49. Tregua

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Il cellulare stava squillando con insistenza da un po'. Sarah l'aveva snobbato perchè era in bagno a finire di prepararsi per la serata, ma dopo la quarta lunghissima serie di trilli constatò di non poterlo più ignorare. Corse in salotto, recuperò il device dal tavolinetto davanti al divano e senza guardare chi fosse rispose in modo piuttosto seccato.
- Pronto, chi è? -.
- Amore ciao, sono io -.
Dall'altra parte della linea la voce di Aaron le arrivò lontana e disturbata. Il ragazzo era partito quattro giorni prima ed in quel momento era a New York dove era stato invitato da un suo amico musicista che gli aveva proposto una collab, la quale sarebbe durata più o meno un mese.
- Ciao! Scusa se non ti ho risposto subito, stavo finendo di prepararmi per stasera - disse lei, tornando in bagno e mettendo il vivavoce mentre continuava a truccarsi.
- Tranquilla, volevo sapere solo come andassero le cose. Sono ancora preoccupato, Sarah: quando sono partito non stavi bene per niente. Te lo richiedo per la trentesima volta: sei sicura che ti va bene se sto via tutto questo tempo proprio adesso? -.
Alzò gli occhi al cielo. La partenza di Aaron era stata pianificata già da tempo per due settimane dopo la fine del tour annuale di Notre Dame, e lui aveva mille progetti legati a quel viaggio. Non se l'era sentita di chiedergli egoisticamente di rimandare tutto solo perchè lei si sentiva scossa ed emotivamente provata dall'aver rivisto Joseph dopo tutto quel tempo, inoltre non voleva mettere strani tarli o strani sospetti in testa al proprio fidanzato. Era tutto a posto, lei era padrona della situazione ed, inoltre, il suo ex era sparito di nuovo, perciò perchè alzare un polverone per qualcosa che sarebbe rientrato nel giro di poco?
- E' tutto a posto, Aaron, stai tranquillo. Io sto bene e non c'è nessun problema! Vedi? Stasera ho deciso di accettare l'invito di Vic per il BDS del loro concerto, mica me ne sto rintanata a casa a fare la monaca di clausura! Veramente, dai: goditi la Grande Mela e spacca! - gli disse, terminando di fermare la sontuosa pony tail che si era arroccata a partire da sopra la testa.
Udì uno sbuffo, poi stani rumori statici nel silenzio. Alla fine Aaron parlò di nuovo. - Ok, amore. Mi raccomando, non fare niente che io non farei e non lasciarti trascinare in qualche follia da quei quattro, che lo sa il mondo quanto stanno fuori, va bene? -.
- Ok, papà... - lo prese in giro lei, mettendosi il gloss specchiato sulle labbra.
- A domani, piccola. Ti amo -.
- Anche io. Ciao... - e così chiuse la chiamata.
Guardò il cellulare, emettendo un sospiro di sollievo. Non l'avrebbe mai ammesso apertamente, ma la partenza del suo fidanzato era stata quasi provvidenziale: dopo quanto accaduto due settimane prima sentiva più che mai il bisogno di starsene per conto suo e fare solo quello che le andava di fare senza stare a preoccuparsi di dare spiegazioni, sviscerare sentimenti o dare rassicurazioni, cose che a tutta prima con lui aveva dovuto fare a seguito della ricomparsa inattesa di un certo bastardissimo cantante romano.
Aveva la mente sovraffollata e sentiva di avere il bisogno di distrarsi, così aveva colto tutte le occasioni possibili: era tornata a Vigevano per qualche giorno subito dopo la fine della tournèe (ovviamente guardandosi bene dal raccontare quanto fosse successo alla sua famiglia, per non scoperchiare quel vaso di Pandora e sentirsi investita di nuove paternali in materia), poi una volta di nuovo a Roma aveva ripreso ad allenarsi in palestra tutti i giorni, si era dedicata a ricominciare delle assidue sessioni con il suo vocal coach e, comunque, era uscita tutte le sere.
Si era premurata, tuttavia, di evitare accuratamente Nicholas per paura che l'amico architettasse qualche ulteriore agguato, ma fortunatamente anche da parte del ballerino c'era stato il silenzio più totale, cosa che le aveva fatto ringraziare il cielo.
Quella sera si era decisa ad accettare un invito che le era arrivato in modo del tutto inaspettato circa una settimana prima da parte di Victoria De Angelis, la bassista dei Måneskin, con la quale si era conosciuta un paio d'anni prima ad una festa durante la Milano Fashion Week e con cui aveva sviluppato un'immediata simpatia a pelle che poi nel tempo si era trasformata in amicizia.
La bionda musicista le aveva inviato un pass per il BDS del concerto della band di quella sera all'Olimpico, e Sarah aveva deciso che nulla come uno show spettacolare come quello dei Måneskin, visto per altro da una posizione privilegiata, avrebbe potuto aiutarla a non pensare.
Si guardò allo specchio: i jeans a vita bassa erano tornati di moda da un po', perciò aveva deciso di indossarne un paio blu slavati e strappati in stile boyfriend, sopra ai quali aveva indossato una connottiera verde smeraldo con il logo della D&G bianco stampato sul davanti, alla quale aveva abbinato degli anfibi con motivo mimetico. Indossò dei grossi cerchi alle orecchie, mise un numero incalcolabile di bracciali e catenine, prese un bomber crop e infilò il cellulare in una pochette sportiva. Il citofono suonò proprio in quel momento e fu felice di constatare che il driver dell'NCC che si era prenotata era in perfetto orario: anche calcolando il traffico sarebbe arrivata allo stadio giusto in tempo per fare un saluto alla band prima che iniziassero.
Le sue previsioni erano state giuste, tant'è che varcò la Vip Entrance circa venti minuti prima dell'inizio dello spettacolo. Una hostess la accompagnò verso i camerini, dicendole che era attesa, perciò allungò il passo, entusiasta ed emozionata di rivedere Vic, ma anche gli altri tre, in special modo Ethan. Era un segreto, ma tra lei ed il batterista c'era stata una certa simpatia quando si erano conosciuti, cosa che non era mai stata approfondita e che era rimasta un po' lì ad aleggiare ogni volta che era poi capitato che si reincontrassero.
Quando arrivarono alla porta che conduceva al foyer dei camerini, bussò ed entrò senza aspettare replica con stampato in faccia il migliore dei suoi sorrisi. Victoria, Thomas ed Ethan si voltarono all'unisono e quando la videro entrare la accolsero con il loro consueto e caotico entusiasmo: si abbracciarono e salutarono fregandosene altamente del fatto che i tre performer fossero già truccati e abbigliati per entrare in scena.
- Bimba, ma che figa spaziale sei stasera? Mi spieghi come diavolo fai ad essere bòna anche quando ti metti addosso anche solo quattro stracci? Quasi quasi ti porto in camerino e facciamo iniziare 'sto show con un bel quarto d'ora accademico di ritardo! - le disse Victoria, squadrandola da capo a piedi con sguardo interessato. Notoriamente la bassista era estremamente fluida nei suoi gusti, ed una volta era addirittura capitato che ad un aftershow a Berlino tra lei e Sarah fosse scappato un limone alcolico che comunque era rimasto lì e non aveva minimamente intaccato il bel rapporto che avevano. Restava il fatto che ad ogni nuovo incontro la bassista giocava sempre a provocarla con il suo fare ammiccante, e Sarah stava sempre al gioco.
- Non tentarmi, Vic, che pure te stasera non scherzi... Potrebbe essere la volta buona che mando al diavolo questa stupida eterosessualità, che di questi tempi è pure sopravvalutata! - rispose la cantante, ridendo.
- Questo perchè ancora non hai fatto ancora un giro col sottoscritto, Bimba... - mormorò Ethan, arrotolando quella che sembrava una sigaretta ma in realtà era tutt'altro.
- Damiano dove sta? Volevo salutare anche lui prima che andaste in scena - disse Sarah, glissando la provocazione del batterista e guardandosi attorno in cerca del bellissimo cantante.
- Si, arriva. Ha un ospite anche lui, stasera, e sono nel suo camerino per vedere insieme qualche cosa che non ho capito. Adesso tornano - disse Thomas, facendosi passare da Ethan ciò che aveva appena iniziato a fumare.
- Ah, quindi non sarò sola stasera. Vabbè, dai: meglio così... Fare nuove conoscenze è quello di cui ho bisogno adesso, così non penso - disse Sarah, togliendosi il bomber.
- Problemi in paradiso con il biondone? Ma come, meno di qualche settimana fa c'erano tutti i tabloid d'Italia intasati dalla notizia della proposta che t'ha fatto, e adesso te n'esci così?! - chiese Vic, ricevendo anche lei il sacro graal del relax dal suo chitarrista.
- Guarda, preferisco non parlarne, Bambola. E' troppo lunga e voi tra dieci minuti siete in scena. Semmai ti accenno qualcosa dopo, se vi va di fare serata -.
- E come no?! Dai, ci sto! Tò, ecco il Capo... Dami, vieni che è arrivata la Bimba! - disse ad alta voce la bassista, facendo un cenno verso la porta alle spalle di Sarah.
- Dove sta? -.
Damiano fece il suo ingresso, bello come un dio greco con suo il ricercato trucco di scena ed il costume da performance che lasciava vedere più di quello che nascondesse, per la gioia degli occhi di tutte le donne del globo terraqueo.
Spalancò le braccia e sorrise, invitando Sarah a salutarlo per bene. Lei ricambiò il sorriso e lo abbracciò, veramente contenta di vederlo.
- E' sempre un piacere vederti, Bimba... - le disse, mettendole le mani sulle spalle quando si furono separati. - Dai, che stasera t'ho pure rimediato compagnia: Vic ha invitato te, ma io pure ho invitato un mio amico. Oddio, adesso che ci penso è capace pure che vi conoscete già, lo sai? Jo, a che edizione hai partecipato tu? - chiese il cantante, voltandosi verso la persona che stava sopraggiungendo alle sue spalle.
- 23/24, perché? - rispose una voce sin troppo familiare.
Il sangue di Sarah si gelò nelle vene a quelle parole. Spalancò gli occhi e reclinò appena il busto di lato per riuscire a guardare oltre la figura slanciata di Damiano: dietro di lui, impeccabile in giacchetto di pelle, jeans neri, t-shirt aderente e sneakers bianche, tenendo i Ray-Ban in testa, era comparso Holden.
Quando la vide comparire fece un'espressione basita e disse - Ciao! -.
Lei si raddrizzò e, stupidamente, la prima cosa che le venne da fare fu tentare di nascondersi dietro l'alta stazza del cantante della band. Si maledisse subito per il gesto infantile, così fece un passo di lato e, aprendo le braccia in un gesto di resa imbarazzata, replicò - Ciao -.
- Ah, ma allora vedi che non mi sbagliavo?! Eravate nella stessa edizione! Dai, figo, così vi tenete compagnia e rivangate i vecchi tempi mentre noi sbrighiamo 'sta pratica, poi se' fa' nottata! - disse Damiano.
- CINQUE MINUTI! -. La voce di un operatore di scena giunse nel corridoio, così tutti i componenti della band si avviarono verso il palco.
- A dopo giovani, e non fate danni, eh! Jo, attento che questa Bimba è una rubacuori: qui già siamo tutti e quattro pazzi di lei, se ci caschi pure te la concorrenza per me sarebbe proprio troppa! -.
- Vic, la finisci?! Va', cammina, che devi esibirti! - le urlò dietro Sarah, mentre la bionda bassista spariva nel corridoio facendole la linguaccia e mostrandole i diti medi.
Ci furono dieci secondi di silenzio, poi la ragazza prese coraggio e si voltò. Lui la stava fissando, immobile, poi improvvisamente iniziò a togliersi il giubbotto di pelle.
- Cazzo che caldo che fa qui... - mugugnò, lasciando poi cadere l'indumento su una sedia del foyer per poi togliersi anche gli occhiali dalla testa.
Sarah abbassò lo sguardo, imbarazzata, poi esordì - Che ci fai qui? -.
- Te potrei chiede' la stessa cosa - replicò lui, voltandosi di nuovo verso di lei con le mani sui fianchi.
- Ho conosciuto Victoria qualche anno fa alla MFW e siamo diventate amiche. Quando capita che siamo nella stessa città ci vediamo sempre e ci sentiamo spesso, per questo stasera mi ha invitata. Ormai sono amica anche degli altri, quindi mi faceva piacere incontrarli, una volta tanto che sono a Roma... - spiegò.
- Mmm, capisco. Comunque non me pare proprio che da parte sua ce sia solo amicizia. Se fida Aaron a fatte sta da sola co' lei? O meglio... Co' loro, perché 'sti quattro non è che so' rinomati pe' esse' esempi de virtù - replicò lui.
Lei alzò gli occhi e lo fissò con durezza. - Aaron non si azzarderebbe mai a dirmi quello che posso o non posso fare: si fida -.
Lui rise beffardamente, voltando la testa di lato. - Certo, ovvio: un santo, avrei dovuto immaginarlo... Buon per te, no?! E' perché se fida che non c'è? -.
- Puoi dirlo forte che è buon per me! E comunque no: è a New York -.
- Uno viene e uno va... Ah, il fascino dell'America! Sei sicura che torna? - la stuzzicò, alludendo a quanto successo tra loro due in passato.
Sarah assottigliò gli occhi. - Wow, che brillante umorista sei diventato. Strano, eppure ricordo che le tue battute mi facevano sempre ridere tanto. Devi essere peggiorato con l'età -.
Holden le si avvicinò e, quando le si fu affiancato, stando ad una distanza decisamente troppo esigua per due che erano nella loro situazione, la squadrò da capo a piedi e le disse in tono suadente - Te, invece, co' l'età sei migliorata. E pure parecchio -.
Avvampò e percepì all'istante il cuore iniziarle a galoppare nel petto. Si maledisse per non riuscire a dominare le reazioni spontanee che lui ancora a distanza di anni le provocava, ma ci mise tutto l'impegno che poté raggranellare e alla fine riuscì a fare un passo indietro, ostentando indifferenza.
Si scostò la coda dalla spalla e disse freddamente. - Non mi hai ancora detto come ci sei finito tu qui, invece -.
- Ah, i casi della vita! Nel 2026 è capitato che uscissi per un periodo co' 'n'attrice che era amica della ragazza dell'epoca di Damiano. E' così che l'ho conosciuto. Poi co' lei è finita, ma co' lui abbiamo continuato a senticce e frequentacce. Abbiamo lavorato pure insieme: metà delle canzoni del loro ultimo album l'ho prodotte io - confessò lui.
Sarah sgranò gli occhi. - No, aspetta... All'epoca Dami usciva con Dove Cameron... Chi era la tizia con cui... Uhm... ti frequentavi tu? Non è per la cosa in sé, sia chiaro, è che amo i gossip! - si affrettò a chiarire.
- Sofia Carson - fu la risposta lapidaria di Holden, mentre prendeva dalla giacca la sigaretta elettronica e la caricava, iniziando a fumare.
La ragazza non riuscì ad impedirsi di assumere un'espressione shockata. La Carson era stata uno dei suoi idoli di ragazzina, e ancora oggi la adorava pensando che fosse non solo bravissima ma anche bellissima. In quel momento, purtroppo, le cadde un mito ed iniziò ad odiarla. - Tu sei stato con Sofia Carson?! -.
Si mise una mano sulla bocca, sconvolta. Si era appena resa conto che Holden, negli anni successivi la loro rottura, aveva fatto un salto di qualità non indifferente e si sentì terribilmente mortificata da quella cosa. Era ovvio che non ci fosse stato un solo momento negli anni passati in cui avesse pensato di tornare da lei: con donne di fama mondiale e dallo charme indiscusso come quella a disposizione, perché fare un downgrade ritornando dalla ragazzina tutta lentiggini di Vigevano? - Cazzo... - riuscì solo a mormorare.
Lui la stava osservando ed inevitabilmente le stava anche leggendo dentro. Non era cambiata molto sotto quel punto di vista, continuava ad essere un libro aperto, piena di paranoie e complessi immotivati. In quel preciso istante all'immagine della bellissima donna lì di fronte si sovrappose quella della ragazza che era... E qualcosa dentro di lui scattò.
- Eh già. Molto bella e sicuramente un'ottima artista. Una bella persona. Ma aveva un paio di difetti sui quali proprio non so' riuscito a passa' sopra - disse.
Lei, probabilmente troppo presa dal mood regressivo in cui si trovava, abboccò al suo amo e domandò con voce incredula - Cioè? -.
Aspirò una boccata di fumo che ributtò fuori subito, poi rispose - Non sapeva cucinare, non era bionda, non aveva le lentiggini, ma soprattutto quando le ho fatto ascolta' i Modà m'ha detto che erano robaccia -.
La vide perdere l'equilibrio per un secondo, tornando ad essere scarlatta in volto, ma cercare subito di riprendersi. - Che stai facendo, Jo? -.
- Ah, mò so' tornato a esse' Jo? -.
- Finiscila, lo sei sempre stato. L'altra sera ero incazzata, non potevi aspettarti di certo un diminutivo... -.
Lui fece due passi avanti nella sua direzione. - Quindi non sei più incazzata, adesso? -.
Lei fece due passi indietro, tentando di mantenere la distanza. - Sono ancora incazzatissima, contaci! E comunque non mi hai risposto -.
Alla fine, per quanto avesse tentato di sottrarsi, la raggiunse e la inchiodò al muro dietro di lei, tagliandole la fuga. - Non sto a fa' niente se non di' la verità -.
Sarah deglutì, terrorizzata. Era troppo vicino, era troppo bello, era troppo... Joseph. Lo osservò chinarsi appena e, senza pensarci, chiuse gli occhi convinta che l'avrebbe baciata.
Ma non successe niente. Sollevò lentamente le palpebre e lo trovò a fissarla con dipinto in faccia un sorrisetto divertito. - Stavo solo a senti' il tuo profumo... Che pensavi? -.
A quel punto lei uscì di testa e gli diede uno spintone. - Sei proprio uno stronzo! -.
Lui rise, scuotendo la testa. - Si, me l'hanno già detto: grazie per avermelo ricordato. Comunque volevo dirti che, se prima sapevi de nuvola, ad oggi sai de tempesta, Sa'. Molto interessante... -.
Prima che lei potesse scaricargli addosso qualche altro improperio, iniziò la musica: il concerto era cominciato.
- Dai, smettila de fa' quella faccia e andiamo a onora' l'invito: godiamoce lo spettacolo, stasera, pòi aspetta' domani pe' torna' a esse' incazzata co' me. Che dici, tregua? - chiese lui, porgendole la mano.
Sarah lo soppesò con diffidenza, incerta circa il gioco a cui lui stesse giocando, ma poi si disse che qualsiasi cosa avesse potuto fare non sarebbe stata peggio di quanto aveva già fatto. Inoltre una parte di lei gridava vendetta, perciò si risolse ad entrare anche lei in partita: non era più la ragazzina di una volta, ora avrebbe potuto giocare alla pari con lui e, possibilmente, guidare la partita. Era sicura di poterlo fare, ormai.
Pensi che stia ancora qui a morirti dietro a schiocco di dita? Avrai una brutta sorpresa, grandissimo testa di cazzo.
Si scansò di nuovo i capelli dalla spalla e raddrizzò la schiena, guardandolo negli occhi e stringendogli la mano che le porgeva.
- Tregua. Almeno fino a domani -.
Holden assentì silenziosamente, poi fece qualcosa che lei non si aspettava ma che ricordava sin troppo bene essere qualcosa che faceva spessissimo in passato: la tirò verso di sè e, senza lasciarle la mano, con un movimento del polso la fece girare e le posò il braccio sulle spalle. Solo allora abbandonò la presa sulle sue dita.
- Ok, andiamo allora - disse, guardandola con un sorriso.
E, senza che lei potesse opporsi, si avviò verso le quinte, portandosela dietro.


Angolo Autrice
Ok gente: la partita è cominciata.
Una sola mossa e già sembra che il Maestro abbia dato un mezzo scacco alla Regina Fatata! Ma prestiamo attenzione: potremmo essere sorpres* da un nuovo Queen's Gambit!
E poi ci sono da tenere d'occhio anche gli altri pezzi su questa scacchiera...
Sarà una partita interessante.
Keep on follow!!
Xo xo!

Too old to hold me | A Holden x Sarah Fanfiction (Amici23)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora