Pov Diamond
Ero uscita di casa per farmi un giro perché sentivo il bisogno di prendere un po' d'aria.
La tentazione di andare a controllare se il bar dove lavoravo era tanta, era da mesi che non mi contattavano, che stessero ancora ristrutturando?
"E se non fosse una buona idea?" Pensai sedendomi shu una panchina del parco ad ascoltare il canto degli uccellini e a guardare i bambini che giocavano felici.
"Tra qualche anno sarò qui a guardare il mio di bambino giocare" pensai sorridendo.
Immaginavo già di fare tante cose con lui o lei.
<Diamond,sei tu?> Chiese una voce alle mie spalle; mi girai di scatto e vidi la mia amica Penny, oltre ad essere mia amica era anche una mia ex collega di lavoro.
<Penny!> Sorrisi alzandomi per abbracciarla.
Notai che il suo sguardo cadde sul ciondolo della mia collana, ovvero il chiama angeli.
Fino ad allora solo i miei parenti e quelli di Henry sapevano della gravidanza.
<Avanti, puoi chiederlo> ridacchiai.
Penny era una mia cara amica, anzi migliore amica, ci conoscevamo da tanti anni.
<Di quanti mesi sei?> Chiese lei sorridendo.
<Quattro> risposi permettendole di sfiorarmi la pancia.
<È maschio?> Chiese ancora. Sapevo bene che lei come figli voleva solo dei maschietti.
<Non si sa ancora> risposi spiegandole poi che se voleva poteva venire al gender reveal e lei accettò entusiasta.
<Come mai non sei a lavoro?> Mi chiese lei.
La domanda sorgeva anche a me, mi chiedevo perché non venissi contattata.
<Forse il bar è ancora chiuso> risposi non tanto convinta.
Lei mi guardò confusa, quasi come se non avesse compreso le mie parole.
"Che lei sappia qualcosa?" Pensai guardandola.
Avrei dovuto togliermi il dubbio? O dovevo aspettare?
<Ma il bar ha aperto tre mesi fa..non sei passata per quella zona?> Mi chiese.
In effetti da quando mi avevano detto che era chiuso non ero andata in quella zona della città, soprattutto da quando abitavo da Henry che era più distante."Cosa?" Pensai alzandomi di scatto dalla panchina.
Se era vero ciò che Penny diceva volevo sapere come mai non ero stata informata.
<Scusami Penny, parleremo un altro giorno. Ho un impegno urgente> le dissi per poi allontanarmi dal parco per raggiungere il bar.
Già da lontano vedevo i tavolini all'esterno, quindi era vero che aveva riaperto.
Con una strana rabbia che cresceva in me, percorsi in fretta quel piccolo tratto di strada che mi separava dal bar.
Una volta entrata mi guardai intorno, alla fine non avevano cambiato nulla, e se mi avessero mentito sulla ristrutturazione?
<Diamond, che ci fai qui?> Mi chiese il titolare che sembrava sconvolto dalla mia presenza; probabilmente non si aspettava di vedermi .
<Che ci faccio qui?> Chiesi arrabbiata.
Quel tono di voce attirò l'attenzione di alcuni clienti che finsero di avvicinarsi al bancone per guardare il menù dei caffè solo per poter origliare.
<Forse è meglio parlare in privato> disse lui portandomi nel suo ufficio.
Mi fece sedere sulla sedia nera di fronte alla sua scrivania mentre lui si accomodava sulla sedia girevole.
<Perché?> Chiesi incrociando le braccia.
<È lunga da spiegare> risposi lui sospirando.Potevamo anche metterci delle ore, io non mi sarei mossa da lì fino a quando non mi avrebbe spiegato tutto.
<Abbiamo tutto il giorno> dissi un po' acida.
Forse parlare di quelle cose mentre avevo gli ormoni impazziti per la gravidanza non era la cosa giusta da fare, e se mi fossi arrabbiata al punto da lanciargli la lampada in faccia?
<Ho dovuto fare un taglio al budget degli stipendi dei miei dipendenti, ho dovuto licenziarne alcuni perché non stavo passando un periodo finanziario bello..ora le cose stanno leggermente migliorando. Tu nonostante eri una delle mie cameriere migliori avevi la busta paga..ho preso delle ragazze che lavorano senza che mi fanno un po' risparmiare> disse lui.
Quello era un motivo valido? Non poteva semplicemente dirmi che non poteva più pagarmi?
Mi alzai dalla sedia e mi avvicinai alla porta di quell'ufficio pronta ad andare via.
<Poi vedo che sei incinta, non posso mettermi sulla coscienza una cosa del genere. E se ti succedesse qualcosa?> Chiese venendomi vicino.
<Può ritenersi fortunato allora. Mi licenzio!> Sibilai aprendo la porta e camminando in fretta verso l'uscita del bar.
"Spero che fallisca" pensai arrabbiata mentre tornavo a casa.
Proprio ora che avevo più bisogno di soldi mi ritrovavo senza lavoro.
Chi avrebbe mai assunto una donna incinta? Nessuno avrebbe voluto prendersi quella responsabilità.
"Che brutta situazione" pensai sentendo gli occhi pizzicare leggermente.
La rabbia era stata sovrastata dalla tristezza e dalla paura, come avrei provveduto ai bisogni del mio bambino?
Entrai sconsolata in casa dove trovai Henry che mi aspettava in salotto dato che mi aveva vista dalla finestra.
<Già a casa?> Gli chiesi.
<Solo per poco . A lavoro si è rotta la scala e ho avuto il permesso di venire qui a prenderne un'altra> rispose lui.
"Almeno lui ha un lavoro" pensai sospirando.
<Che è successo?> Mi chiese notando la mia espressione.
Non riuscivo a togliermi dalla testa le parole che mi aveva detto il mio ormai ex titolare.
Alla fine non resistetti troppo, gli andai vicino e gli raccontai ogni cosa, dall'incontro con Penny a ciò che era successo in quell'ufficio.
<Ora capisco perché sei sconvolta?> Sospirò lui abbracciandomi per cercare di consolarmi.
<Come farò ora?> Chiesi singhiozzando.
<Come farò a provvedere ai bisogno di nostro figlio?> Chiesi ancora.
Henry sciolse l'abbraccio e dopo essersi alzato mi porse la mano.
<Vieni con me> disse semplicemente.
<Perché?> Chiesi asciugandomi le guance con un fazzoletto.
<Tu vieni e basta> rispose lui accennando un sorriso.
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Lo sbaglio più bello
RomanceQuando la responsabilità di un'azione compiuta tormenta le persone , Gran parte di loro preferiscono scappare o non curarsene. Per Diamond ed Henry non sarà così: capiranno che devono assumersi la responsabilità delle loro azioni e capiranno che al...