Capitolo 36

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Melvin

Lui, Melvin Morgan, l'antisociale per eccellenza, stava per varcare la soglia della festa più grande e affollata su cui i suoi occhi si fossero mai posati. La musica era altissima e non comprendeva come i vicini non si fossero ancora lamentati per tutto quel baccano e il via vai continuo di ragazzini euforici e probabilmente ubriachi. Lui avrebbe dato di matto al loro posto.

Era davvero pronto a tutto ciò? Felix lo era per davvero o si stava sforzando fin troppo per sembrare "un ragazzo normale"? Non voleva che stesse male durante il party di Cameron Evans.

Esalò un profondo respiro. No, che non era pronto ad essere circondato dai suoi compagni di classe e da chi per anni lo aveva bullizzato senza alcun ritegno. Ma lo stava facendo per Felix, o almeno ci stava provando.

Il suo ragazzo stava ridendo in compagnia di Amelia che, pochi minuti, si era fatta aiutare da lui col suo abito dorato che si era impigliato in una siepe. Invece Bailee, al posto di darle una mano, si era sbellicata dalle risate, beccandosi indietro un paio di «vaffanculo» dalla rossa, bordeaux in viso per l'imbarazzo.

Almeno loro sembravano divertirsi e anche tanto.

Melvin, d'altro canto, non riusciva proprio a rilassare i nervi tesi delle spalle e a smettere di osservare con sospetto la porta blu scuro davanti a lui che di tanto in tanto veniva aperta da alcuni invitati che uscivano per fumare o entravano perché erano appena arrivati al party.

Sospirò nuovamente.

Non era per niente pronto ad immergersi in una festa piena di adolescenti ubriachi.

Che strazio.

L'unica festa a cui avesse mai partecipato risaliva al secondo anno, se non ricordava male. Era un party a casa di Steve Bamberski, il vecchio capitano di basket e un coglione patentato, a cui suo cugino Lennon lo aveva trascinato con le forze e sotto le suppliche dei suoi genitori, che lo avevano pregato di farlo uscire dalla sua stanza. Aveva obbligato Bailee ad andare con loro poiché conscio del fatto che Lennon lo avrebbe abbandonato a se stesso non appena avesse visto la sua ragazza o i suoi migliori amici e così era stato.

Menomale che ora non stava più con quell'antipatica di Tiffany Bloom.

In conclusione: la festa aveva fatto schifo, si era annoiato a morte e Bailee era stata spinta in piscina da due ubriachi intenti a pomiciare come se la loro vita fosse dipesa da quello. Dopo aver visto la sua migliore amica uscire dall'acqua, zuppa come un pulcino o meglio un rottweiler bagnato e con la rabbia alla bocca (voleva ucciderli, già), l'aveva tirata da un braccio e insieme avevano lasciato il party, dimenticandosi però del fatto che per tornare a casa avrebbero dovuto farsi dieci chilometri a piedi. Li avevano fatti, vi starete chiedendo... Be', no, Melvin aveva chiamato suo fratello e l'aveva supplicato di andare a prenderli e grazie al cielo, gli aveva risposto di "sì" subito.

Da quel giorno non aveva più partecipato ad alcuna festa e Bailee con lui perché entrambi avevano passato il loro tempo a schivare ubriachi o a declinare le offerte di sesso ricevute dagli esaltati pieni d'alcool.

Non era decisamente un posto per loro.

Eppure ora non sembrava più essere così, almeno per Bailee che non stava nella pelle di bere e ballare con Amelia e molto probabilmente fare altro. Lui rimaneva dell'idea che quelle feste erano solo una scusa per ubriacarsi e fare sesso, entrambe attività che non erano di suo gradimento perciò la sua gioia di partecipare a quel festino era finita sotto le suole delle sue Dr. Martens.

Ma rimaneva il fatto che l'aveva promesso a Felix. Al suo ragazzo che lo stava guardando con un sorriso felice e gli occhi sereni illuminati dalle luci violacee che riflettevano dentro la villa.

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