Capitolo 38: Pace fatta

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Pov Diamond

Passò circa un mese da quando acquistammo culle e passeggino che per ora stavano nella stanzetta di Sophie in attesa che qualcuno li togliesse dalle loro scatole.

Ormai ero al settimo mese di gravidanza, la pancia era cresciuta ancora e Sophie non faceva altro che muoversi e dare calci; fortunatamente per me però la notte mi lasciava dormire tranquillamente.

Le cose con Priscilla erano leggermente migliorate, certo non facevamo conversazioni come se fossimo grandi amiche , ma almeno ci davamo il buongiorno e di tanto in tanto parlavamo qualche minuto.

Quel giorno ero in cucina intenta a dare una prima lavata ai biberon che poi avrei usato; col tempo ero sempre più convinta che darle il biberon fosse la scelta giusta.

<Vuoi una mano?> Mi chiese Priscilla che era scesa in cucina per prendere qualcosa da bere.

<Direi di sì , non ricordavo di aver comprato così tanto biberon> ridacchiai.

Ci fu qualche istanza di silenzio, ma poi lei fece un piccolo sorriso e venne accanto a me.

<Se vuoi puoi sederti, faccio io qui> disse togliendomi il biberon dalle mani.

Dato che il pancione ormai era pesante, subito ne approfittai per sedermi qualche minuto.

<Posso chiederti una cosa?> Chiese mettendo i biberon già lavati a testa in giù su un panno per farli scolare.

<Certo, tutto quello che vuoi> risposi.

Ero proprio curiosa di sapere cosa avesse da chiedermi, poi alla fine mi bastava non litigare con lei e stavo tranquilla.

<Una mia amica sta cercando di restare incinta e dice che se ci riuscirà poi alletterà il bambino al seno perché dice che è il modo corretto di nutrirlo. E dato che tu sei già incinta, mi chiedevo se anche tu fossi d'accordo> disse.

Quando finì di lavare tutti i biberon, venne a sedersi accanto a me vicino al tavolo.

<Ma non è troppo giovane per avere un bambino?> Chiesi un po' confusa.

Non conoscevo questa sua amica, ma pensavo che avesse più o meno la stessa età di Priscilla.

<Diciamo che è un po' zoccoletta e mi dice che anch'io dovrei avere un figlio da giovane> rispose lei lasciandomi senza parole.

Davvero delle ragazzine volevano mettersi sulle spalle una responsabilità del genere?

Certo anch'io stavo per avere una bambina a soli diciotto anni , ma almeno avevo un lavoro e progettavo di trasferirmi in una casa tutta mia con Henry.

"Cose da pazzi" pensai.

<Comunque anche dare il biberon è il modo giusto per nutrire il bambino..ci sono e ci saranno sempre donne come me che non potranno allattare al seno. Poi io sono cresciuta col biberon e sono ancora viva> dissi seria.

<E perché non puoi allattare?> Chiese Priscilla.

Certe persone avrebbero potuto pensare che Priscilla fosse una che non si faceva gli affare suoi, ma per me non era un problema rispondere alle sue domande.

Magari ricevere quelle informazioni l'avrebbero aiutata nel futuro.

<Ho il seno sensibile che si infiamma facilmente, poi anche per il capezzolo che non offre un appiglio solito per la bambina..poi appunto avendo quel punto sensibile finirei solo col provare dolore mente Sophie cercherebbe di mangiare..e dico cercherebbe perché ho provare ad usare un tiralatte ma nonostante il seno è aumentato non produce tanto latte> sospirai.

Durante quel mio discorso, vedevo che Priscilla mi ascoltava molto interessata, quasi come se fosse affascinata da quell'argomento.

<Potrò dare qualche biberon a Sophie?> Chiese quasi sussurrando, quasi come se avesse paura di farmi quella domanda.

<Certo , avrò bisogno di un aiuto.. soprattutto per il primo periodo che dovrò abituarmi ai suoi orari> risposi sorridendo.

"Sarai un'ottima zia" pensai decidendo poi di abbracciarla e le ricambiò la stretta.

Il tempo sembrava essersi fermato, temevo di risvegliarmi e scoprire che in realtà avevamo litigato di nuovo.

<Scusami se sono stata così permalosa in questo periodo> sussurrò lei appoggiando la testa sulla mia spalla.

"Avrò sentito bene?" Pensai incredula.

E se la mia mente avesse fatto sentire parole che in realtà non erano state pronunciate?

<Ti chiede scusa> sentì sussurrare ancora.

Allora non mi ero immaginata nulla, Priscilla si era effettivamente scusata con me.

<Anch'io ci ho messo del mio, perciò anch'io ti chiedo scusa> le sussurrai accarezzandole un po' la schiena.

Sapevo che avremmo fatto pace, e che ci sarebbe solo voluto tempo e pazienza e quel momento era finalmente arrivato.

Io e Priscilla eravamo di nuovo amiche, e speravo che questa volta non avrei rovinato tutto dicendo qualcosa di inappropriato.

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