30. Queen's gambit

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Sarah uscì dalla Sala 2 e sospirò. Le prove della canzone che molto probabilmente avrebbe portato in puntata, cioè Everytime di Britney Spears, erano andate veramente benissimo. Aveva lavorato molto sul pezzo, soprattutto per capire ed interiorizzare il significato del testo, perchè voleva davvero fare bella figura. Durante lo studio del brano, tuttavia, si era accorta di non doversi sforzare in maniera eccessiva per far suo l'universo dentro di esso: si era resa conto infatti che la canzone, o almeno una buona parte di essa, raccontava quelle che erano le sue paure in relazione alla sua storia con Holden, perciò riuscire ad interpretare il brano con intensità e credibilità le era venuto naturale.
Quel giorno, per altro, aveva terminato le prove sentendosi addosso l'ulteriore consapevolezza che quello che provava per lui era talmente forte e totalizzante che la sola idea di perderlo la mandava nel panico. L'aveva capito subito dopo l'ultima esecuzione, durante la quale aveva messo tutta l'intensità che le veniva dall'idea che loro due potessero lasciarsi. Era sempre stata cosciente di vivere per e con lui una coinvolgente fase di innamoramento, se lo erano anche detti a vicenda, tuttavia in quel momento aveva realizzato che per lei quella fase era terminata: lei lo amava ormai, l'aveva capito, e la forza di quel sentimento era così grande da lasciarla terrorizzata.
A metterla in difficolà, in quel momento, era il fatto di non poter essere diretta e raccontare a lui dei suoi timori e delle sue preoccupazioni perchè temeva di risultare ridicola ai suoi occhi, una bambina immatura e piena di insicurezze davanti ad un giovane uomo più sicuro e consapevole. Questa paura, inoltre, le impediva anche di dirgli le due fatidiche parole, tanto era il terrore che lui non rispondesse allo stesso modo.
A peggiorare tutto, poi, era la presenza costante e predatoria di Syren. Sarah si sentiva perennemente scrutata, analizzata e valutata dalla bellissima romana, la quale continuava senza veli a mostrare il suo interesse spregiudicato per Holden.
Negli ultimi giorni in casetta si erano create situazioni piuttosto imbarazzanti e già un paio di volte Nicholas, che era una sorta di pater familias per il gruppo, era dovuto intervenire per suggerire alla nuova arrivata di darsi una regolata, considerato che anche Holden era stato abbastanza chiaro in merito e che, per altro, non faceva mistero del suo disinteresse per le avances che lei continuava a muovergli.
Sarah era sempre rimasta ai margini, un po' per evitare disagi e disequilibri nell'ambiente comune, ed un po' perchè non amava lei di suo i conflitti. La situazione, tuttavia, iniziava ad andarle piuttosto stretta: non erano state poche le volte che aveva desiderato di andare dall'arpia e strapparle i suoi platinatissimi capelli biondi o smontarle le ciglia finte con un paio di cazzotti negli occhi quando la vedeva prendersi con Holden delle confidenze che per poco neppure lei stessa si prendeva.
Era nel pieno di queste elucubrazioni mentali lungo il corridoio delle aule scolastiche, quando dalla sala di registrazione uscì proprio la sua nemesi, e per un soffio non si scontrarono. Sarah fece in tempo a fermarsi e fare un passo di lato, evitando di dare una sonora spallata alla ragazza.
- Oh, ma sta' un po' attenta, ragazzi'! - fu la rabbiosa e sibilante esternazione di Syren quando ebbe focalizzato chi stava per colpirla.
Sarah sgranò gli occhi. - Scusami?! - le rispose, in tono incredulo.
Erano sole, e l'altra sembrò sincerarsene per bene prima di parlare di nuovo. - Hai capito benissimo, carina: stai attenta a dove vai. E visto che ci sei, anche a quello che fai -.
Lei sbattè gli occhi un paio di volte, perplessa per la piega surreale che stava prendendo la cosa. - Che vuoi dire? Non stavo mica per colpirti apposta, eh?! -.
- Ah no? Scusami se non ti credo, Puffetta... -.
- Oh, ma che vuoi? E come ti permetti di trattarmi così? Io non t'ho fatto niente, cara! -.
La romana le girò intorno, soppesandola con sufficienza. - Senti, visto che per la prima volta siamo faccia a faccia da sole, mettiamo le carte in tavola: non farò finta che tu mi piaccia, come so di non piacerti io -.
- Eh beh, e vorrei pure vedere! Non è che brilli per simpatia, tesoro! - si inalberò Sarah, assottigliando lo sguardo.
- Datti una calmata, ragazzi': non è niente di personale e lo sai. E' che, semplicemente, mi sei tra i piedi - replicò quella, con un sorrisetto sadico.
- Ragazzina ci chiami qualcun altro, amore! E comunque ti sbagli di grosso, io non ti penso proprio e per me non esisti, bella -.
Syren sghignazzò, condiscendente. - Certo, come no... Pensi che non ti veda come mi guardi quando sono con Joseph? Ti brucia, e pure tanto. Fatti un favore, sorellina: ritirati un buon ordine finché puoi, oppure mi costringerai a spazzarti via dalla mia strada. Io non perdo mai, ottengo sempre quello che voglio e ora come ora voglio sia il primato canoro in questa scuola che riprendermi Joseph, quindi mi sa che sei di troppo -.
Sarah spalancò la bocca, sconvolta: stava succedendo davvero?!
- Io spero che tu stia scherzando, altrimenti vorrebbe dire che sei pazza da legare! Ma con che faccia mi vieni a prendere di petto così, dicendomi queste cose a microfoni e telecamere aperti?! Hai istinti suicidi? -.
- No, è che me ne frega poco. Io sono un tipo che quando punta l'obiettivo lo persegue e passa sopra a tutto e tutti pur di arrivarci. Quindi prendi nota, pupetta: lui è mio, era mio molto prima che comparissi tu su 'sta scena, e sarebbe ancora mio se non fosse entrato qui dentro e avesse deciso di farla finita per fare l'anno senza legami esterni che lo potessero trattenere. Comprenderai, quindi, che per me è inaccettabile che adesso abbia messo su 'sto teatrino con te che con lui, per altro, non c'hai niente a che spartire. Fatte un favore, ragazzi': levate de mezzo, o finirai pe' fatte male - sciorinò Syren, carezzandole la guancia con il dorso di un dito inanellato.
Sarah scansò il viso e la soppesò con sguardo pieno di disgusto. - Ti piacerebbe, eh? Ti vorrei solo informare, cara la mia bambola gonfiabile, che tu non sai proprio una ceppa nè di me nè tantomeno di Joseph se te ne esci con delle cose di questo tipo. Se fossi contata qualcosa per lui avrebbe continuato a stare con te anche entrando qui ad Amici. Evidentemente vuoi vedere e credere solo quello che ti pare, visto che sei tu a starci sotto per lui, ma guarda un po'... Din Don?! Sono la sveglia che ti riporta alla realtà, tesoro: lui per me ha combattuto, mi ha voluta e mi ha conquistata, mi ha rincorsa e raggiunta, mi ha dedicato delle canzoni bellissime e me ne ha addirittura regalata una. Lo sai come si chiama quello che c'è tra me e lui? Amore. Puoi dire lo stesso? -.
L'altra la soppesò e poi fece una smorfia sdegnata. - Che tenera che sei, tesorino. Dimmi: te l'ha detto lui che è amore? O sei tu a volertelo raccontare? Forse non sono io qui, l'illusa. Comunque... Io quello che dovevo dirti te l'ho detto, tanto per essere chiare. Buona serata, cucciolina -.
E con quelle parole se ne andò, ancheggiando nei suoi pantaloni attillati e lasciandola lì furente e sconvolta. Si sentiva mancare il fiato e dovette appoggiarsi al muro, perché le girava la testa e tremava per l'indignazione ed il nervosismo.
Per fortuna dopo qualche istante uscirono Marisol e Dustin dalla Sala 4 e la videro, correndo da lei.
- Amo, che c'è? Sei pallida come un cencio! Stai bene? - chiese la ballerina, mentre l'australiano porgeva a Sarah una bottiglietta d'acqua.
La cantante bevve qualche sorso, respirando ampiamente per calmarsi. - Grazie, ragazzi. Sto bene, ora -.
- Si, adesso stai bene. Ma prima? Che è capitato? - insistette Marisol.
Sarah la guardò e disse - Torniamo a casa insieme e vi racconto. Questa situazione sta diventando surreale e mi serve un aiuto per gestirla -.
- C'mon, baby - disse Dustin mettendole un braccio sulle spalle, ed i tre insieme si avviarono per prendere le loro cose in sala relax e tornare poi in casetta.

Too old to hold me | A Holden x Sarah Fanfiction (Amici23)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora