14. Abissale

2.8K 90 18
                                    

- Applicazione massiva della Terapia del Silenzio, eh? Vabbè, visto che non parli, vorrà di' che parlerò io... - continuò il ragazzo e, dopo aver fatto un altro giro di note sulla tastiera, attaccò a cantare accompagnandosi al piano.

"Parlerò di un uomo ucciso
Non da una coltellata bensì da un sorriso
Dovrebbero studiarlo bene nei licei
Discuterne tra gli scienziati
Io che sono indeciso, lei che ammette
Se non ha mai letto un libro
Dovrebbero proteggerla come i musei
Come si fa tra innamorati
Io ci ho provato, Sarah, ad essere speciale
Almeno un po' per te
Ma non sono speciale
Invece sei speciale almeno tu per me
Dimmi che
Eh eh

Ripenserai, ripenserai, ripenserai
Che eravamo proprio belli insieme
Ripenserai, ripenserai
Pensa che anche io ho sofferto come un cane
Cosa ci fai, cosa ci fai, cosa ci fai?
Dimmi, non lo vedi che la differenza tra noi
Non è una differenza
Abissale

Parlerò di una ragazza che uccise un uomo
Che stava guardando l'alba
Gli disse, <<L'alba non si guarda mai da soli
Mi siederò con te
Che sei un tipo strano come me
Che guardo sola i tramonti
Fammi vedere i tuoi mondi>>

Ripenserai, ripenserai, ripenserai
Che eravamo proprio belli insieme
Ripenserai, ripenserai
Pensa che anche io ho sofferto come un cane
Cosa ci fai, cosa ci fai, cosa ci fai?
Dimmi, non lo vedi che la differenza tra noi
Non è una differenza
Abissale"

Aveva cambiato un po' la versione di Tananai, ma... Era semplicemente perfetta.
Il desiderio di imboccare la porta e fuggire il più lontano possibile che l'aveva attanagliata fino a poco prima si era disciolto come neve sole, così come la rabbia, l'imbarazzo e la vergogna. L'unica sensazione che sentiva in quell'istante era un calore ardente che scaturiva dritto dal suo stomaco e si irradiava a incendiarle ogni molecola del corpo. Il cuore le batteva così forte che aveva timore lo sentisse anche lui, ed il fiato corto le impediva di respirare correttamente.
Di nuovo in pochi giorni fu sopraffatta dalle emozioni e perciò, smarrita e confusa, si nascose il viso nelle mani.
Sentì immediatamente il rumore dello sgabello del piano che raschiava il pavimento e dei rapidi passi avvicinarsi. Si aspettava di sentirsi toccare o abbracciare, ma non successe.
Percepì soltanto la sua presenza vicinissima e la sua voce sfiorarla appena, a un ansito dall'orecchio.
- No, Sa', te prego, te supplico: urlame dietro, sbroccame, so' disposto pure a esse' preso a pizze ... Ma non ce la faccio a vedette piange' ancora, soprattutto perché non te posso abbraccia', visto che me so' ripromesso che non t'avrei neppure sfiorato prima d'ave' chiarito tutto 'sto casino. Perciò, per favore: aprime 'no spiraglio. Magari stavolta provamo a parla' e basta, invece de comunica' tramite dissing, eh?! Dai... Di' qualcosa -.
Ci fu una lunga pausa durante la quale rimasero immobili, divisi da uno spazio fisico dello spessore di un foglio di carta ma da uno emotivo che dall'esterno sembrava una galassia.
Le spalle di Sarah fecero un paio di sussulti ed infine la sua voce si fece sentire, erompendo come un sussurro cavernoso dalle mani ancora premute sul viso. - Tu sei un paraculo. Presuntuoso, saccente, spocchioso, e io ti odio -.
- Ok - mormorò lui.
- Mi hai umiliata. E' vero, la seconda volta inconsapevolmente, ma l'hai comunque fatto -.
- Giusto -.
- E ti odio perché continui letteralmente a cantartela e suonartela ! Prima fai una cosa e poi ne dici un'altra, con queste stupide canzoni! -.
- Lo sai che ho grossi problemi comunicativi, ma non me potevo fa' ferma' da questo: ho fatto quello che ho potuto co' quello che c'avevo, me dispiace se l'hai presa male... -.
Sarah singhiozzò di nuovo. - Ma quale presa male, cretino! Nuvola è talmente bella che praticamente mi hai strappato l'anima! -.
- T'è piaciuta, allora? -.
- Era stupenda. Tutte le tue canzoni sono stupende, ma Nuvola è qualcosa che non si può definire a parole... Ti odio anche per questo! -.
- Beh, è un passo avanti: meglio che me odi piuttosto che te sto indifferente come nelle ultime due settimane -.
- Lo vedi che sei scemo?! Ti pare che se mi fossi stato indifferente per davvero avrei fatto di tutto per evitarti?! Mi sei così poco indifferente che non ce la faccio neppure a guardarti... -.
- E invece vorrei che me guardassi, adesso, Fatina... -.
La ragazza inspirò con forza e lentamente si tolse le mani dal viso, poi alzò gli occhi lucidi di lacrime. Lui le era talmente vicino che i loro respiri si mescolavano e, nonostante tutto, non osava neppure sfiorarla, come promesso.
Nel suo sguardo Sarah ritrovò lo stesso ragazzo che le aveva fatto tremare le ginocchia il giorno dell'ingresso in casetta e che le aveva scaldato il cuore meno di un mese prima, non più quello scostante e arrabbiato che l'aveva fatta uscire di testa negli ultimi tempi.
- Damme 'na possibilità. Basta cazzate, basta comportamenti da esauriti, basta canzoni... Basta. Ce sto a prova', Sa', a fa' le cose per bene: aiutame -.
- Come? Sono ancora arrabbiata con te -.
Tremava: il desiderio di toccarlo era talmente forte che stava per sentirsi male, ma sapeva che se l'avesse fatto sarebbe andato tutto a rotoli.
C'era un vuoto che andava colmato tra loro due, dei non detti talmente concreti che, se non fossero venuti fuori, il loro rapporto, di qualsiasi tipo esso fosse, non si sarebbe salvato.
Lui sospirò e sollevò la testa a fissare il soffitto, come a raccogliere le idee. Poi tornò a guardarla. - E ce n'hai tutto il diritto. Sto provando a chiedete de aiutamme a fa' qualcosa che raramente faccio. E sei l'unica persona che ce pò riusci' -.
- Cioè? - mormorò lei con un filo di voce.
- Aprirmi -.
- Sei sicuro? Mi pare fossi stato molto chiaro nel ritornello di Nuvola su com'è la situazione... -.
- Sa', tu adesso devi capi' un concetto abbastanza basilare: c'è una cosa che sto a mori' dalla voglia de fa' da settembre... So' mesi che va avanti 'sto calvario. C'è stato un attimo, poco tempo fa, che pensavo ce fossero i presupposti, ma poi... Siccome so' un cojone, me so' fatto prende' da un milione de paranoie e ho rovinato tutto, creando una voragine tra me e te. Se non faccio in modo che 'sta voragine sia riempita del tutto, 'sta cosa non la potrò fa' mai perchè non sarebbe giusto, ma francamente nun te nascondo che in questo esatto momento sto in difficoltà de brutto -.
E adesso... sverrò    pensò lei, sentendosi andare a fuoco praticamente in ogni atomo che la componeva.
Respirò a fondo per calmarsi e cercare di rimanere lucida. Era perfettamente cosciente che, in quel preciso istante, qualsiasi cosa Holden avesse provato a fare, lei gliel'avrebbe permesso: era talmente presa da lui, erano talmente vicini e quel momento era così intimo, che la sua parte irrazionale ed autolesionista le stava mormorando di saltagli addosso e tanti saluti alle conseguenze.
Però poi c'era l'altra parte di lei, quella più matura e razionale, che le stava dicendo che se fosse successo qualcosa a quelle condizioni le basi del loro rapporto avrebbero avuto la consistenza di un biscotto troppo friabile. Voleva questo? Era disposta ad accontentarsi del "qui e ora", fregandosene delle ripercussioni?
Aveva bisogno di stabilità se voleva trarre il meglio dalla sua esperienza lì dentro, doveva dominarsi e fare in modo che le cose si sviluppassero nel modo giusto, oppure sarebbe stata lei stessa a rimetterci in ogni ambito. Con estrema lucidità comprese che, se voleva tutto, avrebbe dovuto comportarsi da adulta.
Sospirò di nuovo e poi, dopo avergli dedicato un leggero sorriso, reclinò la testa da un lato e disse - Mi sa che tu ed io dobbiamo prenderci cinque minuti per parlare sul serio, eh? -.
- Ma pure cinque ore, volendo. Cinque giorni, pe' sta' tranquilli - replicò lui ironicamente, sorridendole a sua volta.
- Torniamo in casetta e cerchiamoci un posto: sarà una lunga serata... - fece lei, avvicinandosi alla porta.
- Sa', un'ultima cosa prima d'anda' -.
Si voltò e lo ritrovò esattamente dov'era un attimo prima, ora serissimo.
- Cosa? -.
- Dicevo sul serio, prima. Lo so che pò sembra' 'na follia, ma veramente ho deciso che non te metterò 'na mano addosso in nessun modo finché le cose non saranno come devono. Voglio esse' chiaro stavolta, anzi: trasparente. So' un po' stanco dei giochetti, vorrei veramente fa' le cose pe' bene -.
Sentì le lacrime assalirle gli occhi per la frustrazione, ma capiva il suo punto di vista: era come se lui le stesse dicendo che la rispettava e che rispettava quello che che c'era stato, c'era in quel momento e che avrebbe potuto esserci tra loro. Era una dichiarazione d'intenti talmente seria e importante che il cuore quasi le schizzò fuori dal petto.
- Ok, d'accordo. E ti ringrazio. Certo, non so come ne usciremo sui daytime, ma visto come sono andate le cose, direi che sarebbe il problema minore... - scherzò lei.
- Guarda, de questo non te devi proprio preoccupa'. Direi che attualmente abbiamo cose più importanti a cui pensa' - disse lui, avvicinandosi.
- Tipo? - lo provocò, ammicandogli con i suoi occhioni da cerbiatta.
Accettava la sua presa di posizione e gliene era grata, ma questo non voleva dire che gli avrebbe reso le cose facili.
Holden inspirò con forza. - Sa', non gioca' col fuoco. Sto provando a fa' il gentiluomo, non il monaco de clausura: c'è un limite e sto a prova' a fa' il bravo... -.
Lei gli strizzò l'occhio. - Perdonami, ma lo sai che sono ancora una ragazzina: fammi levare qualche sassolino, no?! -.
Il ragazzo la colse alla sprovvista e si chinò su di lei, sussurrandole all'orecchio. - Se decidi de gioca', Fati', ricordate sempre de valuta' l'avversario che c'hai davanti. L'ho inventato io 'sto giochetto e, se me metti in condizioni d'entra' in partita, non garantisco su come potrebbe fini' 'sto match... -.
- Vorrà dire che lo vedremo, no? - replicò lei, sbattendo innocentemente gli occhi.
Lui la fissò, poi abbassò gli occhi sulle sue labbra, e infine tornò a guardarla. - Cammina, va', prima che mando a puttane tutti i buoni propositi -.
Sarah rise e, insieme, si avviarono verso la casetta ridacchiando, scherzando e lasciandosi finalmente dietro una traccia di ritrovata serenità.

Too old to hold me | A Holden x Sarah Fanfiction (Amici23)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora