June, 16th - evening

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Piccolo pop. Una nuova bustina di tabacco viene aperta. Dentro ci trovano un messaggio: "Da Mineta. Grazie di tutto e prego di niente!".

Un piccolo regalo. C'è qualcosa da festeggiare?

Lo strambo contenitore viene stappato come una bottiglia di champagne. Un profumo fragrante riempie la stanza d'illegalità.

C'è qualcosa da festeggiare, allora. Che cosa?

Al tatto il tabacco è ruvido, seppur friabile. Diventa quasi morbido dopo un poco di lavorazione. Le dita ci scivolano attraverso con piacere.

Sembrano quasi capelli. Perché maneggiarlo sembra far riferimento ad una vittoria, festeggiata con i capelli arruffati?

La carta viene stirata e rimodellata. La mano sapiente miscela tabacco e cannabis per creare un potente incantesimo sulle loro menti.

Sembra opera di una strega. Possibile che ci sia qualcosa di magico in tutto ciò?

La lingua accarezza suadente la sottile striscia di carta. Massaggia delicatamente il suo contenuto, dandogli forma, prima di chiuderlo e posare un'ultima volta le labbra sul risultato, come farebbe un sacerdote di fronte ad un dono degli dei.

E se stessero facendo un qualche tipo di rituale per gli dei, ora?

Mani si sfiorano, si scambiano doni.

Un accendino scatta e illumina debolmente la stanza, immersa nella penombra della sera.

Le finestre sono aperte. Le tende ondeggiano pigramente in quel vento estivo un poco caldo che entrava in piccoli sbuffi.

Dei sospiri riempiono la stanza, insieme alle note di una qualche playlist di canzoni rallentate. L'atmosfera è quieta. Rannuvolata. Rilassante. Quasi quasi sa anche di... biscotti. Biscotti caldi. Fatti da poco.

     — Non dovrei fumare così tanto... — sospira Katsuki. Izuku gli lancia un'occhiata: sta lentamente portando lontano dalle labbra il suo spinello, mentre le sue labbra sbuffano fuori il suo respiro creando un anello di fumo perfetto. Izuku allunga la mano e infila timidamente un dito al suo interno, prima che si confonda nell'aria ingrigita. — Il problema... non che sia un problema, è più un pro sciocco per una cosa che non dovrei permettermi di fare... il problema è che... fa proprio figo fumare un po' con gli amici, ogni tanto. Non che io promuova l'azione, ma...

    — Già, — dice Izuku dopo una boccata. — È molto sexy. So che è dannoso... ma è davvero d'aiuto, almeno per me, in certi casi.

    — Qual è il motivo per cui ti stressi, tu? — mormora allora Katsuki, quasi parlandogli sopra.

Izuku si volta per guardarlo.

Sono entrambi seduti con la schiena contro il muro, sul letto di Izuku, un posacenere a dividerli. Katsuki lo sta già scrutando fin dentro l'anima.

Si vede che è proprio in vena di parlare.

    — Tante cose. — bisbiglia. — Il pubblico da casa lo sa.

    — Io lo vedo. — quella rivelazione sembra colpire entrambi. — Lo vedo nei tuoi occhi. Qualcosa ti tocca. Qualcosa ti fa male. Perché non mi dici cosa ti affligge, bimbo?

Izuku vede le labbra piene, rosse e consumate di Katsuki muoversi soffici attorno al suo nomignolo. La boccata di fumo che aveva preso poco prima gli rimane incastrata in gola. Tossisce, tossisce via lo stupore insieme alla sua anima, nascondendosi dietro una mano per non apparire maleducato. La sua testa è bloccata tra stelle e pianeti, chiedendosi quale congiunzione astrale lo abbia portato a sentire quella parola da quelle labbra in quella stessa vita.

𝐋𝐄𝐖𝐃, 𝐒𝐓𝐔𝐏𝐈𝐃 𝐓𝐄𝐗𝐓𝐒 || 𝐁𝐀𝐊𝐔𝐃𝐄𝐊𝐔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora