Rosaline
<<Queste uova sono fantastiche!cosa ci hai messo per farle così?>>Grace e io siamo sedute sulla penisola della cucina mentre mangiamo le uova che mia madre ci ha preparato per la colazione.
In questi ultimi giorni sembra sempre indaffarata con il lavoro e vederla è stata quasi un miracolo.
Mi piace che abbia trovato un lavoro ma non vederla mi fa stare male.
Fin da quando ero piccola ero abituata a starmene a casa da sola anche per sei o sette ore. Mia madre spesso faceva i doppi turni e dato che non avevamo parenti e soldi per una tata,me la sono sempre cavata da sola.
Per quanto mi ci fossi abituata,stare senza mia madre mi faceva sentire diversa dai miei coetanei che passavano i pomeriggi al parco con i genitori o guardavano un cartone animato la sera insieme.
<<Il segreto sono le spezie Grace>> risponde mia madre soddisfatta del suo lavoro da cuoca provetta.
Nel frattempo arriva Rob che lascia una miriade di baci sul collo di mia madre mentre lei non riesce a fare a meno di sorridere imbarazzata <<Buongiorno tesoro>>le sussurra all'orecchio.
<<ragazze>>
<<Giorno pá>>
Mentre io mi limito a un sorriso forzato.
Ancora non mi sono abituata alla sua presenza. Per quanto veda mia madre felice non mi fa che ricordami continuamente quello che non ho avuto per tutta la mia vita...un padre.
<<Ti ricordi del gala di stasera Julia?>>chiede lui mentre ruba una fetta di pane tostato e uova.
<<Si certo tesoro>>
Galá?
<<Mi spiace che voi ragazze abbiate da studiare il compito in classe di domani. Il professor Birlingham è davvero esagerato a darci tutta quella roba>>
<<Scusate di che parlate?>>mi intrometto io mentre bevo il succo all'ace.
Rob guarda Grace con un'espressione che giudicherei quasi incazzata <<Non gliel'hai detto?>>
Grace mi tira una gomitata da sotto il tavolo<<si che l'ho fatto,deve essersi dimenticata,vero Rose?>>
Mi volto verso di lei e vedo un'espressione assassina sul suo volto del tipo "di qualcosa e ti ammazzo".
<<Oh...si..certo,che stupida che sono.>> cerco di mentire nel miglior modo possibile.Mezz'ora dopo io Grace stiamo andando a scuola sulla sua mercedes nera mentre la sua playlist di Taylor Swift riempie l'auto.
<<Si può sapere di che galá parlavano?perché non mi hai detto niente?>> le chiedo arrabbiata.
<<Senti ti ho risparmiato una bella serata noiosa.>> mi dice mentre tiene lo sguardo fisso sulla strada <<davvero è pieno di gente spocchiosa che si vuole mettere in bella vista e parlano solo di lavoro,aziende,quote,borsa...>>
<<Si beh avresti comunque dovuto dirmelo Grace.>>
<<Scusa mi dispiace. E poi...stasera c'è una festa da Jackson quindi siamo già occupate.>>
Arriviamo a scuola e scendiamo dall'auto,mentre percorriamo l'atrio e i corridoi la nostra conversazione continua:<<Siamo?>>
<<Si certo,io,te,Cole,Nicholas,Luo,Stella->>
<<WO WO WO frena frena frena...chi ti ha detto che io ci vengo?>>la mia voce si alza di un'ottava da quanto sono sconvolta.
Mentre apro il mio armadietto e ci infilo qualche libro per le ore successive vedo Cole e Nicholas che ci stanno raggiungendo.
<<Tu verrai non si discute,stai sempre a casa a leggere o a guardare film,hai quasi diciotto anni,devi divertirti santo cielo.>>
Non ci posso credere che lo stia dicendo sul serio.
Presa dalla mia rabbia non mi accorgo dell'arrivo di Cole e Nick e continuo a sputare addosso a Grace la mia ira.
<<Ma fai sul serio Grace?ma che cazzo ti prende?lo sai che non vengo alle feste te l'ho ripetuto un miliardo di volte. E se voglio starmene tutto il giorno a leggere e guardare film,lo faccio.>>
<<Beh buongiorno anche a voi.>>
Questa volta è Nicholas a parlare che è di fianco a me.
Lo fulmino con lo sguardo,sbatto l'antina del mio armadietto e corro in classe,pronta per la lezione di spagnolo.
Arrivo in classe prima di tutti dato che mancano ancora più di dieci minuti all'inizio delle lezioni.
La classe è completamente vuota e ho i nervi a fior di pelle,sento di poter scoppiare da un momento all'altro.
Mi sono ripromessa che mai nessuno mi avrebbe più trascinata da qualche parte a meno che non fossi stata io a volerlo.
Bonnie e Jesse mi hanno condizionata fin troppo in quegli anni.
Troppe volte ho finto di essere qualcuno che non sono solo per stare con loro e farmi notare.
I ricordi riaffiorano troppo facilmente.
Sento la testa scoppiare e il cuore a mille al pensiero di Jesse.
I flash...le risate...l'odore dell'alcol...
Devo uscire da qui.
Prendo il mio zaino e con la testa bassa mi muovo tra i corridoi ancora pieni di studenti.
Cerco un posto,un posto qualsiasi in cui stare sola.
Ho bisogno di creare spazio nella mia mente.
Di eliminare quei ricordi almeno temporaneamente o scoppierò.
Mentre continuo a camminare mi viene in mente il giorno precedente,al retro della scuola in cui sono andata con Nicholas.
Okay,quello dovrebbe andare.
Aumento il passo e vado verso l'uscita sul retro e nel frattempo la campana dell'inizio delle lezioni suona.
Spalancò la porta e mi ritrovo nel giardinetto con il muretto su cui ero seduta con Nick ma non ho tempo di guardarmi intorno.
Appoggió la schiena alla porta e aggancio le gambe al petto nascondendoci dentro la testa.
Il fiato è sempre più corto e sento il cuore battere all'impazzata e le lacrime a gli occhi.
Respira Rose,respira.
Sta tranquilla va tutto bene.
Loro non sono qui.
Non posso più farti del male.
Respira,respira,respira.
Continuai a ripetermelo come un mantra finché non sentii il respiro regolarizzarsi lentamente.
<<Stai bene?>>
È lui. Riconosco la voce.
È Nicholas.
Ma come ho fatto a non vederlo?
Lentamente alzai lo sguardo mentre la vergogna mi divora.
Da quanto tempo era lì?Aveva assistito a tutta la mia scena patetica?
Non avevo il coraggio di rispondere.
<<Rose?>>mi esortó lui con voce preoccupata.
Mi alzai da terra facendo leva con le mie mani e mi levai di dosso la sporcizia pulendomele sui miei jeans.
Nick mi allungó un pacchetto :<<Sigaretta?>>
<<Grazie>> dissi prendendone una.
Avevo ancora gli occhi rossi per aver cercato di trattenere il pianto e dovevo avere sicuramente una faccia sconvolta e disordinata.
Nicholas poi si avvicinò a me tenendo in mano l'accendino mi fece cenno di avvicinarmi.
Mi portai la sigaretta alle labbra e me l'accese.
<<Cos'è successo?>>
<<Niente che ti riguardi>> risposi io acida.
<<Se si tratta di te mi riguarda eccome.>>mi rispose lui mentre faceva scendere la cenere alla sigaretta.
Era davvero attraente.
Indossava la solita maglietta nera a maniche corte che lasciava vedere tutti i suoi tatuaggi e un paio di jeans del medesimo colore.
Davvero quel ragazzo sembrava essere stato creato da uno scultore greco.
<<Di solito usi queste frasi per fare colpo sulle ragazze?>> risposi irritata. Non ce l'avevo con lui,ma in quel momento volevo solo restare sola e il fatto che avesse assistito al mio attacco di panico mi rendeva nervosa e me ne vergognavo.
<<Dipende...ha funzionato?>> mi rispose lui ammiccante mentre si prese il labbro inferiore tra i denti.
<<No. Direi di no.>>
In realtà si,eccome se ha funzionato.
Lo guardai dritto negli occhi,non mi importava più se notasse i miei occhi,la sfida tra noi due era appena iniziata.
Lui si avvicinò a me di colpo e in un secondo mi ritrovai con la schiena contro il muro e il corpo schiacciato dal suo.
<Ti ho già detto che devi smetterla.>> mi sussuró tra i denti.
Mi sentivo soffocare ma non in senso negativo.
Avevo caldo e avrei voluto toccarlo,sentirlo. Il suo corpo era imponente in confronto al mio.
<<Di fare che cosa?>>Avrei voluto mettermi a piangere per la centrifuga di emozioni che stavo provando in quel momento.
Ma non potevo e non volevo vedere davanti a lui.
Non volevo che vedesse quanto in realtà lo volessi.
<<Tu giochi troppo con me nanetta.>>mi disse eccitato <<E se giochi troppo con me,poi non si torna più in dietro.>>
Ancorai i miei occhi ai suoi,verdi e profondi come uno smeraldo e ci lessi eccitazione e desiderio.
<<Chi ha mai detto che io voglia tornare indietro?>> gli sussurrai nell'orecchio mentre tutto il mio corpo fu scossò da brividi di eccitazione.
Sentì il suo corpo irrigidirsi...proprio tutto il suo corpo.
Mi stava così addosso che sentì la sua protuberanza sempre più dura che mi premeva sulla pancia.
Merda mi stavo eccitando anche fin troppo.
All'improvviso si staccò rapido da me mentre il suo calore ancora mi avvolgeva.
<<Io vado in classe.>>
In meno di due secondi Nicholas era già dentro la scuola,mentre io me ne rimasi sola in giardino per altri dieci minuti prima di decidere di rientrare.
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𝙩𝙧𝙪𝙨𝙩 𝙢𝙚
ChickLitRosaline Webster è una ragazza diciassettenne terrorizzata dal giudizio degli altri,dopo che il suo ragazzo e la sua migliore amica l'hanno tradita. Sua madre Julia conosce un ricco imprenditore di nome Rob e Rose viene obbligata dalla madre a trasf...