Capitolo 31

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Melvin

«Questa mattina mentre entravo in aula, uno squadrone di "anti-Melvin" mi ha squadrato dalla testa ai piedi e per la prima volta ho visto la Conway roteare gli occhi, stanca di quel teatrino creato dalle ragazze, infatti le ha sgridate, mettendole infine a tacere», raccontò compiaciuto Melvin alla sua migliore amica dopo essersi incontrati per il cambio dell'ora.

Adesso si trovavano davanti ai loro armadietti. Bailee, non appena l'aveva raggiunto, gli aveva chiesto se qualcuno gli avesse dato fastidio e poi gli aveva ricordato che poteva sempre chiamare il gruppo che lo sosteneva per aiutarlo con quelle fuori di testa.

«Ma ancora non si sono stancate?! Felix non se le filerà mai, cazzo. È frocio tanto quanto noi.»

Bailee aveva sempre una certa delicatezza nel dire le cose che quasi lo commuoveva. La sua amica era sempre stata quel tipo di persona che se non le andava a genio qualcosa o qualcuno, lo diceva in faccia e senza peli sulla lingua o lo gridava per farsi sentire dai diretti interessati e per iniziare a discutere. Se qualcuno l'infastidiva, usciva fuori lo scaricatore di porto che c'era in lei e incominciava a sbraitare a destra e a sinistra, aggiungendo più parolacce possibili. Quello era uno dei motivi per cui Bailee veniva considerata una svitata dalla maggior parte della scuola, ma semplicemente era una persona schietta che usava troppe parolacce però pur sempre sincera. E quella cosa a molti non andava bene perché se a lei faceva vomitare il vestito di una loro compagna, glielo diceva, senza star a pensare al fatto che potesse offendersi.

Melvin esplose in una risata, «Bai...».

Spalancò le mani ai lati del suo viso per enfatizzare ciò che aveva detto e lo fissò con occhi aperti, oscillando leggermente il capo, «Cosa? Ho detto la verità ed è ora che queste quattro oche incomincino ad accettarlo, cazzo».

«Lo so, ma tanto non lo capiranno mai perché sono troppo accecate e vedono solo ciò che vogliono loro. Sono convinte che se solo non fossi mai entrato nella sua vita, Felix sarebbe rimasto "etero" e loro avrebbero potuto avere una possibilità», ribatté lui, consapevole del fatto che fosse solo all'inizio di quel tormento e che non sarebbe finito tanto presto come aveva sperato.

Fin tanto che non accettavano la realtà dei fatti, avrebbero continuato a perseguitarlo per convincerlo a lasciare Felix.

Uno strazio.

«Secondo me dovreste spiattellarglielo in faccia una volta per tutte.»

«In che senso?», inarcò un sopracciglio, anche se aveva un po' intenso cosa volesse dirgli la sua migliore amica, ma sperava vivamente non fosse quello.

«Dovreste baciarvi davanti a tutte loro, magari in questo modo capiranno che la loro chance non è mai esistita.»

Come non detto! Era proprio ciò che Melvin aveva immaginato volesse consigliarli per farle smettere di tormentarlo ed era una pazzia, nonostante amasse l'idea di poter baciare Felix in libertà, fregandosene di tutto e tutti. Il problema stava nel fatto che Felix soffriva di ansia e di panico e lui non voleva metterlo in una situazione in cui i suoi attacchi sarebbero potuti tornare alla riscossa. Per non parlare del suo piano di non attirare l'attenzione... Ormai era andato a farsi fottere, ma detto in sincerità: nemmeno gli importava più perché era in grado di gestirla e di non farsi abbattere da ciò che i suoi compagni gli sputavano addosso. Chi lo preoccupava era il suo ragazzo che stava ricevendo talmente tanto odio che temeva sarebbe crollato da un momento all'altro e il baciarsi davanti a tutti, forse avrebbe contribuito a farlo precipitare ancor di più nell'oscurità dei suoi pensieri.

«Non credo sia il modo corretto, Bai... Felix non è uno da scenate in grande stile per annunciare le cose, come ben sai. Nessuno avrebbe dovuto sapere di noi eppure ora chiunque era a conoscenza dell'omosesssualità di Felix e che il suo ragazzo sono io.»

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