42. Miami

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- Oddio, oddio, oddio! No, io non ce la faccio. Dico veramente, Jo: non ce la faccio! Ti prego, andiamo da qualche altra parte, non sono psicologicamente pronta! -.
-Sa', datte 'na calmata. Sembra quasi che te debba compari' la Madonna! -.
- Vabbè, è quasi lo stesso, no?! -.
Non riusciva a calmarsi, l'ansia per quello che stava per succedere se la stava mangiando viva.
Erano atterrati a Miami da poco meno di due ore, e all'uscita del gate avevano trovato ad attenderli un autista con tanto di cartello con su scritto "H & S - Amici23", cosa che aveva fatto storcere il naso ad Holden e fatto immensamente ridere Sarah.
In quel momento erano in viaggio su un van da otto posti, diretti verso la Pausini & Carta's Mansion, ed essendo ormai in vista della sagoma dell'enorme villa a Sarah era cominciato a salire il nervosismo: era vero che aveva già avuto modo di comunicare con la famiglia paterna di lui via telefono, ma conoscerli di persona era tutto un altro paio di maniche. Sicuramente l'idea di incontrare e passare del tempo con Laura Pausini era qualcosa che non si sarebbe mai immaginata nemmeno nei suoi sogni più audaci di ragazzina, ma paradossalmente la cosa che la metteva più sotto pressione era il conoscere dal vivo Paola, la sorellina di Holden. Sarah sapeva quanto la bambina la ammirasse, era stata lei stessa a dirglielo, e l'idea di poter in qualche modo deluderla o non piacerle la stava mandando in paranoia.
Lui le prese la mano e gliela strinse. - Sa', non sono esseri leggendari sbucati dall'iperspazio: saranno pure famosi, ma mi' padre, Laura e mi' sorella so' persone come tutte le altre. Al di là della patina del successo e della fama, respirano, mangiano, bevono e vanno al bagno come tutto il resto del mondo! Te rilassi adesso, per favore?! -.
Sarah scoppiò a ridere. Incredibilmente le parole di lui fecero effetto all'istante e l'immagine di un personaggio pubblico di fama mondiale regalmente seduto sull'intimo trono le fece mettere tutto nella giusta prospettiva.
Gli appoggiò la testa sulla spalla e sospirò. - Troverò mai un modo per ringraziarti di tutto questo? Mi stai facendo vivere un sogno. E non parlo solo del viaggio, ma in generale: è tutto talmente perfetto che ogni tanto mi prende il panico perché penso che prima o poi mi sveglierò... -.
Lui ridacchiò. - E' divertente che dici 'sta cosa, lo sai? Giusto un paio de giorni fa ragionavo sul fatto che rosico da morire pe' il fatto che già Max Pezzali ha usato la frase "Lo so con te non finirà il sogno di sentirsi dentro a un film ", perché è esattamente come me sento io e avrei voluto metterla in una canzone! -.
Mentre stavano avendo questo scambio di battute, raggiunsero un enorme cancello bianco. Il driver si dichiarò e dopo qualche secondo i battenti si aprirono per lasciarli passare, così il van imboccò una stradina asfaltata, circondata da palme ed un enorme parco, che in breve li condusse di fronte a all'ingresso di una magione che sembrava essere uscita da una serie tv. A mezzo fermo l'autista aprì loro lo sportello e, mentre lui scaricava i bagagli, Holden la aiutò a scendere: era una bellissima giornata soleggiata e il clima della Florida era assolutamente favoloso in quel pomeriggio di fine Maggio.
Sarah indossò gli occhiali da sole e si stava guardando intorno a bocca aperta quando fu riscossa dal suo stato contemplativo da una vocetta familiare che proveniva dalla porta di ingresso - MAMMA, PAPA': SONO ARRIVATIIIIIIIIII! -.
Non fece in tempo a voltarsi verso l'origine di tutto quel trambusto che vide uno sfarfallio di stoffa gialla e viola materializzarsi a tutta velocità e impattare con la forza dell'entusiasmo infantile su di lei ed Holden. Si sentì avvinghiare alla vita da un braccino, ed abbassando lo sguardo trovò una testolina scura stretta con forza tra di loro. - Che bello, siete arrivati finalmente! Non riuscivo più ad aspettare! -.
La piccola Paola aveva fatto la sua entrata teatrale ed era volata ad abbracciarli entrambi contemporaneamente. Suo fratello la prese per le spalle e se la caricò in braccio, facendole il solletico. - Peste, ma che hai fatto? Te lascio pe' nemmeno cinque mesi e tu me diventi 'na signorina?! Tiè, quasi non ce la faccio più a prenderti in braccio! -.
- Ma infatti sono troppo grande per stare in braccio, Jo: mettimi giù! - protestò la ragazzina, lanciando sguardi imbarazzati verso Sarah.
Quando il ragazzo ebbe eseguito la richiesta, la sorella lo tirò verso di sè e gli disse all'orecchio con un tono non sufficientemente basso da evitare di farsi sentire - Ma che figure mi fai fare? Adesso Sarah penserà che sono una bambina e non vorrà essere mia amica... -.
Immediatamente la ragazza intervenne per togliere la piccola d'impaccio. Con un movimento fluido del fianco scalzò Holden dal suo posto e si chinò verso Paola, rivolgendosi comunque a lui - Mamma mia, quanto sei appiccicoso, Jo! Mi lasci un po' di spazio per conoscere finalmente Paola? Non vedevo l'ora di arrivare per presentarmi e fare amicizia! -.
La bambina la guardò come se fosse stata una stella del cinema comparsa dal nulla, così Sarah le porse la mano e le disse - Ciao Paola, sono felicissima di conoscerti di persona! -.
Dopo una prima stretta di mano esitante, la piccola non riuscì a trattenere l'entusiasmo e l'abbracciò di nuovo, tutta eccitata. - Quanto sei bella! - esclamò.
Sarah guardò Holden imbarazzatissima, mentre rispondeva all'abbraccio di Paola. Lui alzò le spalle e disse con tono di ovvietà - Beh, c'ha ragione -.
Di colpo la sorellina si voltò verso di lui e lo inchiodò con i due occhietti ridotti a fessure. - Lei è mia amica, chiaro? Se la lasci o la fai soffrire te la vedrai con me, siamo intesi giovane?! -.
Lui spalancò gli occhi ed alzò le mani in segno di resa. - Pace, oh! Ma che ve siete coordinati, tutti quanti?! Qui finisce che io c'ho la nomina ma non farò i fatti... E a me chi me consola se sarà lei a mollamme?! -.
Paola sollevò il nasino in segno di sdegno. - Non lo so, ma tu pensa a comportarti bene che a lei ci penso io - disse, prendendo la mano di Sarah ed iniziando a trascinarla all'interno.
Holden scosse la testa. - E niente, sembra proprio che noi Carta semo tutti deboli pe' l'aura fatata... - mormorò divertito.
Entrarono in casa e subito dal pianerottolo in cima alla scalinata che portava al piano di sopra comparve Laura con un sorriso enorme dipinto in faccia. - Eccoli qui, i ragazzi! Paolo, datti una mossa che sono arrivati! -.
La cantante scese le scale e si avvicinò rapidamente al gruppetto, andando subito verso Sarah ed abbracciandola. - Ciao tesoro, che bello vederti dal vivo! Di persona sei ancora più bellina che in tv! -.
La ragazza rimase inebetita e non riuscì a proferire parola mentre guardava la donna abbracciare anche il figlio di suo marito e sciorinargli una sequela infinita di complimenti ed apprezzamenti per la vittoria di Amici. Poco dopo comparve anche Paolo e di nuovo la sequenza di presentazioni e saluti si ripeté.
Una decina di minuti dopo erano nella veranda posteriore a bere del thè ghiacciato e , mentre i domestici si occupavano di portare i bagagli dei ragazzi, gli adulti chiesero loro del viaggio e di raccontare tutte le ultime novità che li riguardavano. A un certo punto, però, Sarah fu sequestrata da Paola che voleva a tutti i costi mostrarle la sua camera, perciò si congedò educatamente prima di seguire la bambina all'interno.
Quando furono rimasti soli, Paolo e Laura si volsero contemporaneamente a fissare Holden senza proferire una sola parola. 
- Beh, che c'è? - chiese lui, quasi strozzandosi con il thè.
- Come che c'è? - chiese suo padre. - Joseph, non ti sei mai presentato con una ragazza, qui. Nemmeno quando sei stato tutto quel tempo con Cecilia ce l'hai mai portata a conoscere... Scusami, ma la curiosità è dovuta -.
- Se... Pure mamma m'ha detto la stessa cosa... - replicò lui debolmente.
- Quindi? - insistette Paolo.
- E quindi che, pa'? Te devo da' 'na spiegazione in modo che puoi prende' appunti e archiviarla in carta bollata?! - disse il ragazzo, infastidito.
- Dai, Jo, non prenderla male. E' solo che è una cosa strana e volevamo capire cose stesse succedendo... - intervenne Laura, cercando di placare gli animi.
Holden sospirò e li guardò. - Ecco, appunto: è 'na cosa strana, l'hai detto. Co' lei non c'è stato niente de convenzionale o normale sin dall'inizio. Io non ve lo so spiega', a raccontallo sembra un film e se devo esse' onesto... -.
- Se devi essere onesto...? - lo esortò Paolo.
Scosse la testa: appariva perplesso e confuso. - Non ce sto a capi' niente. L'unica cosa che so è che me fa sta' bene sotto tutti gli aspetti, quindi non c'ho neppure voglia de rimuginacce sopra: voglio vivermela e basta. Da quando sto co' lei non so' mai stato così produttivo e ispirato, fosse pe' me scriverei 'na canzone al giorno. Me sento motivato e c'ho la convinzione che qualsiasi cosa debba fa', me riuscirà bene... -.
I due sorrisero, comprendendo tutto senza che lui dovesse per forza tirare fuori ogni cosa. Parlarono ancora un bel po': discussero dell'immediato futuro, dei progetti musicali che avrebbe voluto intraprendere, degli impegni che gli si profilavano una volta tornato in Italia tra cui il tour di Battiti Live, la sua partecipazione al Red Valley Festival di Agosto in Sardegna e l'In Store Tour.
Alla fine Laura fece la domanda fatale. - E dimmi... Sarah dove si colloca in tutto questo bel programma? Ne avete parlato, già? -.
L'espressione di Holden si incupì. - Veramente no. Abbiamo avuto altre priorità ultimamente... -.
Spiegò in breve quanto accaduto con la famiglia della ragazza e delle difficoltà che avevano avuto a convincere i genitori a non opporsi alla loro storia.
- Francamente non riesco a dare loro tutti i torti - disse Paolo quando il figlio ebbe terminato il racconto. - Non voglio fare la parte del padre scassapalle, Joseph, ma i genitori di Sarah hanno ragione nell'essere preoccupati per alcune cose. Viene da sé e da quanto ci hai raccontato finora: al di là degli In Store e del tour contrattualizzato con il programma televisivo che condividerete, tu hai già un'agenda, degli impegni e degli accordi contrattuali in divenire, senza contare che comunque dovrai prendere un vocal coach e proseguire il percorso didattico iniziato ad Amici, se vuoi proporti a livello più ampio. E tutto questo, per te, sarà a Roma. Per quanto riguarda lei, invece? La ragazza deve ancora diplomarsi e sono sicuro che a breve inizierà a ricevere delle proposte: l'ambiente è piccolo e le voci girano... -.
- Che intendi? - chiese lui, alzando di scatto la testa. - Cosa sai? -.
Paolo alzò le spalle, sorseggiando dal suo bicchiere e guardando l'oceano. - Non posso sbilanciarmi, ma posso dirti che abbiamo ricevuto un paio di telefonate in cui veniva chiesto di lei a livello professionale. Ovviamente non posso dirti niente in merito, ma questa cosa ci ha incuriosito e vorremmo che durante la vostra permanenza qui, prima che partiate per Las Vegas, lavorassimo un po' tutti e quattro insieme. Pensi possa essere un problema? -.
Holden aggrottò la fronte, sospettoso. - Non credo, ma dipende sempre dove vuoi arriva', pa' -.
- La vogliamo conoscere, e non solo umanamente, Jo. Sarah è giovane e non abbiamo visto molto di lei, ma vorremmo capire chi e cosa potrebbe diventare. Credo che sia una possibilità da concederle, soprattutto perché, a differenza tua, il suo futuro non è ancora molto chiaro. A pelle lei ci piace e vorremmo scoprire il suo potenziale. Pensi che potrebbe piacerle come idea? - disse Laura.
- Direi de si... Ma forse dovremmo chiederlo a lei, che dite? -.
- Perfetto, allora ne parleremo a cena - chiosò suo padre.
Qualcosa in tutta quella faccenda non gli piaceva. Non avrebbe saputo dire cosa, esattamente, ma gli sembrò come se quella storia fosse l'imbocco di un sentiero che non avrebbe portato dove avrebbe dovuto. Cercò di allontanare quei dubbi dal suo cervello, dicendosi che non poteva fare l'egoista possessivo e privare la sua ragazza di quella che poteva rivelarsi per lei un'interessante opportunità di crescita, eppure quella minuscola eco che lo faceva stare sul chi va là non lo lasciò.
Si congedò, dicendo che voleva andare a salvare Sarah dal sequestro di persona messo in atto da sua sorella, e si addentrò in casa. Le due non erano al piano di sopra e neppure al piano interrato, dove Paolo e Laura avevano lo studio di registrazione e la sala cinema.
Uscì all'esterno e sentì del trambusto provenire dalla piscina. Si avviò e, quando arrivò trovò una scena che lo lasciò basito: Paola si era messa il costume da bagno e nuotava beatamente, non smettendo un secondo di parlare, mentre Sarah era seduta sul bordo con i piedi in acqua. Accanto a lei, accucciato, c'era un ragazzo: snello, pelle bronzea, capelli ricci e fisico asciutto evidenziato da una canotta bianca e dei jeans cargo verde militare, il tipo parlava alternando la propria attenzione da Paola a Sarah, mostrando un gioviale sorriso quando era il turno della ragazza.
Una sensazione fastidiosa, che fino a quel momento non aveva mai provato nella sua storia con Sarah, lo centrò in pieno petto e rapidamente si avvicinò al gruppetto manifestando la sua presenza. - Hi Diego, bro! What'a up?! -.
L'aveva riconosciuto subito: il ragazzo si chiamava Diego Perèz, aveva un paio d'anni meno di lui, era figlio di Adelina e Santos, due dei domestici portoricani che si prendevano cura della casa, e da qualche tempo aveva iniziato anch'egli a lavorare per la sua famiglia mentre frequentava il college pubblico di Miami. Si erano presi subito, quando si erano conosciuti, ed ogni volta che andava a trovare il padre non perdeva mai occasione per uscire con Diego e i suoi amici, i quali gli avevano fatto vivere la vera atmosfera della città. Gli era sempre stato molto simpatico e si sentivano spesso anche quando tornava in Italia, tanto da arrivare a considerarlo un amico.
Fino a quel momento, perché in quell'esatto istante sentiva che lo avrebbe molto volentieri buttato in piscina e tenuto sott'acqua il tempo bastevole a fargli capire un paio di cosette.
- What's up, bro! Nice to see you again! - rispose Diego, ostentando un inglese dal fortissimo accento spagnolo.
I due si abbracciarono e subito il ragazzo portoricano aggiunse a bassa voce - So... Is she something yours? -.
Holden lo soppesò con un sorriso gelido e sussurrò - I'll tell you cristalclear, bro: hands off and eyes down. She's mine -.
Diego rise fragorosamente, alzando le mani - Woah, sure brother! Good catch! - esclamò, facendogli l'occhiolino.
Paola li guardò con sospetto, galleggiando a pelo d'acqua, poi si rivolse a Sarah. - Mio fratello ha appena marcato il territorio... Bleah, maschi! -.
Sarah alzò immediatamente gli occhi su Holden, sbattendo le palpebre. - Che vi siete detti? -.
La bambina uscì dalla piscina, rispondendo prima che potesse farlo lui. - Joseph ha detto a Diego di tenere giù le zampe e gli occhi bassi, perché tu sei sua. Avvertimento inutile, visto che Diego è già fidanzato con me! - spiattellò, prendendo un asciugamano e avvolgendoselo attorno.
Holden la fulminò - E lui lo sa? - le chiese.
La sorella alzò le spalle e si mise gli occhiali da sole. - Non ancora, ma ci sto lavorando -.
Diego, completamente ignaro di quanto si stesse dicendo su di lui, disse - I've to go. Jo, would you like joinin' my freinds and me for a beach party tonight ? -.
Sarah si intromise immediatamente, alzandosi in piedi. - Oh si, Jo! Ti prego, dai! Ho sempre sognato di partecipare a una festa in spiaggia come nei telefilm! Dai, dai, dai! -.
Lui storse il naso. - Ma non sei stanca? E il jet lag non lo accusi? -. Non era un festaiolo, mai stato, e, come se non bastasse, il precedente interesse mostrato da Diego per lei lo aveva decisamente seccato.
La ragazza gli prese la mano e lo guardò con occhioni imploranti. - E dai! Ci riposeremo domani, abbiamo tempo fino a giovedì per riprenderci prima di partire per Las Vegas! Per favore! -.
Come poteva negarle qualcosa se lo guardava così? - Ok, andata - rispose, con un sospiro sconfitto.
La ragazza esultò, saltellando ed esibendo un balletto entusiastico, mentre Paola già protestava circa il fatto che sarebbe voluta andare anche lei.
- You're a lucky bastard, you know? - gli disse Diego, mettendogli un braccio sulle spalle.
- Say it out loud - rispose distrattamente, non riuscendo a togliere gli occhi dalla sua ragazza che volteggiava canticchiando, spargendo ovunque la sua magica polvere fatata.



Angolo Autrice
Hi everyone, what's up?! Parto così perché, ovviamente, questo capitolo inaugura l'arco narrativo "americano". Ho avuto un paio di idee che spero di riuscire a rendere bene, in quanto se mi viene la mandrakata allora potrò mantenere un livello di trama qualitativamente soddisfacente. Pregate per me e le  mie sinapsi!
Ma ditemi: che ne pensate della faccenda come si sta profilando? E di Diego che mi dite? Un manzo caraibico ci stava proprio bene, anche perché non è che può essere gelosa sempre e solo Sarah, no?! D'altro canto la nostra Fatina è pur sempre bella, ci sta che qualcun altro che non sia il Maestro se ne renda conto!
See you next chapter!



Too old to hold me | A Holden x Sarah Fanfiction (Amici23)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora