34. Disco rotto

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La registrazione della puntata terminò e, dopo il consueto meet and greet con il pubblico, i ragazzi iniziarono a lasciare lo studio.
Sarah fu subito accerchiata dalle amiche che volevano sincerarsi su come stesse e se fosse tutto a posto. Circondata da Marisol, Martina, Lucia e Sofia che la sostenevano come colonne portanti, arrivò in sala relax ed anche lì tutti gli altri compagni andarono da lei. Rispose a tutte le domande cercando di tenersi sul vago, ben cosciente che tanto fosse già chiaro a tutti come stessero le cose, ma nel fare tutto ciò i suoi occhi correvano nella stanza in cerca di Holden. Lo inquadrò accanto alla macchina del caffè insieme a Malìa, che gli parlava fitto tenendogli una mano sulla spalla, per essere poi raggiunto da Syren. La ragazza tentò di abbracciarlo da dietro, ma subito Malìa intervenne, frapponendosi tra loro due e scatenando così una reazione risentita della ragazza. Le sembrò quasi di sentirla aggredire verbalmente il ragazzo dicendogli di farsi i cazzi suoi e di togliersi dai piedi, ma quello che evidentemente ottenne fu di essere squadrata dall'alto in basso con sguardo gelido e di ricevere una risposta tagliente data con la voce profonda e salda di lui.
In quel momento nella stanza echeggiò la voce di Maria. - Ragazzi, mi sentite? -.
Ci fu un coro di risposte positive mentre tutti interrompevano quello che stavano facendo per ascoltare.
- Bene. Una cortesia: Sarah ed Holden, potete tornare in studio, per favore? -.
La ragazza si alzò con un'espressione interrogativa ed ansiosa dipinta in viso. Immediatamente i suoi occhi corsero a cercare lui, che a sua volta la stava guardando: si fissarono, poi il ragazzo fece un gesto con la testa, rivolto alla porta.
- Arriviamo, Maria - si limitò a dire, aprendo l'uscio ed aspettando affinché Sarah lo varcasse per prima.
Lei lo raggiunse e, oltrepassandolo, si mise i capelli dietro le orecchie guardando a terra.
- Grazie - sussurrò.
Lui non rispose, si limitò a seguirla lungo il corridoio. Erano quasi arrivati alla porta dello studio, quando Sarah si sentì prendere per un braccio e un attimo dopo fu tra le braccia di Holden, stretta in abbraccio che le avvolgeva il collo. Confusa, alzò lentamente le mani e si aggrappò ai lati del maglione che lui indossava.
- Dio, quanto me sei mancata - le mormorò sui capelli.
Lei inspirò forte il suo profumo, sempre più cosciente di quanto anche lui le fosse mancato, di quanto le fosse mancata la sua vicinanza, il suo calore, la sua voce... Tutto, insomma.
Delicatamente si staccò e con un sorriso gli carezzò il viso. - Vieni, andiamo adesso... Non facciamo aspettare Maria -.
Lui le mise la mano sulla mano che lo stava toccando e voltò appena il viso per lasciarle un bacio sul palmo. - Ce mancherebbe - rispose, sorridendole a sua volta.
Quando furono arrivati in cima alla gradinata che dava sui banchi, videro che in mezzo allo studio c'erano due sedie, una di fronte all'altra.
- Venite ragazzi e accomodatevi al centro, per favore - disse la De Filippi.
Fecero come era stato detto loro, rimanendo in silenzio e guardandosi negli occhi prima che l'altra riprendesse.
- Allora... Vi ho fatti tornare perché, sebbene siate ormai entrambi adulti e vaccinati, ho pensato che quello che è capitato oggi in studio richiedesse un intervento esterno. Per voi va bene? -.
Sarah iniziò a martoriarsi le dita per il nervosismo, ma subito quell'azione fu interrotta da Holden, che si era piegato in avanti e le aveva preso le mani nelle sue.
- Si, certo - aveva detto poi lui, rispondendo per entrambi.
- Prima di tutto: Sarah, come stai? -.
- Adesso meglio - rispose lei con voce flebile.
- Mi spieghi cos'è successo prima? E magari, visto che ci sei, spiegalo anche a Holden, che credo voglia saperlo più di me -.
- In realtà io già lo so, Maria. So' successo io, ecco cosa... - intervenne lui, esibendo un'espressione colpevole.
Sarah si morse il labbro inferiore, intenerita nel vederlo mostrare la presa di coscienza di tutto il male che le aveva fatto.
- Vuoi spiegare meglio, Sarah? - proseguì la conduttrice.
La ragazza si strinse nelle spalle. - Il grosso credo che lo saprai già, è stato fatto tutto molto alla luce del sole per voi che avete accesso a microfoni e telecamere, Maria. Oggi... Beh, pensavo di riuscire a sostenere meglio le conseguenze della rottura mia e di Joseph. Ho voluto cantare quella canzone per mettere un punto a tutto e poi andare avanti, ma... Mi sembra abbastanza evidente che non sono così forte come pensavo -.
- Holden, tu che ne pensi? -.
Lui sospirò. - Io penso che, invece, Sarah sia la persona più forte che conosco, non so al posto suo come avrei fatto a gestire tutto lo schifo che j'ho buttato addosso... Mi pare chiaro che manco io so' così forte come pensavo se è bastata una boiata fatta da terzi individui per farmi dubitare di lei, che invece è sempre stata trasparente con me. Francamente adesso non riesco a gesti' manco la vergogna che provo pe' me stesso -.
- Sentite, se per voi va bene io adesso vi lascio soli, perché credo sia necessario che vi chiariate. Ci siamo preoccupati tutti quanti sin dall'inizio per come stavano andando le cose tra voi due e mai avremmo pensato che si arrivasse a questo punto. Tralasciando che comunque siete stati bravi a riuscire a mantenere alti disciplina e rendimento scolastico, vorrei comunque che sistemaste le cose, in un verso o in un altro, e che tornaste entrambi sereni. Ci stiamo avviando al serale e avrete bisogno di essere presenti a voi stessi, ragazzi. Che ne pensate? - spiegò Maria con il suo solito fare materno.
- Mi sembra giusto. Credo che lo dobbiamo a voi tutti, ma soprattutto a noi stessi - rispose Sarah.
- Perfetto. A questo punto approfitterei, allora, per dire una cosa ad Holden. Dietro di te c'è una comunicazione, puoi leggerla -.
Il ragazzo si alzò e prese dal trespolo un cartoncino tondo che riconobbe subito. Lo guardò e disse - Ho vinto l'Oreo Challenge. In palio c'era una serata cena e cinema per me ed un altro compagno -.
- Già. Chi porti, quindi? - chiese Maria.
Lui sorrise. - Devo risponde' davvero?! Vabbè, dai: diciamo che te lo saprò dire dopo la conversazione che stiamo per avere -.
Si percepì la risata soffocata della conduttrice. - Ci sta, dai. Vi lascio soli, allora... -.
- Ok, ma io vorrei cambiarmi e darmi una sistemata, prima. Mi sento uno schifo, così... - disse Sarah, cercando di camuffare l'emozione.
- Ma che devi sistema'?! Sei bella da mori' - disse lui, avvicinandosi di nuovo alle sedie e prendendole il mento tra le dita, sollevandole il volto verso di sé.
- Perfetto, io allora me ne andrei. Ciao ragazzi e fate i bravi, mi raccomando - concluse la De Filippi, chiudendo il collegamento.
- Ciao e grazie, Mary - sussurrò distrattamente Sarah, persa negli occhi di lui.
Holden le porse la mano e la fece alzare. - Ce sediamo sugli spalti? Magari stiamo più comodi -.
Lei annuì con la testa e lo seguì. Si accomodarono uno accanto all'altra e lui le prese le mani tra le sue.
- Mamma mia, me sembro un disco rotto, Sa'... Gira che te rigira finisco a di' sempre le stesse cose. Me sento il più cojone dei cojoni - esordì il ragazzo, tenendo lo sguardo basso sulle loro dita intrecciate.
- Fai bene a sentirtici, perchè lo sei - convenne lei.
Lui rise. - Diretta come un cazzotto in bocca, come sempre. Questa è una delle cose che amo de più de te... -.
Sarah sentì un vuoto allo stomaco e strinse la presa, ascoltandolo proseguire. - In verità io amo tutto de te, Fati'. Anzi, rettifico: io amo te, punto -.
Alzò gli occhi a guardarla, trovandola con le labbra semi dischiuse e gli occhioni sgranati.
- Una cosa deve esse chiara, Sa': non me sto a gioca' la carta vincente pe' famme perdona'. Tu non c'hai la minima idea de quanto me senta in colpa pe' tutto quello che è successo, me devi crede'. Me rendo conto che tutto quello che ho fatto prima non conta più un cazzo dopo avette lasciato intende' che non me fido de te. Io... Non so come chiedete scusa in modo che tu me creda - disse.
Lei lo ascoltò, scuotendo appena la testa. - Perché ci hai messo così tanto? Perché non sei venuto prima a dirmi queste cose? Mi hai lasciato quasi un mese ad agonizzare in un angolo, Jo, facendomi credere che fosse finita e non ci fosse niente da salvare... -.
- E perché, Sa'? Te l'ho appena detto: so' un cojone, orgoglioso e ottuso - replicò lui.
- E spaventato - aggiunse lei.
- Si, e spaventato -.
Sarah gli si avvicinò di più, appoggiando la fronte alla sua in quel gesto che condividevano così spesso e che permetteva loro di comunicare più facilmente a vicenda le loro emozioni. - Dimmi cosa ti spaventa -.
Holden liberò una mano e gliela portò tra i capelli, sulla nuca. - Tutto, Sarah. Mi hai travolto e sopraffatto. Lo so che detto adesso suonerà poco credibile, ma... Non m'era mai successo prima. Mi sono ritrovato in quel cliché che prima perculavo malamente -.
- Cioè? -.
- Quello in cui lei s'innamora pe' prima, ma lui poi s'innamora de più -.
Lei sorrise. - Che paraculo che sei... -.
- Ma de che?! Te pare che in una situazione come questa vengo qui a spara' cazzate sdolcinate?! Sa', veramente: dimme che devo fa' pe' famme perdona'. Ho fatto un casino così grosso che mezzo bastava... Lo so che non è sufficiente ditte che immagina' che quello che ha detto quel cojone dell'ex tuo potesse esse' vero m'ha fatto mori' dentro, visto che ero già innamorato de te a livelli che non te posso quantifica'... Però... Veramente: so' disposto a fa' qualsiasi cosa me chiederai. Non è che non te posso perde', Fati', è che non voglio -.
- Jo... Lo sai cosa devi fare. E devi crederci veramente, quando e se lo farai - rispose lei.
Lui le lasciò le mani del tutto e portò anche la sua sinistra tra i suoi capelli. - Lo so che che non crederai a una parola adesso, perché sarebbe troppo facile, ma te giuro che è tutto vero: ho smesso de crede' a tutte quelle cazzate appena m'hai dato quella pizza in faccia, la convinzione poi s'è rafforzata quando m'hai detto di amarmi... Alla fine ho smesso de credece perché te conosco, Sa': tu non sai finge', sei troppo genuina, non saresti stata in grado de fa' finta d'esse' innocente e de usa' delle parole così importanti solo pe' salva' la faccia -.
- E allora perché non sei venuto subito da me?! - chiese lei, sconsolata.
- Perché so' un codardo. Non volevo affronta' il tuo sguardo d'accusa e di delusione. Tu hai idea de come me fai senti' quando me guardi, Sa'? Sento che potrei spacca' il mondo a mani nude, me fai pensa' d'esse' invincibile. Non potevo sopporta' de esse' guardato in modo diverso e dispregiativo, anche se sapevo de meritammelo - rispose lui con sicurezza.
- E cosa t'ha fatto cambiare idea? -.
- La stessa cosa che m'ha fatto decide' de porta' la nostra canzone oggi. So' stato talmente male senza de te che ho capito che preferisco combatte' pe' fatte torna' lo sguardo de prima piuttosto che non esse' guardato mai più. Ti voglio con me, a qualsiasi condizione me venga posta, perciò se devo fa' ammenda inginocchiandomi ai tuoi piedi pe' fatte capi' che sei più importante delle mie paure o del mio orgoglio, beh... Lo farò - concluse lui e, alzandosi in piedi, poggiò entrambe le ginocchia a terra e abbassò il capo.
- Ti amo, Sarah. Perdonami, per favore - disse soltanto.
Sarah lo fissò ad occhi sgranati, incredula e stupefatta: l'orgoglioso, scorbutico e carismatico Joseph Carta stava deponendo il proprio cuore e la propria coscienza ai suoi piedi, in una dichiarazione d'amore che era più forte di un milione di parole.
Si alzò e, chinandosi, gli prese la mano e lo aiutò a rialzarsi. Lo guardò dritto negli occhi e, seriamente, gli disse - Bene, allora. Un'ultima cosa, però: mi hai ferita -.
Lui le prese anche l'altra mano e se la portò alle labbra. - Si, lo so -.
- Non farlo più -.
- Non posso prometterlo, perché so' umano, ma te giuro che farò del mio meglio -. Le strinse le braccia intorno alla vita, mentre lei gli cingeva il collo, e disse - Voglio baciarti -.
- Fallo, allora - concluse lei.
E lui lo fece.

***

Erano passate quasi tre ore, i ragazzi in casetta avevano già messo in ordine il caos pre puntata e si stavano apprestando a preparare la cena.
Syren sembrava un'anima in pena, continuava ad entrare ed uscire dalla cucina per controllare il cancelletto d'entrata.
- Oh, Sere', me stai a fa' rincoglioni'. Te fermi?! - le disse Martina stizzita, mentre tirava fuori pentole e padelle insieme a Nicholas, Gaia e Dustin.
La bionda cantante romana sbuffò sonoramente, lasciandosi cadere su uno degli sgabelli alti e assumendo un'espressione irritata, mentre agguantava un coltello e si apprestava ad aiutare Nicholas a pelare delle patate. - Ma se pò sape' che stanno a fa'? Perché non tornano? -.
Il ballerino scoppiò a ridere e Martina la soppesò con sguardo di sufficienza. - Ma tu davvero fai o scherzi?! - le chiese.
- Perché?! - si inalberò Syren.
- Senti, mò te lo spiego facile facile, teso': se stanno a rimette' insieme. Punto, fattene 'na ragione - tagliò corto Martina, che dei comportamenti isterici e asfissianti di Syren nei confronti di Holden ne aveva le scatole piene.
L'altra le riservò uno sguardo scettico e tagliente. - Non penso proprio, bella. Maria li ha convocati in studio, so' più propensa a crede' che se li stiano bevendo per il casino armato in puntata da quell'altra... -.
Alle sue spalle percepì una presenza massiccia, e un secondo dopo una mano si appoggiò sull'isola accanto al suo gomito. Si voltò a guardare in alto e si trovò sovrastata da Malìa, che la soppesò con sguardo accondiscendente. - Sarai pure una stronza velenosa, ma devo ammettere che di fantasia ne hai da vendere. Adesso capisco come mai sei così sicura di te: con le storie che ti racconti per autoconvincerti delle cose, non poteva essere diversamente -.
- Oh, ma fatti i cazzi tuoi un po', tu?! Chi t'ha interpellato? - lo aggredì lei, con gli occhi grigi che fiammeggiavano.
- Ops, era una conversazione privata? - domandò lui, ignorandola e rivolgendosi a Martina, la quale si affrettò a coprirsi la bocca per non scoppiare a ridere in faccia all'altra.
Syren si imbestialì: buttò patata e coltello sull'isola e si alzò in piedi a fronteggiare Malìa, che comunque la sovrastava in altezza di tutta la testa.
- Ma tu ci sei di natura stronzo così, oppure ce prendi degli integratori speciali?! - gli disse, arrivando a stargli praticamente addosso.
Lui sogghignò e scosse la testa. - Mamma mia, quanta fatica buttata a inseguire fantasmi... Un vero peccato che tu sia psicopatica, Serena, perché trovo che tutta questa bellezza sia sprecata con un carattere come il tuo. Ripeto: un vero peccato - le disse, per poi infilarsi le mani in tasca ed andarsene.
Lei rimase lì, attonita.
- T'ha lanciato 'sta cannonata, eh?! - fece Nicholas, ridacchiando.
- Ma vaffanculo, va' - sibilò la ragazza, sparendo nel corridoio delle camere da letto.
- Why is she always so mad?! - chiese Dustin, perplesso.
- Lascia fa', Australia... Qui se nun so' matti non ce li vogliamo - concluse Martina, lanciando un'occhiata complice a Nicholas e tornando ai suoi progetti culinari.


Angolo autrice:
Come sempre spero che abbiate apprezzato il capitolo. Non ce la facevo più a tenerli separati, è un sacrilegio!
Comunque è ufficiale che la seconda nave della mia flotta è salpata, vedremo se riuscirò a innestare un'eventuale side story in questa trama... Così uniamo l'utile al dilettevole.
Approfitto della sede per un minuscolo spoiler: il prossimo capitolo, ve lo dico, sarà esclusivamente fan service. A livello di trama non ci saranno avanzamenti, ma visto che gli ultimi capitoli sono stati belli densi, direi che ci meritiamo una bella dose massiccia di Holdarah senza nessun fine specifico!!
Un bacio e buona lettura!

Too old to hold me | A Holden x Sarah Fanfiction (Amici23)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora