Capitolo 22

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Melvin

La prima settimana di ottobre, ovvero l'Homecoming Week, si era conclusa abbastanza bene. Melvin aveva rivisto suo cugino Lennon, che era tornato alla Maddison Town High School per assistere alla partita di football della squadra di cui fino a cinque mesi prima n'era stato lui il quarterback principale. Lennon aveva più volte chiesto a Melvin se qualcuno gli avesse dato fastidio e lui aveva compreso che si stesse riferendo esattamente a Colton Dupont e Andrew Roberts, i due giocatori e bulli con cui suo cugino si era scontrato più volte nel corso della sua carriera scolastica al liceo. Gli aveva raccontato dell'ultima vicenda in cui avevano messo in mezzo Wilmer e di come avesse sistemato Colton. E Lennon ne era rimasto piacevolmente stupito perché fino a prova contraria, Melvin aveva sempre cercato di stare fuori dai drammi scolastici, ma in quel caso gli avevano toccato suo fratello ed era ovvio che avesse reagito per difenderlo. Era orgoglioso di lui e glielo disse con un enorme sorriso sulle labbra e una pacca sulla spalla, nulla a che vedere con quelle pesanti della sua migliore amica.

Parlarono poi di ragazzi, in quanto Melvin era venuto a sapere da un mesetto che Lennon si stava frequentando con un batterista e se non ricordava male, non gli aveva mai detto di essere gay, bisessuale o pansessuale. Suo cugino gli spiegò che era successo tutto in fretta, da un bacio n'erano scaturiti altri e alla fine aveva capito di essere interessato al genere maschile e che Axel gli aveva rubato il cuore. Ammise infine di aver sudato sette camicie per riuscire a mettersi con il suo ragazzo, in quanto giurava di non saper amare. Poi Lennon gli fece la stessa domanda e il suo viso si accese per l'imbarazzo. Gli disse che c'era qualcuno, ma che aveva paura di sbagliare e di perderlo. Suo cugino non sapeva della sua asessualità, ma era a conoscenza del fatto che non si sentisse a suo agio a parlare di sesso o a pensarlo solamente, un po' come lui che si vergognava a raccontare le sue vicende intime, anche se erano due cose completamente diverse perché Lennon aveva rapporti con il suo ragazzo mentre lui proprio non voleva saperne nulla.

Lennon gli disse di non agitarsi, di non velocizzare le cose se ancora non se la sentiva e che se quel ragazzo fosse stato davvero interessato a lui, avrebbe capito e atteso il momento giusto. Quelle parole fecero sorridere Melvin perché quel momento non ci sarebbe mai stato, ma era grato di quanta dolcezza e comprensione poté sentire nella sua voce mentre gli ripeteva che doveva stare calmo e lasciare che fosse il suo cuore a decidere quando passare alla fase successiva.

Voleva tanto bene a suo cugino. Era una ragazzo dal cuore d'oro. Una persona buona, gentile e tanto comprensiva.

Una volta che si fu conclusa la partita, Lennon andò via in compagnia del suo ragazzo che era andato a prenderlo con la sua moto mentre Melvin tornò a casa con Bailee, messaggiando con Felix che per ordine di sua madre, non aveva potuto partecipare all'evento scolastico.

E ora era giunto Halloween. L'ultimo giorno di ottobre e nel corso del mese, Melvin e Felix si erano visti spesso, rafforzando il loro rapporto e diventando sempre più uniti e amici.

Felix, infatti, aveva invitato lui e Bailee a guardare film dell'orrore nella sua camera d'hotel, precisando che sua madre sarebbe stata fuori città fino al due novembre e che per quel motivo poteva fare quello che voleva. E lui desiderava passare una serata con Melvin, ma dato che Noemi si era autoinvitata, aveva pensato bene di invitare anche la migliore amica del moro per non rendere le cose strane.

Melvin e Bailee erano in camera di quest'ultima che si preparavano per la serata. In sintesi: Bailee si era cambiata per l'ennesima volta perché voleva fare bella figura con Noemi e Melvin l'aveva guardata con fare annoiato, sbuffando di tanto in tanto mentre si domandava chi glielo avesse fatto fare di avere una migliore amica cretina come lei.

«Davvero Felix ha invitato anche me?», chiese per l'ennesima volta, togliendosi il maglione rosa che fino a dieci minuti prima aveva giurato di non cambiare, «Non va bene questo, devo trovarne uno migliore».

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