Capitolo 14

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Melvin

Melvin stava per fare una cosa che prima di conoscere Felix non avrebbe mai fatto. Stava per saltare la scuola per vedersi con lui. Felix lo aveva pregato di passare più tempo possibile insieme dato che era esattamente una settimana che non si vedevano, in quanto era giunto nuovamente il mercoledì.

Perciò, dopo aver visto tutta la sua famiglia uscire di casa per andare a lavoro o per quanto riguardava Wilmer all'università, finì di cambiarsi perché non voleva uscire con Felix vestito come uno straccione (praticamente il modo in cui andava a scuola perché non aveva voglia e testa di vestirsi in modo decente). Indossò una una camicetta nera con il colletto, i polsini stretti e una fascina spessa che gli avvolgeva la vita e un paio di pantaloni color panna a campana mentre ai piedi le sue immancabili Dr. Martens.

Si pettinò i capelli e nel frattempo ricevette più di una risposta da parte di Bailee.

La prima cosa che la sua migliore amica gli chiese fu se fosse realmente lui, il vero Melvin o se fosse stato rapito dagli alieni perché era una cosa che non avrebbe mai fatto.

Melvin leggendo la sua risposta e ignorando le tremila emoji che gli aveva inviato dopo, alzò gli occhi al cielo snervato poi le rispose che era davvero lui e che lo sapeva anche lui che non aveva mai fatto una cosa del genere, ma che per una volta non moriva nessuno se saltava la scuola. Avrebbe solo perso alcune lezioni, però Bailee avrebbe comunque potuto spiegargli tutto una volta che si fossero incontrati quella stessa sera, del resto doveva pur raccontarle ogni cosa.

Bailee gli scrisse che l'importante era che non ci facesse l'abitudine, dato che la più folle tra loro due era lei.

"No, stai tranquilla, Bai."

Anche se non posso giurarlo. Non posso giurare di non farlo mai più perché se Felix è libero in quei determinati giorni, io la scuola la salto. Pensò Melvin mentre usciva da casa sua e andava a prendere la sua bicicletta.

Il suo sguardo cadde sui suoi stessi pantaloni color panna e sbuffò perché era sicuro al cento per cento che li avrebbe sporcati perciò tornò in casa e li cambiò con un paio neri. Gli piacevano quei pantaloni, sempre a campana, ma la combo nero-nero no perché lo faceva sempre una spia sfigata. Cercava sempre di non vestirsi solo di nero, ma non avrebbe rinunciato a quella camicetta perché adorava come gli stava adosso perciò il suo outfit della giornata si era appena trasformato in un total black.

Montò in sella e pedalò fulmineo verso l'hotel di Felix mentre l'aria fresca di fine settembre si infrangeva contro il suo viso e si insinuava sotto i suoi abiti leggeri, facendogli venire i brividi.

Forse avrebbe dovuto portarsi dietro un blazer... Be', ormai era andata.

Magari Felix ricreava quella scena cliché dei film romantici ovvero l'appoggiare la giacchetta, il giubbotto o quel che era sulle spalle della ragazza freddolosa, in quel caso lui, per riscaldarla con il proprio calore.

Le sue guance si tinsero di rosa davanti a quell'immagine. Una parte di Melvin sperava che quella scena accadesse realmente perché voleva sapere cosa si provasse ad avere qualcuno che si prendeva cura di lui mentre l'altra gli diceva di lasciar perdere, prima di fare una figuraccia.

Pedalò per un altro paio di minuti poi, una volta raggiunto l'hotel, avvisò Felix di scendere e di portarsi dietro la mascherina.

«Ma non attiro ancor di più l'attenzione in questo modo?», domandò Felix dopo essere uscito dall'hotel e messo davanti a Melvin che pensò fosse stupendo anche solo avendo addosso una semplice maglietta rosa cipria, un paio di jeans chiari e una giacchetta di pelle nera.

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