23. Count down

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- Ho fame. Ma che ore si sono fatte? - disse Sarah sollevando la testa dalla spalla di Holden e  guardandolo con gli occhi appannati e semichiusi.
- Boh, ho perso la cognizione del tempo. Però c'ho fame pure io, me sa che s'è fatta 'na certa - rispose lui.
Si sorrisero e un attimo dopo avevano ricominciato a baciarsi, dando nuovamente vita ad un'esotica coreografia il cui palco era il letto di lui.
- Jo... Jo, dai, veramente... Ho fame! - disse Sarah, cercando di articolare una frase tra un bacio e un brivido provocatole da un leggero tocco in punti sensibili del corpo.
- Si, pure io. Ma me sa non dello stesso tipo... - replicò lui, leccandole il lobo dell'orecchio e strappandole un gridolino.
- Ma non sei stanco? Io sono devastata! - sospirò la ragazza, mordendosi il labbro mentre lui operava qualche incantesimo con le dita.
- Devastata me pare un buon risultato. A questo punto direi che me merito la cena, poi magari vedo se riesco a fatte arriva' a sconvolta -.
Le baciò il collo e si alzò dal letto, evidentemente a suo agio con la propria nudità, e si recò in salotto a recuperare il cellulare.
Sarah rimase sdraiata e fissò il soffitto, estasiata ed inebetita: era stato proprio devastante. Qualsiasi fantasia poteva essersi fatta, era stata spazzata via dalla realtà.
Si mise le mani nei capelli, ancora incerta se trattarsi di un sogno, e rise appena, travolta da un moto di incredula felicità.
- Vuoi usci' o se famo porta' una pizza a casa? So' le nove, considera - disse lui, appoggiato con una spalla allo stipite della porta e con indosso di nuovo i jeans.
Lei si sollevò a sedere, tenendosi il piumino stretto al seno.
- Sarebbe bello andare a cena fuori insieme, ma... Domani torniamo in casetta e non avremo più tutta questa libertà... - rispose, mettendosi i capelli dietro le orecchie per l'imbarazzo di essersi mostrata così sfacciata.
Vide un sorriso compiaciuto materializzarsi sul bel viso di lui. - Pensavo esattamente la stessa cosa... - le disse, avvicinandosi al letto e sedendosi accanto a lei per lasciarle un bacio sulla spalla nuda.
Lo osservò raccogliere da terra la t-shirt che lui stesso indossava prima e dargliela. - Mettitela e raggiungime de là: io intanto ordino. Romana o napoletana, la pizza? -.
- Romana, please. Funghi e salsiccia bianca, grazie - replicò lei, indossando la maglietta. Non riuscì ad impedirsi di annusarla, perché aveva impresso forte il profumo di lui.
- Noto che non solo a me piace annusarti, eh? - le disse lui, aiutandola ad alzarsi dal letto.
Lei sorrise amabilmente, portandogli le braccia al collo. - Che ci posso fare se mi stimoli tutti e cinque i sensi? -. 
Si sentì investita da un'occhiata incendiaria, mentre percepiva la sua mano calarle sulla natica semi coperta dalla maglietta. - Meglio che me ne vado, se no stasera finiamo entrambi a letto senza cena... -.
- Uh, che cattivi che siamo... - lo provocò lei, facendo una smorfietta.
Holden rise, le diede un bacio sulle labbra e poi se ne andò in salotto. Sarah si prese un minuto per osservare la sua schiena e i piedi nudi sparire nell'altra stanza, poi andò in bagno.
Si guardò allo specchio e si sorprese di quanto, nonostante l'aspetto scarmigliato ed insonnolito, fosse carina. Aveva il collo arrossato, probabilmente era stato l'attrito della barba di lui sulla pelle, le guance rosee con le lentiggini che facevano bella mostra di sè e i capelli arruffati. Ma nonostante ciò gli occhi le brillavano e si vedeva bellissima. Sorrise e si diede una sistemata, poi lo raggiunse.
- Posso farti una domanda? - gli chiese, sedendosi accanto a lui sul divano.
- Spara - rispose il ragazzo, mentre smanettava col cellulare.
- Non avevi due gatti? -.
- Si, ce l'ho. Ma adesso stanno da mio fratello Jacopo. Ovviamente non potevano resta' qui da soli. Ecco fatto, pizze in arrivo tra mezz'ora -.
Lanciò il cellulare sul tavolinetto di fronte a loro, poi se la tirò di nuovo a cavalcioni su di sè, infilandole subito le mani sotto la maglietta.
- Mi prendi per scema se ti dico che è stato favoloso? - mormorò lei, passandogli le mani tra i capelli in una coccola delicata.
Lui la osservò con sguardo placido, godendosi ogni tocco delle sue mani. - Perché dovrei? Lo penso pure io -.
Si baciarono, ma stavolta non con l'urgenza e la sfrenatezza del desiderio incontrollato, bensì con la calma della tenerezza.
- Senti... Volevo chiederti... Come la vogliamo gestire, adesso, questa cosa? - gli chiese poi, giocherellando con una catenina che lui portava al collo.
- Eh, bella domanda... Avevo altri piani in testa per come sarebbero dovute anda' le cose, lo sai... Però a quanto pare al cuore non se pò comanda' -.
- Pensi che il mio essere minorenne sia ancora un problema? -.
- Io no. Ma una grossa fetta de pubblico probabilmente si, basta pensa' a come ha reagito tua madre. Ma non è nemmeno che tu sei minorenne, Fati': è che c'ho sei anni più de te, che ora come ora sembrano un eone. Stai serena, che se tu avessi avuto ventiquattro anni e io trenta tutto 'sto casino non ce sarebbe stato -.
- E pensi che quando avrò compiuto diciotto anni le cose saranno diverse? -.
- Sicuramente no, ma a quel punto nessuno se potrà aggrappa' più a niente visto che sarai maggiorenne e teoricamente potrai fa' quello che te pare -.
- Quindi? Dobbiamo passare altre due settimane a fare il solito balletto del "vorrei ma non posso" dell'ultimo mese e mezzo? -.
- Ce dobbiamo almeno prova', me sa... -.
Sarah sbuffò, poi gli prese le mani e se le lasciò scorrere fino al seno nudo sotto la maglietta. - E, dopo questo, pensi che ne saremo capaci? -.
Lui inspirò pesantemente. - No, ma non abbiamo alternative -.
La rovesciò sul divano e si stese su di lei. - C'abbiamo un quarto d'ora prima che arrivino le pizze. Eviterei de perde' ulteriore tempo in chiacchiere, visto che poi dovremo sta' a stecchetto a tempo indeterminato. Come la vedi? -.
Non gli rispose, si limitò a cingergli la vita con le gambe e a perdersi di nuovo nel sapore dei suoi baci.

Too old to hold me | A Holden x Sarah Fanfiction (Amici23)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora