Capitolo 20: Che sia un sogno premonitore?

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Pov Diamond

Quando uscì dal negozio al termine del mio turno, mi sentivo più leggera, era come se mi fossi tolta un peso di dosso.

Tornai a casa col sorriso stampato sul viso, sorriso che non andava via.

<Noto che sei felice> mi sorrise mia suocera.

<Lo sono infatti. Ora che so di poter provvedere a mio figlio mi sento più serena> sorrisi.

Il resto della giornata lo trascorsi ad aiutare mia suocera con qualche faccenda domestica.

Per non farmi affaticare troppo mi aveva fatto piegare i vestiti asciutti e stendere quelli bagnati.

"Almeno sto dando una mano" pensai la sera mentre ero stesa sul letto.

Henry era tornato un po' più tardi dal lavoro, e una volta a casa si era scaldato la pizza avanzata che avevamo ordinato.

<Spero che non farai tardi anche domani> sospirai girandomi sul fianco per guardarlo mentre si metteva il pigiama.

<Lo spero anch'io> disse lui stendendosi al mio fianco.

Ci diedimo il bacio della buonanotte e poi ci abbracciamo; era nostra abitudine dormire così per un po'.

INIZIO SOGNO

Mi trovavo su un sentiero fatto di tanti piccoli sassolini bianchi, ai lati di quel sentiero, c'erano tanti maestosi alberi che facevano da casa a tanti piccoli uccellini che cinguettavano senza sosta.

Attorno a me non c'era nessuno, ero sola in quel luogo che aveva qualcosa di incantato.

Poco dopo però vidi un adorabile coniglietto avvicinarsi ai miei piedi.

<Che c'è piccolino? Hai perso la strada di casa?> Chiesi abbassandomi in modo da poterlo accarezzare.

Lui afferrò la manica del vestito bianco che indossavo e fece qualche saltello come per incitarmi a seguirlo.

<Vuoi portarmi a conoscere la tua famiglia?> Chiese alzandomi una volta che il coniglietto mi liberò dalla sua presa.

Guardai sorridendo quella piccola palla di pelo e lo seguì fino ad un vasto campo di fiori colorati; sentivo l'erba pizzicarmi i piedi dato che non so come ero scalza e una scia di farfalle iniziò a girarmi intorno.

Era come se fossi in paradiso, un paradiso pieno di fiori e di animali.

Il coniglietto facendo un grande salto attirò di nuovo la mia attenzione.

<Scusami piccolo> gli sorrisi tornando a seguirlo.

Mi condusse al centro di quella radura dove poi sparì in mezzo ad un mucchio di rose azzurre e rosa.

Notando che non tornava subito, ne approfittai per stendermi in mezzo ai fiori dove dove il sole illuminava il mio viso e la leggera brezza che mi accarezzava la pelle.

Poco dopo il coniglietto tornò reggendo una rosa con i dentini.

<Credevo che mi avessi abbandonata> dissi facendo la finta offesa.

Solo quando il coniglietto poggiò la rosa sulla mia pancia notai il colore: era una rosa azzurra.

<Stai cercando di dirmi qualcosa?> Chiesi curiosa.

Lui in tutta risposta , strofinò il faccino contro la mia pancia e poi andò via lasciandomi da sola.

Che avesse voluto dirmi qualcosa con quella rosa?

FINE SOGNO

Quando aprì gli occhi mi misi seduta e mi guardai intorno, non ero più in quella radura, era nel letto con Henry accanto che dormiva beatamente.

Guardai fuori dalla finestra e vidi che il sole stava sorgendo.

"Era tutto un sogno" pensai alzandomi dal letto per andare proprio vicino alla finestra per ammirare il cielo che pian piano cambiava di colore.

Ripensai per un po' al sogno che avevo fatto, cercavo di capirne il senso.

Il coniglietto forse era stato presente perché era il mio animale preferito, ma non sapevo spiegarmi il resto.

Fu solo dopo qualche minuto che ebbi un'intuizione.

"Che sia stato un sogno premonitore?" Pensai.

Magari il colore della rosa che avevo visto era collegato a ciò che pian piano stava crescendo in me.

"Se fosse così significherebbe che aspetto un maschietto" pensai decidendo poi di tornare a stendermi sul letto.

<Che ci fai già sveglia?> Mi chiese Henry strofinando un occhio.

<Non lo so> sospirai indecisa se dirgli di quel sogno che avevo fatto.

Avevo un po' il timore che potesse prendermi in giro.

<Hai fatto un incubo?> Mi chiese mettendosi seduto.

<No , però ho fatto un sogno strano> dissi.

Alla fine decisi di raccontargli quella cosa e lui restò in silenzio per tutto il tempo ad ascoltarmi.

<Sai, a me capita spesso di sognare te sul letto d'ospedale e me al tuo fianco con in braccio un bambino avvolto in una copertina azzurra> disse dopo un po'.

Che quei sogni che stavamo facendo erano un segno di un qualcosa del nostro futuro?

<Inizio a credere di essere in attesa di un maschietto> dissi.

Se fosse stato così sarei stata capace di insegnargli a rispettare le donne e ad essere un vero uomo?

<Tra qualche ora  ci toglieremo il dubbio> mi sorrise.

Quel giorno era sabato e sarebbe stato il giorno in cui si sarebbe allestito il giardino per la festicciola che si sarebbe tenuta quel pomeriggio.

<Hai ragione> sorrisi decidendo poi di stendermi per provare a dormire un altro po'.

Lo sbaglio più bello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora