Pov Diamond
Avevo capito che non potevo aspettare fino al parto per togliermi quel dubbio, dovevo capire subito perché Priscilla mi odiasse.
Volevo capirlo subito prima che il suo odio andasse anche sul mio bambino, io dovevo e volevo proteggerlo.
"Devo andare in fondo a questa storia" pensai.
Dopo che Henry mi aveva riaccompagnata a casa, io ero uscita in giardino per prendere una boccata d'aria, ma con quella cosa che volevo fare, mi precipitai in fretta in casa e andai in camera di Priscilla che però era vuota, lei non era lì.
"Quando mi serve non la trovo mai" pensai sbuffando leggermente.
Tornai in salotto ancora un po' delusa e mi stesi sul divano.
<Non ti ho mai vista correre in casa così in fretta> ridacchiò mia suocere sedendosi su una poltrona.
<Dovevo andare al bagno> mentì.
Sapevo che se Henry o sua madre sarebbero venuti a conoscenza che volevo parlare con Priscilla, si sarebbero intromessi , avrebbero voluto assistere al nostro "incontro".
Quella però era una cosa che dovevo risolvere da sola dato che riguardava me, non che non mi fidassi di mia suocera o del mio ragazzo, ma volevo fare chiarezza puntando sulle mie sole forze.
"Mi dispiace mentirle , ma è giusto così" pensai mettendomi poi seduta.
Poco dopo Henry rientrò in casa con tre buste piene di roba.
<Potevi dirmelo che andavi a fare la spesa , ti avrei accompagnato> borbottai seguendolo in cucina per aiutarlo a sistemare le varie cose.
<Non potevo perché c'è una sorpresa per te> sorrise lui passandomi la confezione col prosciutto.
<Ora puoi farti il panino col prosciutto dato che l'hai ripetuto un centinaio di volte> ridacchiò lui passandomi anche un panino.
Il mio broncio divenne subito un sorriso alla vista del panino che mi preparai.
"Non pensavo che avrei avuto degli sbalzi d'umore" pensai gustando il mio spuntino.
Priscilla fece finalmente il suo ingresso in casa, lanciò la borsa sul mobiletto accanto alla porta che ovviamente venne sbattuta.
"Finalmente è tornata" pensai guardandola.
<E tu che hai da fissarmi?> Sbraitò andando poi verso le scale.
Avendo sia Henry che mia suocera vicini, non potevo avvicinarmi per parlarle ,dovevo farlo quando eravamo sole.
"Devo aspettare un po'" pensai aiutando Henry in cucina.
Nel pomeriggio lui andò a lavoro, e mentre mia suocera puliva, io ne approfittai per andare da Priscilla che se ne stava in camera sua con la musica alta.
"Devo prepararmi psicologicamente dato che sicuramente mi insulterà" pensai restando qualche secondo di fronte a quella porta prima di decidermi a bussare.
Ci vollero più colpi prima che lei si decidesse a parlare.
<Andate via!> Urlò per sovrastare la musica che mi sembrava essere più alta.
Le altre volte me ne sarei sicuramente andata, ma ora non potevo farlo, dovevo parlarle prima di perdere il coraggio.
Feci un respiro profondo e poi bussai di nuovo; la sentì sbuffare rumorosamente prima che venisse ad aprire.
<E tu che ci fai qui?> Disse sempre acida ma anche un po' sorpresa.
<Dobbiamo parlare> dissi seria.
<Io e te non abbiamo niente da dirci> disse pronta a sbattermi la porta in faccia , ma prontamente la bloccai.
Non me ne sarei andata fino a quando non avessi ricevuto le risposte alle mie domande.
<E invece si> dissi decisa.
Lei mi guardò sbuffando e capendo che non me ne sarei andata facilmente si spostò dalla porta per farmi entrare.
La sua camera era arredata più o meno come quella di Henry, solo che al posto del manichino e della macchina per cucire c'erano un cavalletto e molti disegni sparsi in giro.
"Magari vuole diventare un'artista" pensai restando incantata da un disegno di un paesaggio di montagna.
<Che bello> dissi.
A quel mio piccolo complimento, mi sembrò che lei fece un piccolo sorriso.
"Magari con questo potremmo creare un legame" pensai dato che anche a me piaceva disegnare.
Quando stavo per farle la prima domanda, fu chiamata dalla madre, era arrivato un piccolo pacco per lei; mi era stato detto di non muovermi, allora mi accomodai su uno dei piccoli gradini che portavano al soppalco con il divano.
<Nessuno ti ha detto che potevi sederti> sbuffò lei tornando in camera e mettendosi sul letto ad aprire il pacco che conteneva una valigetta con le varie matite per disegnare.
<Disegni molto bene> dissi per rompere un po' il ghiaccio.
Non avendo parlato molto non sapevo come iniziare una conversazione.
<Non ci vuole tanto> disse lei.
Per una volta mi aveva risposto con calma e non con acidità.
La guardai attentamente mentre ammirava le cose in quella valigetta; a vederla così tranquilla sembrava simpatica.
"Forse l'ho sempre giudicata nel modo sbagliato" pensai sospirando leggermente mentre rigiravo tra le mani il ciondolo del chiama angeli.
<Ma non ti dà fastidio il tintinnio perenne?> Chiese guardandomi.
Io la guardai sorpresa perché ancora una volta si era rivolta a me con calma.
<Al momento no> risposi anch'io con calma.
Passarono dei minuti in cui nessuna delle due parlò, ma di tanto in tanto ci scambiavamo qualche occhiata.
<Ti starai chiedendo perché sono qui> dissi decidendomi finalmente nell'aprire quel discorso.
<Oltre per infastidirmi?> Chiese lei usando una leggera punta di sarcasmo.
<No, semplicemente avrai notato che non andiamo molto d'accordo nonostante tra di noi non sia successo nulla> dissi guardandola.
<E quindi?> Chiese ricambiando lo sguardo.
"Come fa a non arrivarci da sola?" Pensai facendo di nuovo un lungo e profondo sorriso.
<Mi sorge spontanea una domanda..> inziai a dire prima di essere interrotta.
<Ah sì?> Chiese con sarcasmo.
"Ha finito con l'acidità e ora comincia col sarcasmo" pensai.
<Cosa ti ho fatto?> Chiesi prima di essere interrotta di nuovo.
Era il momento di mettere fine a quella storia.
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Lo sbaglio più bello
RomanceQuando la responsabilità di un'azione compiuta tormenta le persone , Gran parte di loro preferiscono scappare o non curarsene. Per Diamond ed Henry non sarà così: capiranno che devono assumersi la responsabilità delle loro azioni e capiranno che al...