Prologo

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Pov Diamond

La mattinata cominciò come tutte le alte: con la sveglia che suonava. Dovevo andare a lavorare.

Anche se avevo solo 18 anni, lavoravo part-time in un bar per pagarmi  l'affitto dell'appartamento in cui vivevo. Vivevo da sola perché a causa di un incidente, avevo perso la mia famiglia.

Un pirata della strada ubriaco si era messo alla guida travolgendo così la loro auto non dandogli il tempo per potersi spostare e salvarsi.

Avevo vissuto dagli 11 anni dai miei zii, ma poi dopo aver trovato un piccolo lavoretto, avevo deciso che era il momento di trovare uno spazietto tutto mio per poter avere i miei spazi

Ovviamente però di tanto in tanto mi sentivo con loro che mi aiutavano sempre quando ne avevo bisogno

"ora è meglio che mi alzi,  sennò il mio capo mi licenzia" pensai alzandomi dal mio comodo e caldo letto.

Mentre preparavo la borsa per uscire sentì il campanello suonare.
"chi sarà a quest'ora?" pensai aprendo la porta.

Mi ritrovai gravanti il padrone di casa. Era un uomo di mezza età molto cordiale che aveva accettato di affittarmi l'appartamento nonostante avessi la busta paga con un importo non troppo alto.

<buongiorno signor Martinez. Si accomodi> dissi  cordialmente spostandomi di lato in modo che potesse entrare. Entrambi ci accomodammo in salotto.

<Diamond devo dirti una cosa che mi rende molto triste> disse guardandomi. In effetti dal tono si capiva che doveva dire qualcosa di brutto.

<mi è permesso sapere cosa? Ho fatto qualcosa di sbagliato?> chiesi iniziando a preoccuparmi un po'. Avevo sempre cercato di non dare problemi agli altri inquilini del palazzo.

<no anzi...sei una ragazza molto educata che non mi ha mai dato problemi..purtroppo mio figlio è stato licenziato e non può più pagare l'affitto di casa sua..se avessi spazio a casa mia non sarei venuto qui> disse sconsolato.

<state dicendo che devo andarmene?> chiesi con voce tremante. Sentivo il cuore stringermi nel petto che mi toglieva  il respiro.

<non vorrei ma purtroppo mi serve la casa...mio figlio arriverà qui a Berlino tra una settimana..quello sarà il tempo che avrai per trovare un altro alloggio> disse sospirando ancora una volta.

Mi salutò con un abbraccio di qualche secondo e poi andò via lasciandomi lì da sola.

"ora come farò? Finirò per strada" pensai e alzando lo sguardo verso l'orologio notai che si era fatto tardi, ero in ritardo al lavoro.

Velocemente uscì di casa e andai al bar dove lavoravo. Trovai il titolare appoggiato al bancone che fissava l'orologio d'oro che aveva sul polso leggermente abbronzato.

<sei in ritardo> disse un po' severo.
<mi scusi..era venuto il proprietario di casa da me e non potevo cacciarlo> mi giustificai andando a posare la mia borsa nel magazzino dei dipendenti. Indossati il grembiule e poi tornai nel locale.

<per stavolta passi ma la prossima volta no> disse sempre severo e poi uscì dal bar dove subito iniziai a servire i clienti.

Pov Henry

Stavo in bagno già da un po' perché dovevo essere perfetto prima di uscire di casa. Dovevo andare in un negozio di vestiti in cui lavoravo part time. Aspiravo a diventare uno stilista famoso.

<Henry sbrigati ad uscire!> urlò mia sorella minore battendo un pugno contro la porta.

"possibile che questa qui deve sempre rompere le scatole?" pensai sbuffando leggermente. Dopo aver sistemato per bene la camicia uscì dal bagno che subito venne occupato.

Recuperai le mie cose e uscì di casa. Mi incamminai verso il bar in cui facevo sempre colazione. Andavo sempre lì perché ci lavorava Diamond, la mia ragazza.

Stavamo insieme da più di quattro anni e nonostante qualche piccolo litigio,ci amavamo sempre di più.

Non appena entrai in quel locale che era abbastanza spoglio e con pochi tavoli, subito mi guardai intorno per scovare la mia principessa. Non appena la vidi mi avvicinai.

<buongiorno volpetta> le dissi scompigliandole leggermente la sua chioma leggermente mossa. La chiamavo in quel modo perché aveva i capelli rossi.

<per non è più un bel giorno> disse andando dietro al bancone per prepararmi il cappuccino che bevevo ogni giorno.

<che ti è successo di brutto?> chiesi iniziando a preoccuparmi un po'.

<è difficile da spiegare ma ci proverò...stamattina il signor Martinez è venuto da me per dirmi che entro una settimana devo lasciare l'appartamento> disse sospirando mettendomi davanti la tazza con il cappuccino e un altro piattino con sopra un semplice cornetto vuoto.

<mi dispiace tanto piccola...perché non vieni a stare a casa mia?> chiesi bevendo un sorso del contenuto schiumoso della tazza.

<non vorrei essere un peso per la tua famiglia> disse sconsolata mentre asciugava le tazzine da caffè.

<ma non preoccuparti. È da quando ci siamo fidanzati che ti vogliono in casa> ridacchiai. Con quelle mie parole feci ridacchiare anche lei. Amavo tanto vederla felice.

<oggi pomeriggio porteremo tutte le tue cose da me. Ora vado sennò il mio capo mi mette a pulite invece di stare a contatto con i vestiti> finì velocemente di fare colazione e dopo aver salutato la mia ragazza con un bacio a stampo, misi i soldi sul piattino e  laa guardai un'ultima volta prima di uscire dal bar.

"sarà splendido avere Diamond a casa mia" pensai e mi incamminai verso il negozio di vestiti.

Nonostante mi piacesse quel lavoro non vedevo l'ora di finire, volevo che venisse subito il pomeriggio.

Lo sbaglio più bello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora