Melvin
«Non ti azzardare a fare domande. Fingi di non aver visto niente. Mi hai capito?»
Fu ciò che Melvin disse alla sua migliore amica quando provò ad aprir bocca per fargli domande a cui non aveva alcuna intenzione di rispondere.
«Come—»
«Bai», la minacciò con lo sguardo e lei serrò le labbra, incrociando le braccia al petto. Era chiaramente offesa ma fin tanto che erano a scuola, non le avrebbe detto niente. C'erano troppe orecchie e troppe ragazze impazzite che avrebbero ucciso per essere nella sua stessa situazione. E lui non voleva rischiare di venire tormentato da tutte loro.
I corridoi straboccavano di ragazzi che usciti dalle loro classi, stavano raggiungendo i loro armadietti per prendere i libri della materia successiva e perciò capite che quella cretina di Bailee non poteva pretendere che le parlasse di ciò che gli era appena capitato con tutte quelle persone a circondarli.
Molti ragazzi andarono addosso a Melvin, lo colpirono come se non esistesse. Se fosse stato un energumeno gigante avrebbe sgomitato a destra e a sinistra per farsi spazio tra quegli stronzi, ma purtroppo era basso, molto basso. Arrivava a malapena al metro e sessanta ed era minuto. Le persone non lo vedevano e se da un lato quella cosa gli piaceva, quando si trattava di raggiungere la sua classe o il suo armadietto era un incubo perché finiva sempre col venir sovrastato dagli altri.
La mano destra di Melvin aveva le dita intrecciate a quelle di Bailee — in quel modo non si sarebbero divisi — mentre strisciava contro gli armadietti per raggiungere l'aula di matematica.
«Odio tutto questo», sentì la sua amica gridare alle sue spalle. Avrebbe tanto voluto girarsi verso di lei per replicare, ma se l'avesse fatto sarebbe finito con lo sbattere contro qualche anta aperta o direttamente qualcuno.
Il cambio di ora era sempre un incubo, come stare in una giungla piena di animali che si attaccavano tra loro.
«A chi lo dici!», urlò Melvin a sua volta poi finalmente i suoi occhi videro la luce, ovvero le scale che li avrebbero portati al piano superiore, perciò aumentò la velocità dei suoi passi perché prima fuggivano da quel bordello, prima si sarebbero salvati la pelle.
«Studenti della Maddison Town High School—»
Perché la Preside stava parlando attraverso l'altoparlante?
Melvin si fermò di colpo e Bailee gli finì direttamente nella schiena con la testa. Dalle labbra gli sfuggì un lamento di dolore poi si voltò verso di lei e la trovò a massaggiarsi il naso mentre aveva lo sguardo assottigliato e furibondo.
Intorno a loro, tutti avevano fatto lo stesso. Congelati sul posto dopo aver udito la voce autoritaria della loro preside.
«Perché cazzo ti sei fermato?», gli sbraitò in faccia.
Melvin le prese il viso tra le mani e lo voltò verso le persone immobili in mezzo al corridoio, «Tutti si sono fermati, Bai. La preside deve dirci qualcosa».
Sbuffò.
«Con l'arrivo di questa troupe televisiva nella nostra scuola, io e i vostri insegnanti abbiamo deciso di dare la possibilità ad alcuni di voi di apparire come comparse nel telefilm, tutto questo dopo aver ricevuto il consenso dei vostri genitori, perciò chiediamo gentilmente agli alunni del quarto anno di dirigersi verso la palestra e di farlo con tranquillità mentre a tutti gli altri di tornare nelle rispettive classi. Chiunque si comporterà in modo irrispettoso perderà in partenza la possibilità di poter partecipare alle riprese. Vi ho avvisato perciò comportatevi bene.»
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Blooming Love
RomanceTematica LGBTQA+ Melvin Morgan e Felix Olander hanno ben poco in comune. Forse le uniche cose che gli accomunano sono l'essere omosessuali, adolescenti e l'odio per le attenzioni indesiderate, ma per il resto hanno due vite molto diverse. Felix è...