videro che erano loro due, sbuffarono e tornarono a cazzeggiare sul loro cellulare.

«Sei uscito con lui e dici solo?!»

«Teoricamente non sono uscito con lui, in quanto abbiamo passato il pomeriggio in camera sua. In ogni caso non farti troppi castelli in testa e smettila di fantasticare sulla mia vita privata che vedo le rotelline del tuo cervello elaborare qualche malsana storia.»

Lei sbuffò sonoramente in faccia al suo migliore amico che le spiattellò una manata in faccia, «Sei petulante e fastidiosa».

«Posso almeno essere contenta per te?»

Melvin le mostrò un ghigno, «Sì, ma contieniti perché se ti sento parlare di lui con le tue amiche e menzioni me, domani ti ritrovano in un fosso».

«Non dirò niente, tranquillo, non sono mica scema.»

Melvin sapeva perfettamente che la sua migliore amica non avrebbe parlato con le sue amiche della sua vita privata. Non lo aveva mai fatto e di certo non si sarebbe messa, adesso, a urlare i suoi segreti ai quattro venti perché c'era di mezzo un attore famoso. Bailee era un'amica sincera e si fidava di lei, ma adorava anche minacciarla di morte e prenderla in giro perché il loro rapporto era così e entrambi si divertivano a punzecchiarsi per qualsiasi cosa.

«Lo sei, Bai, ma è anche per questo che ti voglio bene», Melvin le pizzicò una guancia e lei gli tirò una sberla su un braccio per difendersi da quell'attacco e da quell'offesa.

«Sei uno stronzo!»

Melvin rise di gusto.

«Voglio uscire da qui.» per vedere Felix.

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