Capitolo 11: Il Chiama-Angeli

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Pov Diamond

Rimasi a guardare quelle decorazioni per un tempo che sembrò infinito, se fosse stato per me avrei comprato tutto subito ma sapevo di dover aspettare che che non avevo ancora fatto quel test.

Afferrai due palloncini, uno era azzurro con la scritta bianca "it's a boy!" E uno rosa con la scritta bianca "it's a girl!".

In cuor mio sapevo di non avere una preferenza, che fosse maschio o che fosse femmina l'importante era che fosse sano.

"Chissà se Henry ha una preferenza" pensai decidendo di comprare quei palloncini.

<Noto che sei impaziente di organizzare quella festa> ridacchiò Henry pagando l'intero conto prima che io potessi prendere il portafogli dalla tasca.

<È solo per iniziare ad avere qualcosa> borbottai cercando di prendere la busta dal bancone ma ancora una volta Henry fece prima.

<Poi l'importante è che sia in salute> dissi seria mentre salivamo in macchina.

<Questo mi sembra ovvio. Ma tu non hai una preferenza? Insomma, speri in un maschietto o in una femminuccia?> Chiese lui allacciandosi poi la cintura.

<Per me è uguale, per come ho già detto mi basta che sia sano> risposi sinceramente.

Qualunque sarebbe stato il genere del mio bambino non era rilevante, sarei stata ugualmente una mamma felice.

<Io ammetto di avere un preferenza> sussurrò lui facendo partire la macchina.

"Sicuramente vorrà un maschio come tutti gli uomini" pensai guardando fuori dal finestrino.

Pov Henry

Non avevo detto a Diamond cosa desideravo per non sembrare uno stupido, anche se onestamente non ci trovavo niente di male nel sperare che il bebè fosse del genere che ripeto speravo mi rendesse padre.

"Meglio che tenga questa informazione per me" pensai assicurandomi di aver parcheggiato bene.

<Io vado a cercare una cosa in soffitta, aspettami in salotto> disse mia madre a Diamond sparendo in fretta dalla nostra visuale.

"Va di fretta" pensai ridacchiando leggermente.

Per fare il galante, presi la busta con le cose acquistate e poi aprì la portiera alla mia donzella.

<Grazie> sorrise lei.

Quel suo sorriso era sempre più bello.
Tenendole la mano,entrai in casa chiudendomi la porta alle spalle;seduta su una poltrona c'era Priscilla che non appena vide Diamond sbuffò.

<Spero che tu perda il bambino così che non debba sopportare un altro schifoso essere come te> sbuffò lei.

Non ci vidi più dalla rabbia , mi avvicinai a lei e le diedi uno schiaffo.

Come osava pronunciare quelle parole? Sapevo che non dovevo ricorrere alle mani, ma era stato più forte di me.

"Forse ho esagerato" pensai sedendomi sul divano accanto a Diamond, Priscilla era corsa in camera sua.

Restammo lì in silenzio a guardare le ferie riviste poste sul tavolino in vetro davanti al divano fino all'arrivo di mia madre.

Pov Diamond

Continuavo a non capire perché Priscilla ce l'avesse con me, cosa le avevo fatto? E se quel suo odio l'avesse sfogato anche su mio figlio?

"Spero di riuscire a capirci qualcosa prima del parto" pensai guardando la mamma di Henry che mi porgeva una scatola colore lavanda chiusa da un nastro color panna.

<È il momento che passi a te> sorrise lei.

Guardai velocemente Henry e poi nel pieno della curiosità aprì quella scatola.

Dentro vi trovai una lunga collana in argento con il ciondolo che arrivava alla pancia a forma di ciuccio e decorato per metà da brillantini rosa e metà da brillantini azzurri; dentro quel ciondolo c'era una piccola pallina che muovendosi produceva il suono di un campanellino.

<Questo è il chiama angeli che mi ha accompagnato in entrambe le mie gravidanze e ora è giusto che accompagni te in questo percorso> sorrise lei.

Non so se era per gli ormoni già sballati o per la dolcezza, ma mi ritrovai con le lacrime che mi rigavano le guance.

<Grazie> sussurrai abbracciandola.

Quello era un oggetto che avrei sicuramente comprato, ma averne uno in regalo era un simbolo bellissimo che in futuro avrei tramandato anch'io.

<Ora puoi definirti ufficialmente incinta> ridacchiò Henry che mi aiutò ad indossare quella collana.

<Così il tuo bambino si sentirà al sicuro, poi scoprirai altre cose su questo oggetto> sorrise la mamma di Henry prima di andare in cucina per preparare il pranzo.

"Lo conserverò con cura" pensai sfiorando il ciondolo e poi la mia pancia.

Una volta in camera, Henry mi suggerì l'idea di scattare delle foto in modo da tenere il ricordo della pancia che man mano sarebbe cresciuta.

<Ecco perché hai preso pure un album al negozio> ridacchiai mettendomi davanti allo specchio, mi girai di profilo e guardai il mio riflesso.

"Ora non si vede un granché" pensai.

Sapevo già che però in futuro mi sarei "lamentata" della pesantezza del pancione.

La gravidanza non tanto mi spaventava, quello di cui avevo un po' paura era il parto.

"Ci sarà tempo per pensarci" pensai giocherellando un po' con il chiama angeli, il suono del campanellino mi faceva rilassare.

La cosa era un po' strana dato che di solito il rumore dei campanelli mi dava fastidio.

<Sarò una brava mamma?> Chiese improvvisamente mentre Henry attaccava le foto fatte sulla pagina dell'album.

<Sicuramente, sarai la mamma migliore che il nostro bebè possa desiderare> mi sussurrò Henry per poi stringermi tra le sue braccia.

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