43 - Rick

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Il camino acceso, io e lei abbracciati, felici come non lo eravamo da tanto, fu una bella sensazione. Rimanemmo abbracciati non so bene per quanto, l'uno accanto all'altra, accarezzandole dolcemente la schiena, fino a che non mi resi conto che si era addormentata e, senza fare troppo rumore, mi rivestii.

Sarei voluto rimanere, avrei voluto passare la notte con lei, ma avevo paura di quello che sarebbe successo la mattina dopo. La avvolsi in una coperta e la presi in braccio, facendo attenzione a non svegliarla. Quando uscii con lei in braccio Edy e Lyda erano lì fuori, li rassicurai sul fatto che stesse solo dormendo, mentre Maria, alla quale era inutile dare spiegazioni, mi aiutò a metterla a letto.

Dormiva profondamente, era bella e serena, mi prese la mano stringendola forte e bofonchiando un "Non te ne andare", le diedi un bacio sulla fronte e, facendo pianissimo, me ne andai.

"Rick, lei non è un capriccio, non se lo merita!" disse Maria con tono di rimprovero.

Era la prima volta che Maria si intrometteva tra noi, non disse nulla nemmeno in quella famosa vacanza, ma oggi prese le sue difese e capii perfettamente il perché lo fece. Per lei, Gini, era più di una datrice di lavoro, per Maria era come se fosse stata una sorella o addirittura una figlia.

"Pensi che io sia contento di andarmene? Pensi che quello che è appena successo tra noi sia stato solo un mio capriccio? Non lo sarà mai! Non sai quanto sia difficile per me andare via ora, ma so che domani non riuscirei a sentirmi dire addio mentre, mi guarda negli occhi!" non le diedi il tempo di rispondermi che me ne andai.

Quando ripresi la macchina, guidai per tutta la notte senza una meta precisa.

Una volta tornato in facoltà, Nina capì al volo che c'era qualcosa che non andava, capì che ci eravamo rivisti, ero uno straccio e di poche parole, ero sparito senza dire nulla a nessuno, Andy e J andarono a chiedere a lei che fine avessi fatto perché non avevano mie notizie da giorni.

La verità era che sapevo che era a New York da qualche giorno, Steve melo aveva detto. Il vederla alla caffetteria non fu affatto casuale, Steve mi disse che era lì e quando arrivai, la trovai seduta al tavolo con Serena e Lola, era al solito tavolo, era bellissima, non mi ero reso conto che Serena mi avesse visto e la sua espressione fu alquanto sorpresa. Beh immagino lo shock quando le disse che ero dietro di lei... sono rimasto ore seduto in macchina ad aspettarla, Maria mi disse che era in giro e che l'avrei potuta aspettare a casa con lei, ma non volevo, non so, preferii attenderla fuori.

Lasciai passare qualche settimana, ero tentato di chiamarla, di mandarle un messaggio, ma non lo feci, e non mi cercò nemmeno lei. Beh tutti i torti non li aveva, l'avevo cercata io, per poi sparire senza una spiegazione, io sarei un tantinello incazzato, se fossi al suo posto!

Era un po' di tempo che Artù non si fece sentire... Aspettai ancora qualche altro giorno e poi le scrissi.


Mia Signora, spero di non averti impegnata troppo nel cercare di capirechi io sia... Escludendo Dan, Sam e Greg, ed io aggiungerei anche J e tuo fratello, ti restano ancora parecchie opzioni. Volevi sapere qualcosa su di me. Sono appassionato di foto. Te ne mando, un paio, dimmi che ne pensi!


Le mandai un paio di foto che avevo scattato a Boston durante una regata. Speravo che mi rispondesse, non volevo che stesse male per il fatto di averla abbandonata subito dopo averla amata, volevo che sapesse che la mia Regina potesse sempre contare sul suo Re.

Passarono un paio di giorni di silenzio assoluto e poi, finalmente, mi rispose dicendo che le foto erano davvero belle e che lei aveva dovuto fronteggiare una vera e propria emergenza, una sua amica aveva avuto una delusione d'amore e lei era di conforto. Sapevo  che  quella era solo una parte di verità...


Hai già rinunciato a scoprire la mia identità? Te lo avevo detto non sono così interessante.


Mi rispose anche questa volta, dopo qualche giorno.


Dici di conoscermi bene, ma non mi dai indizi per farmi capire chi tu sia, per quello che mi riguarda potresti essere un signor qualunque che mi sta importunando!


Era arrabbiata, era delusa, era... Tutta colpa mia. Provai a rimediare.


Mia Signora che succede? Come mai sei arrabbiata?


Provai a chiedere conoscendo esattamente la risposta.


Perché io non riesco a dimenticarmi del passato, perché sono così schiavadi un ricordo, perché non riesco a smettere di amarlo!


Lo sapevo, era prevedibile, era giustamente arrabbiata con me e come darle torto.


Parli di Rick o del Cowboy?


Chiesi avendo quasi paura della risposta.


Bene, sai anche di Rick... Il che esclude in automatico che tu possa essere lui, giusto?


Le dico che sono io o no? In questo momento mi odia, meglio pensarci bene.

Prima di rispondere passarono alcuni giorni. Parlai con Nina, mi feci consigliare da lei, io non volevo che lo sapesse, non era ancora giunto il momento per rivelarle la mia identità. Aspettai ancora e poi risposi.


Avresti voluto che fossi lui?


Aspettai con ansia la sua risposta, ma non arrivò.

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