53 - Rick

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Come Gini aveva immaginato, le nostre foto uscirono quasi subito, già dalla sera di capodanno che passammo in discoteca. Il bacio che ci scambiammo sotto il Christmas Bush, ovvero, la versione australiana dell'agrifoglio, non passò inosservato. Inizialemente fui scambiato per Ian, eravamo fisicamente simili, poi si accorsero che i tatuaggi di Ian erano spariti e tutti volevano sapere chi fosse il misterioso cavaliere al fianco della bella regina. Per i paparazzi non ci volle molto tempo a scoprire la mia identità e, come aveva previsto, alcuni mi seguirono addirittura al college, solo per vedere che tipo di vita conducessi. Ci volle un po' tempo per abituarmi alla loro presenza.

Al ritorno dalle vacanze di Natale, quando ancora non si era sparsa la voce, mi scontrai con Andy, il quale, oltre ad avermi riconosciuto su quelle foto rubate, che fecero il giro del mondo, mi chiese chiaramente che intenzioni avessi. Mi fu difficile discutere con lui. Eravamo cresciuti insieme, era come se fosse mio fratello, ma, giustamente, lui doveva proteggere sua sorella. Gli spiegai le mie intenzioni, i nostri progetti e non so bene quanto ne fosse felice, ma come disse lui tanto tempo fa, non poteva evitare di farle vivere la sua vita.

"Non ti ho preso a calci in culo all'epoca, non costringermi a farlo ora, non fare cazzate, non questa volta, Rick, è mia sorella!" disse in tono serio.

Parlammo per ore, per giorni, parlammo come non ci capitava di fare da tempo,come non facevamo da quando io e Gini ci eravamo lasciati, o forse anche prima, di quando Andy scoprì che io e la sorella stavamo insieme. Gli dissi tutto, tutto quello che mi era passato per la mente prima di capire che fossi innamorato di Gini, gli spiegai cosa capitò quella famosa sera del compleanno di Gini, e cosa accadde dopo. Della mia gelosia, del mio carattere di merda che non mi permise di perdonarla per quello stupido bacio e di come io sia andato quasi fuori di testa per riconquistarla!

Al ritorno dal Tour mondiale, Gini decise che si sarebbe fermata a New York per poi partire insieme per Los Angeles dopo che avessi concluso l'anno accademico. Tutti i fine settimana ero in città, fu sorpresa quando la passai a prendere, per la prima volta, credo che sia spettasse di vedermi con la mia vecchia macchina, ma, con suo sommo stupore, la macchina con cui andai da lei era un Suv bianco.

"E questa? Hai pensionato la tua vecchia macchina?" disse in tono incredulo.

"Non esattamente, questa l'ho comprata anni fa, ma era sempre rimasta in garage, quella l'ho pensionata di recente... Diciamo che dopo il tuo compleanno ho deciso di liberarmi definitivamente di lei! Non volevo che altre ragazze salissero su questa macchina, in questa, ci salirai solo tu!" dissi aprendole lo sportello ed aiutandola a salire.

In quel periodo fu difficile per mia madre capire che, quando tornavo a New York, non mi sarei fermato a casa da loro ma sarei andato a casa di Gini. Ci mise qualche mese per abituarsi a tutto ciò, e per lei fu ancora più difficile accettare il fatto che a breve, sarei andato a Los Angeles, esattamente come CJ.

Per San Valentino scappammo qualche giorno in campagna, a casa sua, mentre per il suo compleanno, la portai in Messico, usufruendo del famoso viaggio che i miei le regalarono l'anno precedente. Il suo sogno era di fare l'amore in spiaggia a mezzanotte. Riuscii adesaudire il suo desiderio solo per metà, fare l'amore in spiaggia sarebbe stato complicato ma un cielo stellato era un cielo stellato e la terrazza della nostra stanza fu una degna sostituta della spiaggia.

Quando mi trasferii ufficialmente e Los Angeles, la costrinsi a lasciare la sua prima casa, non ne fu felice ma io fu inamovibile.

"Io non dormo nello stesso letto dove hai fatto chissà che cosa con quel tizio!" questo era un principio base per la nostra convivenza.

Passammo un'intera estate cercando la casa perfetta, la casa dei nostri sogni. Vedemmo centinaia di case, ma ci innamorammo di una magnifica villa non molto lontana dall'università. Quando l'agente immobiliare ci propose questa casa, era un po' titubante, era una casa molto grande, otto camere da letto per due ragazzi di 20 e 21 anni, forse erano troppe. Era una casa bella e luminosa, le pareti erano tutte bianche ed il pavimento era in legno color miele, era esposta verso ovest, il che voleva dire che era piena di sole e luce naturale, era in un comprensorio privato, quindi fuori il cancello sarebbe stato impossibile avere i paparazzi appollaiati per uno scatto rubato. Ci disse che era appena stata messa sul mercato, era bella, era davvero bella, entrambe avemmo la sensazione di entrare a casa nostra varcandone la soglia.

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