50 - Gini

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Ero in giro per il mondo da mesi, più di quattro, ormai, dopo quella volta a casa mia non sentii più Serena, le avevo mandato dei messaggi ai quali non aveva risposto. La cercò anche Rick ed anche lui ebbe il mio stesso trattamento, ci ignorò completamente. Mi faceva male, mi dispiaceva averla ferita, averle mentito, le mentivo ogni volta che si trattava di Rick ed ogni volta mi dispiaceva da morire. Era la mia migliore amica, era mia sorella!

In questi mesi Ian mi aveva raggiunto qualche volta, ove possibile, ma solo per qualche foto, per far credere che fossimo innamorati pazzi. I titoli dei giornali erano talmente smielati che quasi mi venne il diabete a leggerli. Articoli su articoli di quanto fosse carino Ian a scappare dal set per raggiungermi in tour. Mi sentivo in trappola, non ero libera di amare chi realmente volessi solo per proteggerlo da tutto questo schifo.

In quei mesi io e Rick ci sentivamo ad orari assurdi, quasi l'alba per me e tarda serata o addirittura notte fonda per lui. Passavamo ore al telefono, parlando di tutto, di quello che ci era capitato durante la giornata, delle persone incontrate, delle prove, degli esami e via dicendo. Una sera, era già il suo compleanno, con il mio fuso orario, mentre da lui mancava ancora un paio d'ore, così gli mandai un messaggio diverso dal solito.


G: "Ciao, ora sono a letto, con solo una tua maglietta addosso e ti penso... tu cosa fai?"


Aspettai impaziente la sua risposta, avevo voglia di giocare, avevo voglia distuzzicarlo!


R: "Ciao e cosa indosseresti sotto la maglietta?"

G: "Solo la maglietta. Oggi non indosso le mutandine, non sono comode!"

R: "Ehm... È davvero un bel problema, oltre che una bella visione.

Mi stai stuzzicando?"

G: "Se volessi stuzzicarti ti direi che ho appena fatto una doccia calda e che mi è tornata alla mente una doccia bollente che facemmo a casa mia, tutta la nottata fu molto calda... Te la ricordi?"

R: "Certo! Solo a pensarci viene caldo anche a me, che fai stasera?"

G: "Voglio fare la bambina cattiva, forse mi meriterei anche qualche sculacciata, se solo tu fossi qui!"


Mi rispose dopo qualche minuto.


R: "Scusa, ma sai, i tuoi messaggi mi stanno distraendo da questa noiosissima cena con tutta la famiglia. Il problema è che scatenano in me una certa reazione... Quanto sei stata cattiva? Così, giusto per sapere..."

G: "Tanto cattiva... C'è una voglia che mi sta tormentando in questo momento, è la voglia di sentirti dentro di me! Non sai quanto ti desideri!"


A quel messaggio non ricevetti nessuna risposta.

Quanto mi sentii stupida in quel momento, cosa mi aspettavo? Era a cena con la famiglia, che diavolo stai facendo Ginevra? Mi dissi... Poi il mio telefono squillò.

"Pronto? Ciao, come mai mi chiami? E la cena di famiglia?" dissi in un misto tra imbarazzo e desiderio.

"Ciao, penso che la cena di famiglia possa attendere, mi sono alzato con una scusa, non potevo rimanere a chiacchierare a tavola quando la mia ragazza ha certe necessità, vediamo cosa possiamo fare... ti andrebbe di giocare?" disse in modo malizioso.

Chiusi gli occhi e mi lasciai guidare dalla sua voce calda e sensuale, seguii le sue istruzioni alla lettera e lui fece altrettanto. Dopo poco tempo, i nostri respiri erano tornati ad essere regolari e, passata l'euforia del momento, si scusò dicendo che doveva tornare a cena con i parenti.

Rimasia rimuginare per un bel po' fino a che lui mi mandò un messaggio.


R: "Probabilmente già dormirai, mi dispiace aver attaccato subito dopo ma mi ero allontanato da tavola con una scusa stupida e non volevo che i miei mi venissero a cercare. È stato decisamente interessante... Anche se preferisco averti dal vivo, la prossima volta ti autorizzo a trattarmi come il tuo sex toy personale!

Grazie per gli auguri e per il modo in cui abbiamo festeggiato! Decisamente originale..."



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