UNA VITA SPEZZATA! ⚠️

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⚠️In questo capitolo sarà presente un linguaggio volgare atto a descrivere scene di violenza sessuale

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<Summer, vogliono te al 10!> comunicò Isa ad Olivia

<ok vado!> rispose lei sospirando, odiava fare i privè, tutti quegli occhi addosso che la spogliavano con lo sguardo, talvolta accompagnati da frasi sessiste e squallide.

Al "Paradise" oltre alle maschere i dipendenti si davano nomi di fantasia, non usavano i loro anagrafici e quella sera un tavolo aveva pagato la quota massima per poter godere della compagnia di Olivia, che avrebbe intrattenuto il gruppetto di uomini nel privé 10.

Mentre uno degli "armadi a due ante" la seguiva per controllare che le regole venissero rispettate, Olivia raggiunse i clienti, si posizionò sul piccolo cubo al centro della stanza privata ed iniziò a danzare per loro.

Quando ballava, Olivia, teneva gli occhi chiusi, immaginando di essere in camera sua davanti allo specchio a provare passi di danza che poi avrebbe mostrato, fiera, ai suoi genitori. Si rifugiava in questi ricordi per sopportare la frustrazione che subiva in quel locale, era l'unico modo per superare le serate di privè!

Quella sera, Olivia si rese conto quasi subito, che i cinque animali erano ubriachi fradici, tant'è che la guardia si era avvicinata ancora di più a loro per intimidirli e dissuadere dal fare stronzate...

<dai bambolina facci vedere un po' di culo... abbiamo pagato una bella cifra per vederti da vicino> sbiasciò uno di loro allungando una mano verso Olivia

<non ci proverei fossi in te!> minacciò la guardia fissandolo con le braccia conserte al petto

<fanculo, mica la scopo, voglio solo toccarle il culo e metterci una bella banconota da 100€ dentro > disse lo stronzo mentre rideva.

Olivia iniziò a sentirsi a disagio, credeva di scoppiare a piangere da lì a poco...

quando sentì una mano sul suo sedere che la palpeggiava ben bene,

si girò di scatto e in una frazione di secondo il buttafuori prese il tipo per il colletto, alzarlo di peso e portarlo fuori.

Olivia interruppe l'esibizione e corse nel camerino spaventata, doveva calmarsi, era la prima volta che le succedeva di trovarsi in una situazione del genere, era stato orribile sentirsi toccare contro la propria volontà da quel viscido ubriaco, cercava di rallentare la respirazione per lo spavento che si era presa

<Summer devi tornare lì, hanno pagato, non puoi fermarti, il coglione è stato buttato fuori, vedrai che non ti toccherà nessun altro, vai ora!> gli ordinò la sua superiore, Isa.

Olivia annuì e si diresse di nuovo in quel privé finendo la sua esibizione.

Alle 4:30 era fuori dal locale, diretta alla sua auto, o meglio, l'auto di sua madre che gli aveva passato dato che lei aveva la macchina di suo padre.

Un'altra regola che avevano, mai togliersi la maschera fino a che non erano fuori dall'area del locale ed Olivia di solito la toglieva quando raggiungeva la strada principale.

Arrivò all'auto, quella sera era toccato a lei e a due suoi colleghi barman fare chiusura, ovvero aspettare la chiusura del locale per fare la chiusura cassa, lo facevano a turno dato che li impegnava per 30 minuti extra, inserì la chiave nella portiera per sbloccare le sicure quando si sentì afferrare da dietro.

Il bastardo le aveva tappato la bocca con le sue grandi mani che puzzavano di nicotina e sporcizia, da quanto stringeva, quasi non riusciva a respirare nemmeno dal naso, la schiacciò all'auto poggiando su di lei il peso del suo corpo, iniziando a strusciarsi.

YANOE (Colombo's Series #2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora