Melvin
Melvin, ormai, aveva deciso. Avrebbe detto ai suoi genitori di essere asessuale. Sia per le rassicurazioni di Felix che quelle che il suo cuore gli sussurrava, era molto tranquillo e certo che lo avrebbero accettato senza problemi.
Forse per molti, o forse alcuni era una cosa semplicissima da dire alle persone amate, ma per lui che per quasi due anni si era sentito sbagliato e aveva desiderato con ogni singola fibra del suo corpo di essere come tutti gli altri, quel passo, che potrebbe sembrare piccolo, era molto importante da compiere e finalmente si era deciso a muoverlo.
Con un messaggio sul gruppo di famiglia, Melvin aveva avvisato tutti di voler parlare di una cosa molto personale e di farsi trovare in salotto, dove, per l'appunto, adesso Libby stava servendo del thè caldo con tranquillità. Wilmer invece gli aveva scritto nella loro conversazione privata per chiedergli se avesse deciso di dire quella cosa e lui gli aveva risposto di sì. Suo fratello aveva replicato con tante emoji con il muscolo e un «ti voglio bene» finale che lo aveva fatto sorridere.
Il suo povero labbro inferiore era diventato rosso e leggermente gonfio per via dei morsi che si era dato nell'attesa che sua madre finisse di servire la brodaglia che sua nonna spacciava come thè e che ogni volta portava a casa loro in grandi quantità, mentre i suoi battiti ansiosi giocavano a rincorrersi nel suo petto.
«Figliolo di cosa volevi parlarci?», George piegò perfettamente il giornale che appoggiò sul tavolino davanti alle sue gambe poi prese il telecomando della televisione e la spense, facendo calare la stanza nel silenzio.
Si udirono unicamente i suoni dell'acqua calda che scivolava nelle tazzine a fiori di cui sua madre andava tanto fiera e il respiro velocizzato, quasi annaspante, di Melvin che proprio non riusciva a stare completamente tranquillo in quella situazione.
Era molto nervoso perché avrebbero potuto reagire bene oppure dire la classica frase sul fatto che era solo una breve fase e che doveva ancora capire cosa volesse realmente dalla sua vita sessuale.
Melvin si scambiò un'occhiata con suo fratello, seduto sulla sua poltrona personale rovinata dagli anni e lui gli dedicò un sorriso d'incoraggiamento che riuscì a donargli le forze di aprir bocca e parlare.
Deglutì a fatica, il nodo stretto intorno alla sua gola poi fece un profondo e lungo respiro, «Sono asessuale», confessò con voce tremante e gli occhi serrati per non guardare la loro reazione.
«Ma non eri gay?», domandò confuso il padre. Melvin aprì un solo occhio e nel farlo riuscì a beccare sua madre tirargli un forte sberlone sul coppino che lo fece gemere dal dolore.
«Significa che non prova attrazione sessuale, scemo di un marito», ribatté Libby, spostando poi il suo sguardo su Melvin che la stava fissando con occhi sgranati e la bocca socchiusa, «Ti ho sentito parlarne con Bailee un paio di anni fa perciò ho fatto una ricerca per capirne il significato», gli spiegò, ma ciò non fece altro che farlo scioccare ancor di più.
«Q-quindi lo hai sempre saputo?»
Melvin aveva la bocca asciutta e l'incredulità spiaccicata in faccia mentre si dondolava quasi meccanicamente sul posto per il nervosismo.
Libby gli sorrise, «Sì, Vinny. Sempre».
«N-non pensi che sia sbagliato, vero? O che sia solo una fase... O-o che non ho ancora trovat―»
I suoi grandi occhi si fecero lucidi e il labbro inferiore cominciò a tremare.
Lo sguardo di un figlio che aveva paura di perdere l'amore dei suoi genitori, nonostante l'avessero già accettato senza problemi in passato.
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Blooming Love
RomanceTematica LGBTQA+ Melvin Morgan e Felix Olander hanno ben poco in comune. Forse le uniche cose che gli accomunano sono l'essere omosessuali, adolescenti e l'odio per le attenzioni indesiderate, ma per il resto hanno due vite molto diverse. Felix è...